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Pedopornografia, tre arresti e 26 indagati in tutta Italia: “Scambiavano immagini raccapriccianti su un canale a pagamento”

Non c’era solo Nicola De Blasio, direttore della Caritas diocesana di Benevento, nella rete di utenti italiani che scambiavano materiale pedopornografico su una nota piattaforma di messaggistica. La Polizia postale di Torino ha eseguito 26 perquisizioni in tutta Italia nell’ambito dell’operazione “meet up”, ritenuti responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori, sequestrando migliaia di file definiti “raccapriccianti” dagli inquirenti, che in alcuni casi ritraevano vere e proprie violenze sessuali in danno di bambini in tenera età. Oltre al sacerdote, ai domiciliari dal 3 novembre scorso, sono stati arrestati altri due soggetti: un 37enne tecnico informatico in Piemonte e il creatore del canale a pagamento, un ragazzo all’epoca dei fatti minorenne, residente in Puglia.

Gli agenti torinesi hanno condotto un’indagine sotto copertura finalizzata al contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico: già dal febbraio scorso avevano attivato un monitoraggio su alcuni canali aperti, frequentati perlopiù da utenti italiani. È stato necessario – spiega la postale – “un lungo lavoro di carattere preparatorio, consistente nella ricerca del rapporto di fiducia con gli interlocutori che di volta in volta si mostravano interessati allo scambio di materiale, con un notevole sforzo mentale degli operatori nell’assunzione delle stesse vesti dei propri target. Ricavati gli elementi utili alla prosecuzione dell’indagine, sono state messe a fattor comune le tracce informatiche lasciate in rete dagli internauti, che hanno consentito la loro identificazione”.

L’attività, diretta dalla Procura di Torino e coordinata dal Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online della Polizia postale, ha riguardato tutto il territorio nazionale. “Particolarmente interessante – scrivono ancora le forze dell’ordine – si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all’iscrizione al canale, anch’esso oggetto di accertamenti nel corso dell’indagine”. Gli elementi raccolti nel corso dell’attività sotto copertura hanno portato all’emissione dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo criminalità organizzata e reati informatici della Procura.

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Benevento, arrestato il segretario provinciale del Pd Valentino: secondo gli inquirenti fece pressioni per truccare un appalto

Per gli inquirenti ha fatto pressioni per assegnare un appalto a una società cui lui stesso era collegato. Questa una delle accuse in base alle quali gli agenti della squadra mobile hanno arrestato sabato 25 settembre Carmine Valentino (al centro nella foto), segretario provinciale del Partito Democratico di Benevento ed ex sindaco di Sant’Agata dei Goti. L’uomo, ora ai domiciliari, dovrà rispondere di tentata concussione, turbata libertà degli incanti e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Il provvedimento restrittivo nei confronti di Valentino è stato emesso dal gip di Benevento al termine delle indagini coordinate dalla Procura sannita. Secondo gli inquirenti, i fatti risalgono al biennio 2017-2018, quando l’uomo era primo cittadino nel paese campano dove ora ricopre l’incarico di consigliere comunale d’opposizione. Nell’ambito di una procedura per affidare in concessione le attività di supporto alla riscossione ordinaria delle entrate tributarie e alla riscossione coattiva di imposte comunali, per chi indaga l’indagato ha cercato di privilegiare l’offerta di una delle società partecipanti cui era indirettamente collegato facendo pressioni su un membro della commissione affinché assegnasse a quell’azienda un punteggio tale da garantirle la vittoria. In particolare, a sentire gli inquirenti Valentino ha consegnato al commissario tre fogli recanti le caratteristiche della ditta in questione e poi ha intimato di favorirla per l’offerta tecnica, poiché quella economica era stata la meno vantaggiosa. A quel punto l’interlocutore, che rivestiva anche l’incarico di segretario comunale, si è rifiutato, dimettendosi, denunciando vizi procedurali e provocando così l’annullamento dell’aggiudicazione.

Nel condividere parte delle contestazioni provvisorie, il gip ha motivato la misura cautelare spiegando che il rischi di reato era ancora attuale: secondo il giudice, Valentino ha concretamente diretto l’organizzazione amministrativa dell’ente anche nel 2019 e 2020, tentando di orientare le scelte più importanti e di gestire possibili e futuri appalti pubblici di ingente importo.

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