Con il primo caso rilevato in West Virginia, ora tutti i 50 Stati americani sono stati toccati dal Covid-19, con un totale di oltre 6 mila casi accertati. Le vittime, 118 al momento, sono per lo più localizzate nello Stato di Washington, in quello di New York e in California. La pandemia si è estesa all’intero territorio statunitense martedì, quando il governatore del West Virginia – Jim Justice – ha annunciato il primo caso di contagio nel suo Stato, fino a ieri l’unico ancora immune dal contagio. L’amministrazione Trump ha annunciato misure economiche straordinarie, con il Tesoro che si dice pronto a dare un contributo diretto in denaro ai cittadini americani, ma si fanno sempre più forti i timori che il sistema, anzitutto quello sanitario, non riesca a reggere. In questo clima si sono svolte le primarie dei democratici in Florida, Arizona e Illinois che hanno – di fatto – decretato Joe Biden come sfidante del tycoon nella corsa alla Casa Bianca di novembre.
Il numero dei contagi continua a salire anche in tutta Europa, con 64.189 casi totali confermati, di cui 8.507 solo nelle ultime 24 ore, e 3.108 morti (428 nuove). Ad essere maggiormente colpiti, oltre all’Italia, sono Spagna, Germania e Francia ma il virus si sta espandendo sotto traccia anche nel Regno Unito. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ammesso che “tutti noi, che non siamo esperti, all’inizio abbiamo sottovalutato il coronavirus”, spiegando – in un’intervista al quotidiano tedesco Bild – che poi “con il passare del tempo è diventato chiaro che si tratta di un virus che ci terrà impegnati a lungo”, dal momento che l’Europa è “oggi l’epicentro della crisi”. Stasera, alle 20.15 la cancelliera tedesca Angela Merkel parlerà alla nazione, facendo il punto sull’emergenza coronavirus nel Paese, che sta iniziando ad avere ripercussioni anche sull’industria con Volkswagen e Bmw che ahanno annunciato lo stop alla produzione di auto in Europa per 4 settimane.
Germania – Seguendo la scelta di quasi tutti i principali produttori continentali, anche Bmw annuncia lo stop alla produzione di auto in Europa per una durata di quattro settimane. Nelle ultime 48 ore simile hanno comunicato una simile decisione Fca, VW, Ford, Psa, Renault, Nissan e Daimler.
Brasile – Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro è risultato negativo anche al secondo test per il coronavirus: lo ha comunicato lui stesso sui social.
Il capo di Stato era già risultato negativo a un primo test realizzato venerdì scorso al suo rientro da un viaggio in Florida, dove aveva incontrato il suo omologo americano, Donald Trump. Della delegazione che aveva accompagnato Bolsonaro negli Usa, tredici membri – tra cui il suo segretario alla Comunicazione, Fabio Wajngarten – sono nel frattempo risultati positivi.
Spagna – L’ex presidente del Real Madrid, Lorenzo Sanz, è in gravi condizioni dopo essere risultato positivo al coronavirus. Secondo il quotidiano Ideal, Sanz è stato ricoverato in terapia intensiva e sta lottando contro il Covid-19. Sanz è stato il presidente del club del Santiago Bernabeu dal 1995 al 2000.
Marocco – Cinque giovani operai della provincia di Frosinone non riescono a tornare a casa dal Marocco per mancanza di posto sui voli aerei, a poche ore della serrata della nazione africana che chiuderà le sue frontiere. A rendere nota la vicenda, dopo aver a suo dire, inutilmente cercato di contattare la Farnesina, e’ la madre di uno degli operai. La donna che vive a Cassino, nel sud della provincia laziale, chiede aiuto: “Mio figlio ed altri quattro operai residenti in provincia di Frosinone – ci racconta la donna -. Da giorni stanno cercando di tornare in Italia ma senza esito. Non ci sono voli disponibili e dalla Farnesina c’è un continuo rimpallo di informazioni con l’ambasciata italiana in Marocco. L’emergenza Coronavirus nei paesi Africani sta iniziando ora. Pensare che debbano rimanere lì mi fa impazzire”.
Medio Oriente – Sei paesi arabi hanno registrato, ieri sera, un nuovo aumento delle infezioni e, conseguentemente, hanno annunciato nuove misure. In Giordania, dove fino a ieri sono stati registrati 40 casi di contagio, uno dei quali guarito, il re Abdullah II ha approvato una legge che conferisce al governo ampi poteri per imporre uno stato di emergenza per aiutarlo a combattere la diffusione del virus. In Marocco, il re Mohamed VI ha ordinato all’esercito di allestire ospedali da campo militari per combattere il virus, mentre la Tunisia è pronta a dichiarare il coprifuoco. In Qatar, l’emittente televisiva “Al Jazeera” riferisce che il Comitato supremo per la gestione delle crisi ha annunciato in una conferenza stampa di aver chiuso per 14 giorni la zona industriale di Doha per limitare la diffusione del virus e ha anche annunciato la chiusura di tutti i negozi, ad eccezione di quelli che vendono cibo e medicine.
