Razionalizzare e migliorare misure come il reddito di cittadinanza, accelerare i processi di digitalizzazione, raddoppiare gli sforzi per le riforme strutturali. Sono le direttrici che l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, indica all’Italia dopo oltre 3 mesi di lockdown e dopo aver superato la crisi sanitaria dovuta al coronavirus. “Oggi ci troviamo in piena crisi mondiale, una crisi sanitaria, economica e sociale. E’ la crisi più grave che nessuno di noi abbia mai conosciuto” ha detto il segretario generale Miguel Angel Gurria, presentando il rapporto a Parigi. Prospettive economiche quasi drammatiche se è vero, come stima l’Ocse, che si parla della riduzione del 6 per cento di riduzione del Pil per il 2021 che, sottolinea Gurria, “supera ampiamente tutte le riduzioni verificatesi negli ultimi 60 anni dalla creazione dell’Ocse”. Per Gurria, dunque, non ci può essere “ripresa economica solida” se la pandemia non viene messa “sotto controllo”.

Concetto che vale due volte tanto per l’Italia che, in caso di una seconda ondata di contagi e eventuali chiusure forzate, avrebbe a che fare con un rischio altissimo per l’economia. Il Pil italiano potrebbe crollare del 14% nel 2020 prima di risalire del 5,3% nel 2021. Se si riuscirà invece a scongiurare il ritorno del nemico invisibile, il Pil dovrebbe calare dell’11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021. Gli effetti si vedrebbero ovviamente anche sul debito pubblico: in caso di seconda ondata passerebbe dal 134,8 per cento del Pil del 2019, al 169,9 del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021. Se invece la seconda ondata fosse scongiurata il debito pubblico passerà al 158,2 per cento del 2020, per poi riscendere al 152,2 del 2021.

L’articolo Pil, in caso di seconda ondata per l’Ocse crollo del 14%. “Rafforzare reddito di cittadinanza, ma ora digitalizzazione e riforme strutturali” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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