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Coronavirus, Niccolò è arrivato in Italia: ora è allo Spallanzani. Di Maio: “Monitoriamo la situazione degli italiani su Diamond Princess”

Niccolò, il 17enne bloccato a Wuhan a causa di uno stato febbrile al momento del trasferimento dei cittadini italiani, è arrivato in Italia in mattinata, sta bene ed è stato immediatamente trasferito allo Spallanzani, dove sarà ricoverato in quarantena e sottoposto a un nuovo test per verificare il contagio da coronavirus. Il giovane che studiava in Cina ha viaggiato con un volo speciale attrezzato per il biocontenimento che è atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Con lui sull’aereo, oltre ad un team di medici e infermieri, viaggiava anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che questa notte su Facebook ha postato la foto del trasbordo del ragazzo sottolineando che “sta bene”.

Il giovane è risultato negativo già a due controlli effettuati in Cina, ma le autorità italiane hanno deciso di effettuare un ultimo e decisivo test per scongiurare qualsiasi ipotesi di contagio. “Sono un po’ amareggiato perché ho dovuto interrompere il percorso di studi che avevo iniziato in Cina grazie a Intercultura – ha commentato il giovane nel corso di un’intervista a Repubblica – È un bellissimo progetto, chi poteva pensare che sarebbe finita così? Però almeno non dovrò perdere l’anno scolastico”.

Il ragazzo ha detto di non vedere l’ora “di rivedere la mia Grado, anche se so che a Roma dovrò fare la quarantena. Ma, insomma, il peggio è passato. Certo sono stato inquieto. Nelle lunghe ore di attesa mi ripetevo ‘stai calmo, stai calmo, stai calmo’, cercando di non perdere il controllo. Però ero in contatto con i miei genitori, i miei amici, lo staff della onlus Intercultura, e questo mi ha aiutato. Così come devo ringraziare la nostra ambasciata, che mi è stata sempre vicina e non mi ha fatto sentire né solo né abbandonato”. E promette che tornerà in Cina: “Più avanti, quando tutta questa storia sarà finita. Ci tornerò da solo, non più nell’ambito di un programma di scambio culturale”, ha concluso.

Ad accogliere il ragazzo all’aeroporto c’era anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha fornito aggiornamenti sui provvedimenti che il governo sta mettendo in campo per sopperire alle perdite economiche delle aziende che fanno affari in Cina: “Abbiamo stanziato 300 milioni per supportare il mondo imprenditoriale italiano che potrebbe essere colpito dagli effetti di questa epidemia – ha detto – A questo proposito, convocheremo una riunione alla Farnesina per individuare necessità ed esigenze. Questo è un primo passo, ne seguiranno altri”.

Intanto, il ministero è impegnato anche a risolvere la situazione degli italiani ancora bloccati sulla Diamond Princess, la nave da crociera ferma a largo di Yokohama, in Giappone, a causa di numerosi contagi avvenuti a bordo. Anche nelle ultime ore se ne sono registrati altri 67. “L’Unità di crisi sta sentendo tutti gli italiani a bordo della Diamond Princess. Nessuno di loro presenta sintomi o fa sospettare che ci possa essere un contagio legato al coronavirus”, ha rassicurato il ministro. “Valuteremo tutte le possibilità ed eventuali azioni da intraprendere per proteggere i nostri connazionali”, ha poi aggiunto.

Il governo americano, ad esempio, ha offerto ai suoi 380 cittadini a bordo della nave di imbarcarsi su dei voli in partenza dal Giappone e diretti negli Stati Uniti. Una scelta, scrive il Wall Street Journal, legata alla montante preoccupazione che la vicenda ha scatenato negli Usa. L’arrivo dei passeggeri è previsto per domenica, dicono dal Centers for Disease Control and Prevention.

Il presidente dell’armatore, Jan Swartz, in una lettera che il capitano ha letto ai passeggeri ha comunicato che lo sbarco, esclusi gli anziani e gli americani, è stato posticipato dal 19 al 21 febbraio “e nei giorni a seguire” a causa dell’impossibilità di completare tutti i test entro la data prevista.

