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Liguria, ‘tra divieti e strade chiuse, raggiungere Genova sta diventando un incubo’

Pur non essendo cattolico – ma anzi subendo il fascino di altre religioni come lo Shinto – nei giorni scorsi ho scoperto che almeno un cero devo portarlo anch’ io a Giovanni Nepomuceno martire, il Santo protettore dalle frane e dalle alluvioni, perché la sera di giovedì scorso, dopo una giornata di pioggia torrenziale avevo attraversato proprio il ponte della A6 che sarebbe crollato domenica.

Tornavo da Ceva dove avevo proiettato il documentario Crisi complessa (girato con Mario Molinari e Giovanna Servettaz), in cui si racconta la crisi industriale del savonese. Bene uno dei problemi – denunciati sia dal sindacato che da confindustria – è proprio la crisi delle infrastrutture che oggi, sta trasformando non solo il savonese ma l’intera Liguria in un arcipelago di enclavi sempre più isolate.

Ieri ho chiesto a un’amica di Fb, Marina Ottonello, che a Masone, in Vallestura, ha un negozio di piante e oggettistica, di raccontarmi com’è oggi la sua giornata.

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Dopo la caduta del ponte Morandi – mi scrive – e con la chiusura prima totale e ora a corsie ridotte di alcuni tratti dell’autostrada, il viaggio per Genova sta diventando sempre più un incubo. Se prima partivo alle 5 stamattina, ora ho anticipato la sveglia alle 4. Alle 4,20 ho imboccato il mitico Turchino un po’ con la paura delle code e un po’ con quella di sprofondare letteralmente nel vuoto. Alle 5,45 sono arrivata al mercato fiori e velocemente ho comprato. Appena partita si è messo a piovere a dirotto, facevo la gimkana fra un divieto, una strada chiusa, un vigile che al buio provava a dare indicazioni, un bidone della spazzatura piazzato in mezzo alla strada con un lampeggiante come avviso di pericolo, un triangolo sistemato su una presunta buca…

Finita la gimkana, sempre al buio, finalmente sono entrata in autostrada e alle 7,40 ero finalmente a Masone. La giornata di lavoro doveva iniziare ma la fatica più grossa l’avevo già fatta: raggiungere Genova! Al ritorno c’era pure la nebbia! Pensa a chi deve andarci tutti i giorni per lavoro! Pensa a chi debba raggiungere un ospedale: noi in valle non ne abbiamo più. C’è solo una guardia medica a Campo Ligure… Anche la statale per Ovada è chiusa per frane.

La linea ferroviaria Acqui Terme-Genova, è sempre incasinata mentre la linea degli autobus Atp continua a tagliare le corse. Penso che siamo tutti tesi e spaventati da questa Italia che va a rotoli. Anni fa Alessandro Baricco descriveva Masone come il posto più piovoso d’Italia: “Dalle mie parti – scriveva – è un nome famoso. Quando proprio ti va tutto storto, ma storto davvero, da noi si dice: poteva andarmi peggio, potevo essere nato a Masone… Tutte le nebbie e le nubi d’Italia arrivano lì, si stoppano contro la montagna e, incapaci di un salvifico scatto di reni che le porterebbe al mare, lì si fermano, e lì si lasciano morire: esattamente sopra, e dentro, Masone. Tre chilometri e una galleria più in là è già sole, e mare, e donne, e felicità. Lì, è purgatorio. In realtà avrebbe potuto vivere con grande dignità la propria jella metereologica, tranquillo nella sua valletta solitaria, senza che nessuno ne sapesse nulla; ma neanche questo, gli hanno concesso: ci han fatto passare l’autostrada, a Masone, quattro corsie dal mare e verso il mare, piene di gente che va e viene, ci hanno messo anche l’uscita col casello così è tutto un carosello di asfalto che gira, e sopra le nuvole, e tu che attacchi il tergicristallo e pensi poteva andarmi peggio, potevo nascere a Masone”. […]

Beh, io non lo sono triste a Masone perché amo la vita di paese, ma non posso dimenticare che negli anni settanta i miei nonni in poco tempo furono sfrattati dopo una vita di sacrifici per fare posto al casello di Masone e adesso, dopo aver pagato quarant’anni di pedaggi, mi fa davvero arrabbiare non avere una strada praticabile in tranquillità.

