Coronavirus, l’Unione Europea pronta a riaprire le frontiere ma solo a 15 Paesi: al momento esclusi gli Usa, ammessa la Cina

L’Europa è pronta a riaprire le sue frontiere esterne da mercoledì 1 luglio ma all’insegna della massima prudenza. Per il momento infatti, l’ingresso nel Vecchio Continente sarà consentito solo ai viaggiatori provenienti da una lista di 15 Paesi selezionati tra quelli che al momento hanno un ritmo di contagi e un’andamento della pandemia contenuti. Ancora non c’è il via libera ufficiale all’elenco vista la difficoltà a mettere d’accordo tutte le capitali sulla metodologia da adottare per redigerlo ma sembra proprio che tra le nazioni ammesse non vi siano gli Stati Uniti mentre potrebbero invece poter arrivare i cinesi, ma solo a certe condizioni. Ovvero a patto che Pechino adotti un criterio di reciprocità, lasciando entrare gli europei.

Le capitali, dopo le lunghe sessioni dei 27 ambasciatori, riuniti a livello del Coreper, dovranno quindi trovare una quadra entro martedì 30 giugno, con un voto a maggioranza qualificata. Un accordo che però dall’altra parte dell’oceano danno già per fatto. Come riportato dai principali media americani che, citando fonti diplomatiche europee, ritengono che difficilmente si torni indietro dall’esclusione, per ora, degli Usa. All’interno dell’Europa, alla ricerca di un difficile equilibrio tra la ripresa dell’attività turistiche e le esigenze sanitarie, nuovi segnali di allentamento arrivano intanto da Londra che ha deciso di eliminare, dal 6 luglio, la quarantena per gli inglesi di rientro dalla vacanze in vari Paesi, tra cui l’Italia. Nella lista in preparazione in Gb dovrebbero esserci anche Spagna, Francia, Grecia, Germania, Portogallo, Belgio Turchia, Olanda e Norvegia. Mentre resterebbero fuori Portogallo e Svezia.

Tornando a Bruxelles, secondo le prime indiscrezioni, l’elenco dei Paesi da riammettere dovrebbe essere rivisto ogni 14 giorni, consentendo un monitoraggio sull’andamento della pandemia. E, per ora, nella lista dovrebbero esserci Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia e Uruguay. Nelle prime bozze c’è poi la Cina ma con un asterisco: dovrà valere cioè il criterio della reciprocità. L’Ue ha vietato i viaggi non essenziali verso il continente da metà marzo, a causa della pandemia. A tutt’oggi i casi di coronavirus in tutto il mondo sfiorano ormai i 10 milioni con un bilancio dei decessi vicinissimo a quota 500mila.

L’obiettivo è tutelare la salute degli europei tenendo fuori dalla lista quelli ad alto rischio e dunque dove i contagi sono alti, come gli Stati Uniti ed il Brasile. Solo nelle ultime 24 ore negli Usa ci sono stati 45.300 nuovi casi, mai così tanti dall’inizio della pandemia con le situazioni più critiche in Texas e Florida. E in Brasile, in un solo giorno, si sono registrati 46.860 nuovi contagi e quasi mille decessi.

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