Sale a 67mila il numero dei contagi in tutto il mondo Gli ultimi dati segnalati dalle autorità sanitarie di Pechino riferiscono che, ad oggi, nella Cina continentale, sono 1.523 i morti, principalmente nella provincia centrale di Hubei.

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Coronavirus, la nave da crociera in quarantena segna lo stop al mito del turista-per-sempre

Tra le grandi navi da crociera bloccate in seguito al coronavirus – se ne parla tanto anche in Italia, per via dei nostri connazionali fermati sulla Diamond Princess al largo di Yokohama – dovrebbe riprendere liberamente la via del mare da Hong Kong un colosso da 151mila tonnellate, dal nome evocativo, “World Dream”. Sogno del mondo, appunto, per una nave-monstre che da due anni offre ai cinesi crociere brevi nel vicino Oriente, Filippine e Vietnam, nonché weekend nello stesso Pearl River Delta, la baia che va da Hong Kong a Macao, dove il regime comunista-capitalista del Presidente Xi ha costruito la mega-city dei record.

Parliamo di un’area che movimenta più di un quarto delle esportazioni cinesi, 56mila km quadrati (appena l’1% del territorio della Repubblica Popolare), abitati da una sessantina di milioni di persone (ovvero poco più del 4% del miliardo 367 milioni e 820 mila persone censite nel 2015).

E la nave va, forse, ma il Sogno del mondo sembra quasi cancellato dall’allarme per il 2019-nCoV. Il mercato delle crociere, punta di diamante del turismo anni Dieci, aveva già battuto ogni record lo scorso anno e per il 2020 gli operatori delle Cruise Line prevedevano 32 milioni di passeggeri, su 278 città oceaniche galleggianti, tra cui 19 in via di varo. Ma nel nostro mondo ricco e maturo i cambiamenti viaggiano velocissimi, se non all’istante: e per molti osservatori il coronavirus potrebbe segnare il compimento della globalizzazione.

Nel sistema finora dominante il turismo di massa – che si potrebbe chiamare direttamente “distrut-turismo”, per l’impatto ecologico e sociale negativo – era lo straordinario volano di affari e di ideologia, in grado di offrire a tantissime persone l’esperienza diretta del movimento delle merci, coinvolgendo cioè tutti noi in prima persona nel consumo di un pianeta ormai dominato dal pensiero unico ordoliberista e dal dio-mercato.

Le navi da crociera, in fondo, sono un simbolo arrogante delle diseguaglianze, sono l’altra faccia delle carrette del mare con i profughi della miseria che inseguono – loro sì – il Sogno del mondo. Ma sono anche il paio dei 237 milioni di container di merci che ogni anno avvolgono i mari, stipati dentro alle 93mila navi commerciali operative.

Difficile pensare che tutto resterà come prima: è bastato un nuovo virus per mostrare la fragilità estrema di questo nostro mondo post-globalizzazione e la navi con i croceristi bloccati dentro introducono platealmente al tema del livellamento socio-economico dinanzi al destino. Gli effetti a lungo termine di una possibile epidemia di nCoV, che segna uno stop imprevisto al nostro mito del turista-per-sempre, sono ancora tutti da immaginare. Qualche spunto di riflessione può venire magari dopo un salto molto indietro nel tempo.

In proposito, quasi per spirito di contraddizione, verrebbe voglia di suggerire un’altra bella gita turistica vecchia maniera, sotto le poderose cime delle Dolomiti di Brenta, con sosta obbligata alla chiesa cimiteriale dopo l’abitato di Pinzolo. In quel di Sorano, per oltre venti metri sulla fiancata esterna si può osservare lo sviluppo di una grandiosa Danza macabra affrescata nel 1539 da Simone Baschenis, che oggi è una sorta di opera prototipo del suo stesso genere post-peste, di fine del Medioevo, quando le opere d’arte nelle chiese erano una sorta di mass-media.

