Usiamo il Recovery fund per ricreare un patrimonio pubblico italiano

L’infezione da coronavirus torna a divampare in Germania, mentre da noi attenua molto lentamente. I tedeschi assumono provvedimenti restrittivi ulteriori. Noi aspettiamo cosa dirà il nostro Comitato Tecnico Scientifico.

Sul piano economico il tema più dibattuto dalla stampa odierna è quello relativo alla vendita di Piazza Affari (Borsa italiana), posta sul mercato dalla società inglese, sua proprietaria, London Stock Exchange. È il momento giusto per riappropriarci di questo importantissimo soggetto economico e la situazione è tale per cui il governo dovrebbe far ricorso al golden power e far tornare agli italiani questa fonte di produzione di ricchezza.

Sennonché questa saggia soluzione è stata respinta dalla Camera con uno scarto di 21 voti. Vedremo cosa dirà il Senato.

Allo stato attuale la soluzione più probabile è che Euronext (che costituisce il principale mercato finanziario e borsa valori pan-europeo nell’Eurozona) acquisti l’intero capitale di Piazza Affari, come si è detto posto in vendita dalla London Stock Exchange, e che l’Italia parteciperebbe al capitale di Euronext limitatamente a circa il 7,3%.

Altro caso rilevante è quello dell’Ilva, la quale, come è noto, è proprietà italiana di puro nome, poiché la gestione e i profitti di questa acciaieria sono stati dati in affitto alla società franco-indiana ArcelorMittal, ed ora l’Italia, che ha la veste di locatore (proprietario), assume anche quella di locatario (affittuario), partecipando alla società ArcelorMittal con la sottoscrizione del 38% delle azioni di quest’ultima ed ottenendo in tal modo un diritto di voto pari al 50%, che dovrebbe arrivare in seguito al 60% attraverso ulteriori acquisti di azioni.

Un mostro giuridico voluto dal ministro Giorgetti, che ancora una volta dimostra le oscure operazioni, attraverso le quali l’Italia dona i frutti delle proprie fonti di produzione di ricchezza agli stranieri, accontentandosi di piccole parti di quanto gli spetterebbe.

Molto problematica resta la situazione di Alitalia, la cui italianità è stata sempre richiesta dai lavoratori e da gran parte dell’opinione pubblica.

A riguardo il ministro Giorgetti ha precisato che si farà di tutto per acquisire la proprietà pubblica della società Ita che subentrerebbe ad Alitalia, ma tutto questo è subordinato, come prescrivono i principi neoliberisti, alle reali possibilità di questa nuova società di svolgere la sua attività in modo proficuo. In altri termini, come pretende indebitamente l’Unione europea, resta esclusa la possibilità di aiutare le imprese in difficoltà (specie le piccole e medie imprese), mentre sarebbero degne di aiuto quelle che già viaggiano con profitto in campo economico.

Il mio avviso è che i contributi del Recovery fund dovrebbero essere rivolti a ricreare un patrimonio pubblico italiano, appartenente al Popolo a titolo di sovranità, e quindi inalienabile, inusucapibile e inespropriabile. L’unico modo per superare l’assurdità del divieto degli aiuti di Stato (attraverso la nazionalizzazione) e difenderci dall’assalto economico del mercato generale e degli altri Stati anche europei.

Non resta che ribadire che la soluzione di tutto sta nell’attuazione degli articoli 1, 3, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

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