Sono trascorsi quasi 75 anni dall’eccidio di Schio, massacro in carcere di 54 tra fascisti e detenuti comuni (anche 14 donne), avvenuto nella notte del 7 luglio 1945 da parte di un commando partigiano. Da allora, nonostante i tentativi di riconciliazione, le ferite della storia non si sono rimarginate. La dimostrazione più evidente è nel voto del consiglio comunale della popolosa città vicentina che ha respinto una mozione presentata dal Partito Democratico che chiedeva di posizionare pietre d’inciampo nei luoghi dove risiedevano i deportati scledensi morti nei lager. Un modo per non dimenticare. Ma il consiglio comunale, a maggioranza di segue…
Source: Il Fatto Quotidiano