Pensioni, perché il nuovo decennio è l’ultima chance per una previdenza sotto controllo

By di Davide Colombo

L’andamento regolare delle uscite dal 2020 al 2030 è un’occasione propizia per sciogliere in anticipo gli squilibri attesi fino al 2045 con il ritiro dal lavoro dei “baby boomers» segue…

Source: Il Sole 24 Ore Homepage

Commento (1)

  1. Vincesko

    Segnalo il mio commento, in calce all’articolo disinformativo di Davide Colombo.

    Io ho scritto un saggio sulle pensioni. 1) La spesa pensionistica include quasi 100 mld di voci spurie: (i) 58 mld di imposte; 21 mld di assistenza; 10-15 mld TFR; al netto, l’incidenza sul Pil cala all’11% circa, come è confermato dall’Osservatorio INPS sul 2018: “Nel 2018 la spesa complessiva per le pensioni è stata di 204,3 miliardi di euro, di cui 183 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali.”. 2) La Riforma Fornero ha soltanto esteso, pro-rata dall’1.1.2012, il metodo contributivo a coloro che ne erano esclusi dalla Riforma Dini (contributi>18 anni), tutti relativamente anziani e ormai tutti o quasi già in pensione, come è confermato dal relativo risparmio stimato: appena 200 milioni, destinati a scomparire a brevissimo. 3) I 60 punti di Pil sono ascritti da RGS alle 4 riforme dal 2004 (Maroni, Damiano, Sacconi e Fornero), a quest’ultima RGS ascrive quasi 21 punti (circa 330 mld, poi scesi a 280 dopo le successive norme). E poiché lo ‘scalone’ di Maroni è stato abolito da Damiano prima che andasse in vigore e le ‘quote’ di Damiano sono state abolite da Fornero, la grandissima parte dei residui 39 punti (700 mld) sono ascrivibili alla severissima Riforma SACCONI, mai citata da nessuno e le cui misure vengono da TUTTI erroneamente attribuite a Fornero.

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