Della dinastia dei pittori frescanti Baschenis di Averara, due famiglie originarie della bergamasca, restano anche altri affreschi nella vicina Santo Stefano di Carisolo, suggestiva chiesa che poggia su un’altura a 826 metri, dove si vedono ancora sulla parete esterna, una storia del Santo Vigilio e un’altra Danza macabra.

Uno straordinario esempio precedente si può trovare a Clusone, nella Valseriana, sulla facciata dell’Oratorio dei Disciplini, con gli affreschi dipinti nel 1485 da Giacomo Borione de Buschis: l’Incontro dei tre vivi e dei tre morti, il Trionfo della Morte e la Danza macabra. A queste opere sono stati dedicati ponderosi saggi, che legano addirittura questi soggetti forti penitenziali all’invenzione del Purgatorio, e anche tante altre riflessioni, tra cui l’interpretazione suggerita dal sociologo Mc Luhan.

Per l’inventore della mass-mediologia, le danze macabre dei Baschenis, oltre che della peste in chiave apocalittica, parlavano in qualche modo anche della fine dell’epoca degli stessi pittori frescanti, incalzati dalla nascita della stampa. Chissà se un giorno qualche brillante studioso rileggerà con altrettanta disinvoltura intellettuale i diari di bordo da Yokohama di Allegra Viandante su Facebook o gli album di foto su Instagram dei turisti prigionieri delle navi bloccate per il coronavirus… Ma questo è un altro discorso.

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Coronavirus, i voli Italia-Cina restano chiusi: smentita la dichiarazione di Pechino. Rezza (Iss): “Improbabile che l’Italiano risultato positivo abbia contagiato”

Italia disposta a riaprire in parte i collegamenti con la Cina? Falso. La Farnesina smentisce categoricamente la notizia riportata dall’agenzia cinese Xhinua sulla riapertura di alcuni voli per l’Italia e la definisce “priva di fondamento”. Sul fronte degli italiani rientrati da Wuhan, il giovane risultato positivo al coronavirus “sta bene ed è asintomatico”, ha scritto su Facebook Andrea Costa, il sindaco di Luzzara (Reggio Emilia) dove il 29enne risiede con la sua famiglia. “Confermo la notizia che il primo italiano contagiato dal coronavirus è un ragazzo di Luzzara. Ho sentito il padre che mi ha dato, fortunatamente, notizie confortanti”, ha aggiunto. Il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza ritiene “molto bassa la probabilità che il primo italiano infettato dal nuovo coronavirus abbia contagiato le altre persone in quarantena alla Cecchignola. Possiamo dire quasi improbabile. Si tratta di un paziente che è stato al centro dell’epidemia, in Cina, – ha precisato – e che è stato sottoposto ad un protocollo stringente“. Il ragazzo, continua ancora Costa, “era in Cina per motivi di svago e da lì è stato direttamente rimpatriato con tutte le misure precauzionali del caso. Al momento si trova in isolamento allo Spallanzani di Roma”. La commissione sanitaria nazionale cinese intanto ha aggiornato il numero dei morti: sono 636. Superati i 30mila casi di positività. Attualmente sono 31.161 i contagiati. La provincia maggiormente colpita resta quella di Hubei, che ha registrato 69 nuove vittime nelle ultime 24 ore. Dei contagiati, 4.800 sono in gravi condizioni.

I voli: l’apertura di Pechino e la smentita dell’Italia – L’agenzia faceva riferimento all’ambasciatore italiano in Cina, Luca Ferrari, che avrebbe manifestato al vice ministro degli Esteri Qin Gang la disponibilità ad approvare la ripresa di alcuni collegamenti su richiesta delle compagnie aeree cinesi e ad adoperarsi per normalizzare gli scambi tra i due paesi. Ma non è così: i voli, ha confermato la task force sul coronavirus riunitasi questa mattina al ministero, resteranno chiusi così come previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il 31 gennaio 2020 e si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane.

