Nel giorno in cui probabilmente la Camera voterà per l’impeachment di Donald Trump, lui sarà in visita al confine con il Messico per verificare di persona i progressi nella costruzione del muro di confine. E si tratterà anche della prima apparizione in pubblico dopo l’assalto al Campidoglio, che ha portato i democratici a instradare la sua messa in stato d’accusa. I tempi dipendono dalla speaker della Camera Nancy Pelosi, ha sottolineato il deputato democratico James Clyburn, aggiungendo l’aula potrebbe votare la messa in stato di accusa già martedì. Tuttavia potrebbe attendere fino a dopo i primi 100 giorni della presidenza di Joe Biden per inviare la procedura in Senato, che sarà a maggioranza democratica dopo l’insediamento dei due senatori eletti nei ballottaggi in Georgia. “È essenziale che coloro che hanno perpetrato l’assalto alla nostra democrazia siano ritenuti responsabili. Deve esserci il riconoscimento che questa profanazione è stata istigata dal presidente”, ha scritto Pelosi in una lettera indirizzata ai colleghi del partito democratico inviata sabato sera. “Quando prestiamo giuramento, promettiamo al popolo americano la nostra serietà nel proteggere la nostra democrazia“, ha aggiunto.

La strada dell’impeachment è più probabile rispetto alle dimissioni del tycoon – che non ha alcuna intenzione di andarsene – e al ricorso al 25° emendamento, che consentirebbe la destituzione del magnate dalla Casa Bianca. Trump stesso si è detto fiducioso sul fatto che Mike Pence non lo rimuoverà percorrendo questa strada, alla quale anche Biden è contrario. Rischierebbe di spaccare ulteriormente il Paese e produrre ulteriori disordini, peraltro già temuti in vista del giuramento del 20 gennaio. Chi è favorevole alla rimozione del presidente è però la maggioranza degli americani, il 56% secondo quanto emerge da un sondaggio condotto da Abc News e Ipsos. Il 67 per cento degli intervistati, inoltre, considera Trump responsabile delle violenze che si sono registrate al Congresso e che sono costate la vita a cinque persone, mentre il 43 ritiene che Trump non debba essere rimosso, quasi la metà (il 45 per cento) afferma che le sue azioni di questa settimana siano sbagliate.

Favorevole all’impeachment anche la sinistra dem, che trova in Alexandra Ocasio-Cortez, la più giovane deputata al Congresso, la sua esponente di punta. “Ogni minuto che resta in carica rappresenta un pericolo chiaro” per gli Stati Uniti, ha dichiarato nel corso di un’intervista a Abc. “Stiamo anche discutendo di come fare per impedirgli di candidarsi nuovamente”, ha aggiunto. Rispondendo a una domanda sul fatto che il processo di impeachment al Senato potrebbe ritardare l’agenda di Biden, Ocasio-Cortez ha detto di ritenere che la “sicurezza” e la “sicurezza del nostro Paese abbiano la precedenza sui tempi delle nomine” e delle “conferme”.

Due invece i senatori repubblicani che finora hanno chiesto le dimissioni di Trump: dopo la senatrice dell’Alaska Lisa Murkowski, anche Pat Toomey, eletto della Pennsylvania, che ha precedentemente accusato il tycoon di aver commesso “reati da impeachment”. Toomey ha chiesto al presidente uscente di dimettersi dicendo che era la cosa migliore per il Paese.

L’articolo Trump, “martedì possibile voto della Camera su impeachment”. Il 56% degli americani favorevole alla rimozione del tycoon proviene da Il Fatto Quotidiano.

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