Basterebbe poco, un po’ meno avidità un po più rispetto. Mi sono dilungata troppo lo so… ma oltre che la mia opinione questa è la realtà. Ciao buonanotte. Marina.

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Volevano costituire un partito neonazista: 19 perquisizioni in tutta Italia. C’è anche uno ‘ndranghetista ex referente di Forza Nuova

Volevano costituire un nuovo partito filonazista, xenofobo e antisemita in Italia che avrebbe preso il nome di Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori. Ma le indagini della Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno hanno portato a 19 perquisizioni in tutta la Penisola nei confronti di altrettanti estremisti di destra. Tra questi c’è anche un esponente di spicco della ‘ndrangheta ed ex legionario che, secondo le ricostruzioni, è il componente dell’organizzazione incaricato di fornire addestramento militare ai membri del gruppo. L’uomo, un pluripregiudicato calabrese, ha un passato da collaboratore di giustizia ed ex referente di Forza Nuova per il ponente ligure.

Dalle indagini è emerso anche che alcuni degli accusati avevano fatto riferimento a una disponibilità di armi ed esplosivi e avevano condotto attività di reclutamento attraverso i propri account social. In particolare, gli indagati avevano anche creato una chat chiusa denominata “Militia”, finalizzata all’addestramento dei militanti.

Il gruppo aveva tentato anche di accreditarsi in diversi circuiti internazionali, avviando contatti con organizzazioni di rilievo come Aryan Withe Machine-C18, espressione del circuito neonazista Blood & Honour inglese, e il partito d’estrema destra lusitano Nova Ordem Social. Un percorso che ha trovato concreta realizzazione in occasione della ”Conferenza Nazionalista” svoltasi lo scorso 10 agosto a Lisbona con l’obiettivo di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione “nazionalsocialista” di Portogallo, Italia, Francia e Spagna: nella circostanza, un’indagata è intervenuta in qualità di relatrice, distinguendosi per l’accesa retorica antisemita del proprio intervento.

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Roma, neonata di 5 mesi morta in un campo rom: indagini in corso per chiarire cause del decesso

Una neonata di 5 mesi è morta questa mattina nel campo rom di via Candoni a Roma. A lanciare l’allarme sono stati i soccorritori del 118 che sono intervenuti sul posto per tentare di rianimare la bambina e, dopo averne constatato il decesso, hanno avvisato i carabinieri. Saranno le indagini, a cui partecipano anche i Carabinieri della Compagnia Roma Eur, coordinate dal pm di turno, a chiarire le cause della morte.

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A26, adesso anche il Pd attacca Autostrade: ‘Garantisca sicurezza o faccia passo indietro’. Toti: ‘C’era tempo di lastricare d’oro i viadotti’

La chiusura dell’A26 per verifiche da parte di Autostrade sui viadotti Fado e Pecetti dopo la segnalazione della procura di Genova sui “gravi ammaloramenti” delle due infrastrutture rischia di mettere in ginocchio la Liguria, con Genova prossima all’isolameto, e provoca uno scossone politico. Perché di fronte all’ennesima contestazione dei magistrati anche nel Pd inizia ad alzarsi voci che chiedono misure forti nei confronti del concessionario.

“Non abbiamo più tempo. Chi non è in grado di garantire la sicurezza e la viabilità, faccia un passo indietro”, è la richiesta del deputato ligure Franco Vazio, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera. Parole che arrivano mentre Autostrade ha deciso di riaprire parzialmente la viabilità del tratto tra l’allacciamento con la A10 e lo svincolo di Masone, evitando almeno in parte l’isolamento di Genova, già gravata dal crollo del ponte Morandi. Una situazione che ha mandato su tutte le furie il governatore ligure Giovanni Toti che parla di “tempo di guerra” e chiede “stanziamenti straordinari” nonché uno “scudo legislativo” per “agire” e “mettere in sicurezza l’asset più importante della logistica di questo Paese, cioè 4 porti della Liguria”. Quindi ha attaccato anche Autostrade: “Per un anno e 4 mesi non si è fatto assolutamente niente. Aspi in 1 anno e 4 mesi avrebbe dovuto lastricare d’oro quei viadotti perché ne aveva il tempo e le possibilità e non aspettare a muoversi quando la procura glielo ha chiesto”.