Wuhan come un deserto – Fotografata dai satelliti prima e dopo l’epidemia, la città i 11 milioni sembra stata paralizzata dal coronavirus. Le foto dallo spazio scattate dal satellite Sentinel-2 del programma Copernicus, promosso da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea sono pubblicate sulla rivista Mit Technology Review del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Elaborate dalle società americane Planet Labs e Maxar Technologies, le immagini mostrano ponti e strade vuoti. Anche le stazioni ferroviarie sono deserte e l’aeroporto, normalmente molto occupato di Wuhan, ha cessato completamente le operazioni, con gli aerei fermi.

Il 22 gennaio, scrive la rivista del Mit, la Cina ha compiuto lo straordinario passo di chiudere tutti i trasporti nella città di Wuhan, dove è iniziata l’epidemia di coronavirus. La misura ha effettivamente messo in quarantena 11 milioni di persone, mentre i funzionari della sanità pubblica lavorano per curare i pazienti che si sono ammalate e fermare la diffusione del virus. L’effetto sui viaggi aerei è stato avvertito in tutto il Paese, in particolare per i voli internazionali, che sono diminuiti sensibilmente nell’ultimo mese. Il 2 febbraio, per esempio, il Paese ha registrato una cancellazione di 222 partenze (16,7%) e 238 arrivi (18,2%), secondo il servizio di monitoraggio dei voli FlightAware. Tuttavia, c’è stato uno scoppio di attività a Wuhan in almeno un aspetto: la costruzione. Due nuovi ospedali, immortalati anche dai satelliti, sono stati costruiti nella città nel tempo record di 10 giorni per gestire e curare i malati. Finora nella metropoli cinese ci sono stati infatti più di 28.300 casi segnalati e oltre 500 morti.

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Coronavirus, il video del rettore dell’Università per stranieri di Siena con gli studenti cinesi: “Ci sono virus più pericolosi, come il razzismo”

Un video per sensibilizzare contro gli episodi discriminatori e di intolleranza verso la comunità cinese che dall’inizio della diffusione del coronavirus sono successi in diverse città italiane. Circondato dai suoi studenti di origini cinesi, il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Pietro Cataldi, ha registrato un messaggio: “Credo che in questi giorni più che mai sia un onore avere questi studenti cinesi come ospiti e poter esprimere a loro e alle loro famiglie la partecipazione dell’Italia al rischio che la Cina sta correndo. Per ora si tratta solo di un rischio perché le persone gravemente infette sono un numero esiguo: una ogni 100mila”. Il rettore, poi, parla di un virus “molto pericoloso”, quello “del razzismo e della discriminazione“. Infine, un appello all’umanità: “Non dimentichiamolo che in questo momento gli studenti cinesi presenti in Italia hanno la preoccupazione delle loro famiglie, di quello che rischia di succedere nel loro paese – dice Cataldi – Sarebbe veramente grave se l’amicizia, l’affetto reciproco che abbiamo con questo popolo, dimentichi il lato umano per lasciare spazio a una superstizione assolutamente una superstizione paragonabile a quella che avevano nel 600 raccontata da Manzoni nei Promessi sposi. Tutti l’abbiamo studiata a scuola, dovremmo sapere che la superstizione, pensiero antiscientifico, non porta altro che danni”.

