Coronavirus, Niccolò è arrivato in Italia: ora è allo Spallanzani. Di Maio: “Monitoriamo la situazione degli italiani su Diamond Princess”
Niccolò, il 17enne bloccato a Wuhan a causa di uno stato febbrile al momento del trasferimento dei cittadini italiani, è arrivato in Italia in mattinata, sta bene ed è stato immediatamente trasferito allo Spallanzani, dove sarà ricoverato in quarantena e sottoposto a un nuovo test per verificare il contagio da coronavirus. Il giovane che studiava in Cina ha viaggiato con un volo speciale attrezzato per il biocontenimento che è atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Con lui sull’aereo, oltre ad un team di medici e infermieri, viaggiava anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che questa notte su Facebook ha postato la foto del trasbordo del ragazzo sottolineando che “sta bene”.
Il giovane è risultato negativo già a due controlli effettuati in Cina, ma le autorità italiane hanno deciso di effettuare un ultimo e decisivo test per scongiurare qualsiasi ipotesi di contagio. “Sono un po’ amareggiato perché ho dovuto interrompere il percorso di studi che avevo iniziato in Cina grazie a Intercultura – ha commentato il giovane nel corso di un’intervista a Repubblica – È un bellissimo progetto, chi poteva pensare che sarebbe finita così? Però almeno non dovrò perdere l’anno scolastico”.
Il ragazzo ha detto di non vedere l’ora “di rivedere la mia Grado, anche se so che a Roma dovrò fare la quarantena. Ma, insomma, il peggio è passato. Certo sono stato inquieto. Nelle lunghe ore di attesa mi ripetevo ‘stai calmo, stai calmo, stai calmo’, cercando di non perdere il controllo. Però ero in contatto con i miei genitori, i miei amici, lo staff della onlus Intercultura, e questo mi ha aiutato. Così come devo ringraziare la nostra ambasciata, che mi è stata sempre vicina e non mi ha fatto sentire né solo né abbandonato”. E promette che tornerà in Cina: “Più avanti, quando tutta questa storia sarà finita. Ci tornerò da solo, non più nell’ambito di un programma di scambio culturale”, ha concluso.
Ad accogliere il ragazzo all’aeroporto c’era anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha fornito aggiornamenti sui provvedimenti che il governo sta mettendo in campo per sopperire alle perdite economiche delle aziende che fanno affari in Cina: “Abbiamo stanziato 300 milioni per supportare il mondo imprenditoriale italiano che potrebbe essere colpito dagli effetti di questa epidemia – ha detto – A questo proposito, convocheremo una riunione alla Farnesina per individuare necessità ed esigenze. Questo è un primo passo, ne seguiranno altri”.
Intanto, il ministero è impegnato anche a risolvere la situazione degli italiani ancora bloccati sulla Diamond Princess, la nave da crociera ferma a largo di Yokohama, in Giappone, a causa di numerosi contagi avvenuti a bordo. Anche nelle ultime ore se ne sono registrati altri 67. “L’Unità di crisi sta sentendo tutti gli italiani a bordo della Diamond Princess. Nessuno di loro presenta sintomi o fa sospettare che ci possa essere un contagio legato al coronavirus”, ha rassicurato il ministro. “Valuteremo tutte le possibilità ed eventuali azioni da intraprendere per proteggere i nostri connazionali”, ha poi aggiunto.
Il governo americano, ad esempio, ha offerto ai suoi 380 cittadini a bordo della nave di imbarcarsi su dei voli in partenza dal Giappone e diretti negli Stati Uniti. Una scelta, scrive il Wall Street Journal, legata alla montante preoccupazione che la vicenda ha scatenato negli Usa. L’arrivo dei passeggeri è previsto per domenica, dicono dal Centers for Disease Control and Prevention.
Il presidente dell’armatore, Jan Swartz, in una lettera che il capitano ha letto ai passeggeri ha comunicato che lo sbarco, esclusi gli anziani e gli americani, è stato posticipato dal 19 al 21 febbraio “e nei giorni a seguire” a causa dell’impossibilità di completare tutti i test entro la data prevista.
Sale a 67mila il numero dei contagi in tutto il mondo Gli ultimi dati segnalati dalle autorità sanitarie di Pechino riferiscono che, ad oggi, nella Cina continentale, sono 1.523 i morti, principalmente nella provincia centrale di Hubei.
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