Conte, alle ore 11 la conferenza stampa di fine anno: dal piano vaccini alle tensioni con Renzi

Un anno fa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava un piano triennale per snellire la burocrazia, migliorare le infrastrutture e combattere l’evasione fiscale. 365 giorni dopo la pandemia di coronavirus ha stravolto tutto, non le tensioni interne al governo: oggi come allora si parla di rilancio dell’azione di governo, di un gruppo di responsabili che appoggi l’esecutivo in Parlamento. La conferenza di fine anno del premier Conte, programmata per le ore 11 in diretta tv, con in platea la stampa parlamentare italiana, è l’occasione per parlare agli italiani di cose concrete, dal piano vaccini alle eventuali riaperture post-Epifania. Ma è anche la sponda ideale per una replica a Matteo Renzi e ai malumori che animano la maggioranza sul Recovery Plan.

A Palazzo Chigi ormai è chiaro che il governo, con queste tensioni, non può andare avanti. E non può farlo innanzitutto sul Recovery Plan sul quale, è il mantra ripetuto finora da Conte, il Paese si gioca la sua credibilità in Europa e nel Mondo. Per questo la conferenza stampa da Villa Madama potrebbe essere un anticipo di quello che si vedrà a gennaio. Conte deve provare uscire dalla tenaglia fatta da pressing su cronoprogramma e agenda, voci sempre insistenti di rimpasto e necessità di rilanciare, da qui almeno al semestre bianco, l’azione dell’esecutivo. Una necessità che viene evidenziata da tutti: dal Pd al M5S fino Leu, oltre ovviamente alle minacce e ai ricatti di Italia Viva.

Nella conferenza stampa non è previsto un discorso introduttivo del presidente del Consiglio. Dopo un breve saluto Conte passerà direttamente alle domande dalla platea. Gli argomenti, come ogni anno, saranno i più disparati ma il cuore politico di queste ore resta il rapporto con Renzi. Sul Recovery Plan Conte confermerà il rientro alla collegialità piena, nel rispetto anche dei rapporti di forza tra i partiti di maggioranza. Sulla delega ai Servizi difficilmente annuncerà passi indietro. Il punto di arrivo di questa navigazione a vista potrebbe essere il voto dell’Aula sul Recovery Plan, che potrebbe tenersi entro gennaio. Voto che, nella strategia di Conte, potrebbe essere di fatto una nuova fiducia a un governo – magari solo con qualche profilo ministeriale cambiato.

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