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Coronavirus, l’appello della Cina: “Abbiamo bisogno di tute, occhiali protettivi e mascherine”. Il Vaticano ne invia 700mila

Gli appelli c’erano stati anche nei giorni scorsi. Ma ancora oggi la Cina “necessita urgentemente” di materiale protettivo e di equipaggiamenti medici con l’epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan che continua a tenere un passo sostenuto, visto che i 361 morti attuali hanno superato i 349 della Sars del 2003, mentre i contagiati sono più di 17mila. I ricercatori, intanto, proseguono negli studi per individuare la cura e lo Spallanzani di Roma è stato il primo in Europa ad isolare il virus. “Quello di cui la Cina necessita urgentemente allo stato sono le maschere mediche, le tute e gli occhiali protettivi”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, in un briefing online con i media. E anche oggi, a conferma di quanto annunciato nei giorni scorsi da Putin, la Russia fa sapere che presto invierà “aiuti umanitari“. I documenti riguardanti gli aiuti umanitari alla Cina – ha spiegato la vice premier russa Tatiana Golikova in una riunione con il nuovo prmieri Mikhail Mishustin – sono praticamente pronti”. Chi invece ha già provveduto all’invio di dispositivi medici è il Vaticano, che ha spedito in Cina circa 600-700mila mascherine. A pagarle sono state la Santa Sede e i gruppi cristiani cinesi in Italia e sono state raccolte dalla Farmacia Vaticana a partire dal 27 gennaio (100mila solo nel primo giorno) da tutta Italia. Le confezioni recanti lo stemma dell’Elemosineria sono state quindi trasportate a Fiumicino, da dove compagnie aeree tra cui la China Southern Airlines hanno fornito la spedizione gratuita. Una volte arrivate a destinazione, le mascherine sono state inviate nella provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia da coronavirus, situata nella Cina centrale, e nelle province della Cina orientale dello Zhejiang e del Fujian.

Il premier cinese Li Keqiang, a capo della task force anti-virus, nei giorni scorsi aveva sollecitato ancora gli sforzi per assicurare la produzione e le forniture di materiali medici e aveva chiesto aiuto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di favorire gli approvvigionamenti delle forniture mediche più urgenti dai Paesi membri dell’Ue attraverso i canali business. Il paradosso è che le aziende di camici protettivi e di mascherine a uso medico basate nelle province dell’Henan e del Fujian forniscono la metà della produzione mondiale.

Contagi e vittime – Gli stranieri contagiati in Cina sono sedici finora, di cui due già dimessi dall’ospedale, gli altri 14 sono tutti in quarantena e versano in condizioni stabili. La Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di ieri, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475. In Europa i contagiati sono al momento 21.

“Usa diffondono panico” – Durante la conferenza stampa la portavoce ha accusato alcuni Paesi, specialmente gli Stati Uniti, di diffondere “panico” con le reazioni fuori misura all’epidemia di coronavirus di Wuhan. Gli Usa, includendo anche il bando imposto all’ingresso dei viaggiatori cinesi, “non hanno provveduto ad alcuna assistenza sostanziale”, ma hanno creato panico ininterrottamente”. “Abbiamo offerto aiuto alla Cina” aveva detto il presidente Donald Trump in un’intervista a Fox. Gli Stati Uniti hanno offerto l’aiuto del Centers for Disease Control and Prevention alla Cina sul coronavirus ma non hanno ancora ricevuto una risposta.

Vertice dei ministri del G7 – Un vertice in teleconferenza con i ministri della Salute del G7 e un incontro con i capigruppo di tutte le forze politiche italiane “a cui sarà presente anche la Lega” sono in agenda oggi per fare il punto ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza, durante la trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. “Oggi è stata convocata in via straordinaria una riunione del G7 dei ministri della Salute molto importante perché in questo momento ogni Paese si sta organizzando in maniera autonoma, ma questa è una partita di portata globale e la si può affrontare solo con una coordinazione internazionale”. Il virus di Wuhan sarà anche al centro della riunione prevista alle 18.30, a cui il ministro ha convocato “i capigruppo di tutte le forze del Parlamento. Ho parlato personalmente – ha aggiunto – con i capigruppo delle forze di opposizione, ricevendo assicurazioni della presenza da parte di tutti”, quindi anche la Lega “sicuramente ci sarà”.