Israele – Il ministero della Salute israeliano ha fatto sapere che altre 90 persone sono risultate positive al nuovo coronavirus, portando il totale dei contagi confermati nel Paese a 427. Sinora non ci sono morti per Covid-19 in Israele, ma 15 pazienti sono in condizioni mediamente gravi o gravi, e il numero delle infezioni sta crescendo in maniera esponenziale. Le autorità hanno deciso misure rigide per arginare la diffusione della malattia, avvertendo che si rischiano migliaia di morti se le persone non rispettano le regole. “Abbiamo visto che cosa sta accadendo in altri Paesi che non hanno deciso questi passi. Migliaia di persone nel mondo sono già morte. Come premier, devo dirvi la verità. Per mia gioia, non abbiamo perso nessuno. Ma questo non durerà”, ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu in un discorso alla nazione. “Questa è una crisi enorme, siamo solo all’inizio”, ha detto Netanyahu. Il coronavirus ha contagiato più di 195mila persone nel mondo, uccidendone oltre 7.800. Il governo israeliano ha chiesto che la maggior parte della popolazione lavori da casa, che le persone mantengano distanza tra loro e non escano dalle proprie abitazioni se non per motivi essenziali, come comprare farmaci o cibo. Il ministero della Difesa ha trasformato le strutture alberghiere, vuote per il calo del turismo, in centri per malati di Covid-19. Ha anche chiesto al servizio di sicurezza Shin Bet di applicare la sorveglianza telefonica, passo che ha scatenato le proteste di parlamentari e gruppi per i diritti civili.
Giappone – Il Giappone non ha ancora raggiunto il picco dei contagi di coronavirus, con diverse regioni dell’arcipelago che mostrano tutt’ora segnali contrastanti sulla diffusione della pandemia. Lo evidenzia una indagine dell’agenzia Kyodo, che cita le dinamiche in corso in Hokkaido, la prefettura a nord del Paese, dove e’ stato decretato lo stato di emergenza a fine febbraio a seguito dei 128 casi di infezioni registrate, e la situazione nella prefettura di Aichi, nel Giappone centrale, con il secondo numero di contagi creati in maggior misura da un ‘cluster’, un raggruppamento di persone infette, in un centro di assistenza per anziani. L’incremento giornaliero dei contagi si è assestato ad una media di 20-30 persone al giorno tra fine febbraio e inizio marzo, lasciando presumere che il picco dell’epidemia debba ancora manifestarsi. Mentre il numero delle infezioni mostra una tendenza in ribasso dal 10 marzo, spiega l’indagine della Kyodo, è probabile che si presenti un aumento nella seconda parte di marzo perchè molti casi non sono stati ancora identificati dalle autorità sanitarie. Condizioni simili anche a Tokyo, con il verificarsi di nuovi 12 casi ieri, il maggior progresso giornaliero, portando il totale dei casi nella capitale a 102. Lo studio rivela inoltre che nel corso delle ultime settimane più di 20 persone provenienti dall’estero sono risultate positive al coronavirus. Nello specifico, un uomo di 50 ha contratto la malattia di ritorno da un viaggio in Francia, e un’altra persona e’ risultata positiva al termine di una vacanza sul Nilo, in Egitto. A questo riguardo il governo di Tokyo ha allo studio misure che prevedono l’imposizione di un periodo di quarantena volontario per i viaggiatori che arrivano dall’Europa, i paesi del Sud Est Asiatico e lo stesso Egitto.
Filippine – Il governo di Manila ha dichiarato uno ‘stato di calamità’ di sei mesi per far fronte all’epidemia di coronavirus, che finora ha provocato 14 morti nel Paese: la misura segue l’annuncio, il 9 marzo scorso, dello stato di emergenza sanitaria pubblica a livello nazionale. Secondo quanto riporta l’agenzia stampa filippina Pna, il nuovo status permetterà al governo centrale ed ai governi regionali di attingere ad un fondo di emergenza per combattere il virus. Inoltre, in questo modo il governo potrà arruolare tutte le forze del Paese – incluso l’Esercito – laddove fosse “necessario”. I casi accertati di contagio nel Paese sono finora 187. Giovedì scorso il presidente Rodrigo Duterte ha deciso di chiudere la capitale Manila per impedire la diffusione del virus. In un discorso in tv alla nazione ha anche annunciato che gli stranieri provenienti dalle zone in cui si è diffuso il virus non potranno entrare.