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Coronavirus, italiano con la febbre costretto a rimanere in Cina. Atterrato l’aereo con gli altri. Iniziato il ponte aereo per i turisti

È atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare l’aereo gli italiani che hanno lasciato la città focolaio del coronavirus Wuhan. Dopo i controlli medici, che sono stati effettuati sul posto, è risultato che stanno bene. Anche saranno sottoposti a ulteriori test. Ad attenderli, comunque, c’è il campus olimpico della Cecchignola dove verranno sottoposti ad un periodo di quarantena per due settimane, il tempo massimo di incubazione del virus.

I connazionali, accompagnati dal viceministro della Salute Pierpaolo Silieri hanno viaggiato su un Boeing 767 del quattordicesimo stormo dell’Aeronautica militare, equipaggiato per l’assistenza sanitaria, con medici e infermieri a bordo. Ora nell’aeroporto di Pratica di Mare saranno sottoposti a controlli nell’area di biocontenimento allestita nelle tende militari. Quelli che dovessero manifestare sintomi da contagio da coronavirus saranno portati all’ospedale Spallanzani. Gli altri saranno trasferiti in pullman, scortati da polizia e carabinieri, alla Cecchignola. Uno degli italiani che doveva partire non è potuto salire sull’aereo diretto a Roma perché aveva la febbre. I protocolli sanitari internazionali vietano di salire a bordo a chi mostra sintomi che potrebbero essere riconducibili al coronavirus, per la tutela degli altri passeggeri. Il connazionale, assicurano fonti diplomatiche, è seguito attentamente da personale medico, dell’ambasciata e del ministero degli Esteri cinese. L’Unità di crisi della Farnesina è in stretto contatto con la famiglia.

È il giorno delle partenze e degli arrivi forzati in un clima che sembra quasi da guerra. È atterrato invece poco dopo le 6 all’aeroporto di Fiumicino, proveniente da Taipei, il primo volo della China Airlines (CI75) operato con un Airbus A350 per il rimpatrio dei turisti cinesi. L’annuncio dell’avvio, a partire da oggi, del ponte aereo da e per la Cina, era stato dato ieri dal Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Angelo Borrelli. All’arrivo gli italiani hanno trovato tende da campo militari che sono state allestite nello scalo, mentre all’interno di un hangar è stata predisposta l’attrezzatura per i primi controlli medici e preparata anche una tenda di biocontenimento, pronta per qualsiasi eventuale emergenza.

Per gli italiani che sono rimasti bloccati nella città di Wuhan è quasi finito un incubo. Ma sono tanti anche quelli sparsi nell’intera Cina, e non nella regione di Hubei fulcro dell’emergenza, che vorrebbero tornare in Italia, preoccupati per la diffusione del virus. Numeri esatti non se ne fanno: almeno 500 avrebbero però già chiesto assistenza per il rientro. E per loro si lavora ad una soluzione nell’ambito del complesso piano che le autorità italiane stanno mettendo a punto per affrontare la situazione. Sulla carta resta la possibilità di rientrare attraverso un collegamento aereo non diretto, facendo scalo in quegli aeroporti internazionali le cui compagnie aeree continuano ad operare con la Cina, per poi proseguire per gli scali italiani (sottoponendosi alla procedura di controllo decisa per tutti i viaggiatori provenienti da quel Paese). Ma è allo studio anche la possibilità di usare gli aerei che dovrebbero partire potenzialmente vuoti dalla Cina per rimpatriare i cinesi che hanno difficoltà a rientrare per il blocco dei voli deciso dall’Italia.

La Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di ieri, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475. I 361 morti, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), hanno superato i decessi della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 ne fece 349, secondo i numeri ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars.
Nel primo giorno utile di ritorno al lavoro, sono almeno 24 le province e municipalità cinesi, come Shanghai, Chongqing e il Guandong, che invece hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio. Sono aree che nel 2019 hanno pesato per oltre l’80% in termini di contributo al Pil della Cina e per il 90% all’export. L’Hubei, cuore dell’epidemia, non ripartirà prima del 14 febbraio, sempre che non si richieda una “appropriata estensione” del periodo di ferie, ha scritto venerdì il Quotidiano del Popolo.

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Coronavirus, crollano le Borse cinesi: mai così male dal 2015. Analista: “Possibile calo del 10% delle consegne di iPhone nel primo trimestre”

Il coronavirus ha iniziato a colpire anche l’economia cinese. Al ritorno agli scambi dopo il lungo Capodanno lunare, le Borse del Dragone sono affondate: l’indice composito di Shanghai è crollato del 7,72%, mentre quello di Shenzhen ha segnato un tonfo dell’8,41%. È stata la giornata peggiore dal 2015 (non dal 2007 come precedentemente riportato). Nel frattempo la Banca centrale ha iniziato a mettere in campo le misure a sostegno della liquidità dei mercati e di supporto all’economia annunciate nel fine settimana. Inoltre, le 24 province che rappresentano l’80% del Pil e il 90% delle esportazioni del Paese, come Shanghai, Chongqing e il Guandong, hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio.

La Cina si è trovata anche costretta a chiedere agli altri Paesi forniture di emergenza di camici protettivi e mascherine, nonostante ne sia il maggior produttore al mondo, con una quota del mercato globale pari al 50%. Il coronavirus ha colpito anche le consegne di smartphone, che secondo alcune stime sono calate del 50-60% durante le feste di Capodanno. Inoltre, Apple ha chiuso tutti i negozi e gli uffici in Cina fino al 9 febbraio e secondo l’analista Ming-Chi Kuo il virus influirà sulle vendite di iPhone nel primo trimestre, previste in calo del 10% rispetto alle stime precedenti.

Nella seconda economia del mondo rischia di bloccarsi anche il mercato del lavoro. I 288 milioni di lavoratori migranti cinesi, che rappresentano più di un terzo della forza lavoro totale, sono in un limbo. Una buona parte di loro proviene proprio dalla parte centrale della Cina, che include la provincia dell’Hubei, ora isolata, da dove è partita l’epidemia. E dove non si tornerà a lavoro prima del 14 febbraio, anche se potrebbe essere richiesta una “appropriata estensione” del periodo di ferie, ha scritto venerdì il Quotidiano del Popolo. Spostarsi fra le varie zone del Paese è sempre più difficile: anche fuori dalla regione di Wuhan le autorità locali hanno sospeso alcuni trasporti in autobus a lungo raggio e hanno imposto posti di blocco sulle strade. Alcune imprese, sentite dal Financial Times, hanno avvertito che questo provocherà una carenza di manodopera che potrebbe ripercuotersi sulla produzione.

Inoltre, la Banca centrale cinese ha iniettato 1.200 miliardi di yuan attraverso repo (pronti contro termine) a 7 e 14 giorni, con un effetto netto di 150 miliardi, pari a 19,3 miliardi di euro. È la più grande operazione di mercato aperto realizzata in un solo giorno dal 2004. Il tasso per entrambi i repo è stato tagliato di 10 punti base per entrambi. I repo sono forme di sostegno alla liquidità a breve termine attraverso uno scambio tra titoli finanziari e denaro. I pronti contro termine a tassi più bassi servono ad “assicurare ampia liquidità durante questo periodo speciale di contenimento del virus”, ha comunicato la Banca centrale cinese, che continuerà a “monitorare da vicino” la liquidità sui mercati.

Il Financial Times e Bloomberg affermano che l’autorità regolatrice del mercato finanziario cinese ha comunicato a broker e fondi comuni d’investimento di limitare le vendite di azioni: la soglia netta giornaliera per la vendita delle azioni di società ad alta capitalizzazione è di 100 milioni di yuan, mentre è di 10 milioni di yuan per quelle delle società a bassa capitalizzazione. Inoltre sono state sospese da lunedì fino a data da destinarsi le sessioni notturne di scambio di futures, un tipo standardizzato di contratto a termine frequentemente utilizzato nei mercati finanziari. Sabato la Banca centrale ha esortato le banche ad aumentare i prestiti all’intera economia e ha annunciato che darà alle istituzioni finanziarie in operazioni di rifinanziamento 300 miliardi di yuan (circa 39 miliardi di euro) per aiutarle a erogare credito ad alcune società particolarmente colpite dall’epidemia. Inoltre, alle banche è stato detto di non ritirare i prestiti dalle aziende colpite dal virus, anzi di rinnovare quelli esistenti o di tagliare i tassi di interessi.