Romania – Lo stato di emergenza ha una durata di 30 giorni e le misure vanno prese molto rapidamente: lo ha detto il presidente della Romania, Klaus Iohannis, in una videoconferenza con il primo ministro Ludovic Orban e i ministri responsabili della gestione dell’epidemia, ai quali ha sollecitato di specificare l’impatto delle misure intraprese sulla popolazione, sia per quanto riguarda una valutazione a breve termine che per 30 giorni. Il decreto del presidente Iohannis sullo stato di emergenza ha già ricevuto il parere positivo delle commissioni parlamentari e sarà votato domani in parlamento a Bucarest. Secondo i dati ufficiali, sono 217 le persone contagiate in Romania, di cui 19 guarite. Circa 3.300 persone sono in quarantena istituzionalizzata e più di 16.600 in isolamento domiciliare sotto sorveglianza medica. Intanto, sono state aperte decine di pratiche penali per il reato di procurata epidemia.
Kosovo – In Kosovo il presidente Hashim Thaci ha firmato oggi il decreto sull’imposizione nel Paese dello stato di emergenza a causa della diffusione del coronavirus. La decisione, riferiscono i media serbi, è stata presa in opposizione al governo, contrario a una tale misura. Per entrare in vigore, il decreto sullo stato di emergenza dovrà essere approvato dai due terzi dei deputati del Parlamento. In Kosovo si sono registrati finora 19 contagi da Covid-19.
Montenegro – In Montenegro, che finora era l’unico Paese dei Balcani non toccato dall’epidemia di coronavirus, si sono registrati i primi due casi di contagio. Ne ha dato notizia il premier Dusko Markovic, come riferito dai media serbi. Secondo le autorità sanitarie, 340 persone sono sotto osservazione, la gran parte nella capitale Podgoric
Pakistan – Continua a salire il numero dei contagi da coronavirus nel Paese: oggi sono stati annunciati 50 nuovi casi nelle ultime 24 ore, per un totale di 245, stando a quanto reso noto da un portavoce del ministero della Salute di Islamabad. Il premier Imran Khan ha chiesto alla popolazione di prepararsi a far fronte ad un’ulteriore diffusione del virus: “Voglio dirvi che i contagi si espanderanno ulteriormente nel paese”, ha detto rivolto ai connazionali in un intervento televisivo trasmesso ieri sera. Il premier ha chiesto inoltre ai cittadini di non lasciarsi prendere dal panico: “Insieme – ha dichiarato – vinceremo questa guerra contro il virus”. La maggior parte dei casi è concentrata a Tartan, città di confine dove centinaia di persone sono state messe in quarantena dopo essere rientrate dall’Iran.
Venezuela – Il Fondo monetario internazionale ha annunciato che non intende valutare la richiesta di aiuti per 5 miliardi di dollari presentata ieri dal presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, per affrontare l’epidemia di coronavirus, motivando la decisione con la “mancanza di chiarezza” sulla legittimità del governo di Caracas. Il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza aveva annunciato su Twitter che Maduro aveva richiesto gli aiuti “per rafforzare le capacità di risposta del nostro sistema sanitario nel contenimento di Covid-19”. “Sfortunatamente, il fondo non è in grado di prendere in considerazione questa richiesta”, ha detto un portavoce del Fmi. “L’impegno del FMI nei confronti degli Stati membri si basa sul riconoscimento del governo ufficiale da parte della comunità internazionale e al momento non c’è chiarezza” su questo punto per quanto riguarda il governo Maduro. Negli ultimi anni Maduro aveva accusato il Fmi e altre istituzioni internazionali, compresa la Banca mondiale, di essere un agente al servizio di Washington in una “guerra economica “contro Caracas. Maduro ha annunciato nei giorni scorsi misure di controllo per affrontare l’epidemia di coronavirus, tra cui una “quarantena sociale” e la sospensione dei voli verso l’Europa, la Colombia, la Repubblica Dominicana e Panama. L’esecutivo ha anche sospeso le lezioni a tutti i livelli educativi. L’ultimo bilancio fissa a 36 il bilancio provvisorio di contagiati nel paese sudamericano.
L’articolo Coronavirus, oltre 6 mila casi e 118 morti negli Usa: il virus ha colpito tutti i 50 Stati. Germania, anche Bmw blocca produzione di auto in Europa proviene da Il Fatto Quotidiano.
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