A causa delle misure di contenimento adottate da Pechino per frenare l’epidemia, la domanda di petrolio da parte della Cina è crollata di circa 3 milioni di barili al giorno, pari al 20% del fabbisogno totale. Lo riporta Bloomberg, che cita dirigenti di gruppi petroliferi cinesi e occidentali. È il più grave shock che la domanda di petrolio ha subito dai tempi della crisi finanziaria del 2008 e il più improvviso dall’attacco alle Torri Gemelle.

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Coronavirus, l’Italia blocca i voli diretti dalla Cina ma “non ci sono controlli su chi fa scalo”: la testimonianza a Sono le Venti (Nove)

L’Italia ha dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per il coronavirus, con il contestuale blocco dei voli da e per la Cina. Una passeggera italiana, tuttavia, è arrivata a Milano, facendo scalo a Mosca, “senza alcun controllo sullo stato di salute”. La testimonianza a Sono le Venti, il programma condotto da Peter Gomez in onda alle 19.55 sul Nove.

SONO LE VENTI, il nuovo programma di Peter Gomez, è prodotto da Loft Produzioni per Discovery Italia e sarà disponibile anche su Dplay (sul sito www.it.dplay.com – o scarica l’app su App Store o Google Play) e su sito www.iloft.it e app di Loft. Nove è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9

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Coronavirus, l’analisi su i primi 425 casi accertati: “Risalgono già a metà dicembre. Incubazione di 5,2 giorni”

In attesa di maggiori dati il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ha pubblicato un paper sul New England Journal of Medicine in cui si evidenza che risalgono a metà dicembre i primi casi di trasmissione da uomo a uomo del coronavirus 2019-nCoV e sono quindi precedenti perfino alla notifica dei primi casi dell’infezione. Gli esperti hanno analizzato i dati sui primi 425 casi confermati a Wuhan – la città di undici milioni di abitanti focolaio del virus – per determinare le caratteristiche della diffusione della polmonite da coronavirus (Ncip) nella popolazione. “Abbiamo raccolto – scrivono gli autori dell’analisi – informazioni su caratteristiche demografiche, cronologia dei contagi e tempi di malattia dei casi di Ncip confermati in laboratorio che erano stati segnalati entro il 22 gennaio 2020”.

È emerso che tra i primi 425 pazienti con polmonite da coronavirus confermata, l’età media era di 59 anni e il 56% era di sesso maschile. La maggior parte dei casi (55%) con esordio prima dell’1 gennaio 2020, erano collegati al mercato all’ingrosso dei frutti di mare di Huanan, rispetto all’8,6% dei casi successivi. Il periodo medio di incubazione è stato di 5,2 giorni.

L’analisi indica inoltre che nelle sue fasi iniziali, i contagi sono raddoppiati ogni 7,4 giorni. Sulla base di queste informazioni, scrivono gli esperti “ci sono prove che la trasmissione da uomo a uomo sia avvenuta dalla metà di dicembre 2019“. Gli epidemiologi cinesi avvertono che se “dinamiche simili si verificano anche altrove saranno necessari sforzi considerevoli per ridurre la trasmissione, in modo da controllare i focolai” e sottolineano che le “misure per prevenire o ridurre la trasmissione dovrebbero essere attuate nelle popolazioni a rischio“.

L’articolo sul New England Journal of Medicine

L’articolo Coronavirus, l’analisi su i primi 425 casi accertati: “Risalgono già a metà dicembre. Incubazione di 5,2 giorni” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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