Il primo passo del formale del governo lo ha compiuto il ministro per le Infrastrutture, Paola De Micheli, che in mattinata ha incontrato i vertici della concessionaria di proprietà della holding della famiglia Benetton. La convocazione è scattata lunedì sera, subito dopo la chiusura per “verifiche” del Fado e del Pecetti, quest’ultimo al centro dell’inchiesta sui presunti falsi report, nata dall’indagine per il collasso del Morandi. L’amministratore delegato Roberto Tomasi, spiega la società, ha “illustrato le modalità tecniche individuate per riaprire al traffico l’autostrada A26″ e “ha manifestato l’intenzione di accelerare ulteriormente il piano nazionale di interventi sulla rete”.

In mattinata è stata anche convocata anche una Giunta regionale straordinaria per fare il punto. Le prime misure già predisposte e prevedono separazione del traffico merci da quello privato lungo sulla strada Guido Rossa e su lungomare Canepa, da e per il porto di Genova. Il sindaco Marco Bucci ha disposto l’utilizzo gratuito dell’intera rete urbana di trasporto pubblico Amt fino alla cessazione dell’emergenza per la chiusura dell’A26 che sta provocando gravi disagi al traffico cittadino. Toti ha invece chiesto al ministero e ad Autostrade “di avere tutti i caselli gratis sulla rete autostradale ligure” fino a quando la situazione non sarà risolta.

L’arrabbiatura di Toti – che ha chiesto anche una “task force” per Genova, un “advisor tecnico” per comprendere la reale situazione del sistema viabilità e si è domandato dove siano finiti i tecnici del ministero – è condivisa dal procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi: “Le istituzioni devono avere consapevolezza. Non si può girare la testa dall’altra parte. Non faccio allarmismo, è consapevolezza della situazione”, ha detto a Radio 24. Il procuratore ha poi proseguito: “Condivido le parole del presidente della Regione Toti, occorre un altro passo e un piano generale di intervento sullo stato delle infrastrutture. Non è compito della procura verificare se sono o meno in condizioni di sicurezza”.

Per il M5s, quello della A26 è un episodio che “va a confermare i sospetti sulle abnormi responsabilità di Autostrade per l’Italia in merito alle mancate manutenzioni, emersi in tutta la loro drammaticità il 14 agosto del 2018″. In un post sul Blog delle Stelle si legge: “Ora ci chiediamo: è pensabile che una regione, con uno dei centri produttivi più importanti del Mediterraneo, sia appesa a un filo e si trovi a vivere in queste condizioni, a causa dell’incuria e della sciatteria della holding dei Benetton?”, definiti i “signori del casello”. Duro anche il commento del vice-ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni: “Quello che è grave sui viadotti che una società privata, dopo i disastri che ha fatto l’anno scorso in cui sono morte 43 vittime, evidentemente è nelle stesse condizioni. Se la procura è intervenuta evidenziando questi report falsi è una gravità impressionante perché chi mette a repentaglio la sicurezza degli italiani è un criminale”.

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Maltempo, frane ed esondazioni in Liguria: 122 sfollati. Una dispersa nell’Alessandrino. Il Po supera il livello di guardia in Piemonte

In Liguria ci sono 122 sfollati e 374 persone sono rimaste isolate a causa delle frane. Mentre ora a preoccupare è la situazione del Po che ha superato il livello di guardia: nel Cuneese Cardé è finita sott’acqua, decine le abitazioni allagate. Sempre in Piemonte, nella provincia di Alessandria, una donna di 52 anni è dispersa: l’auto su cui viaggiava è finita nel fiume Bormida a Sezzadio. È rimasta intrappolata nel mezzo, mentre gli altri due occupanti, un uomo di 62 anni e una donna di 31, sono riusciti a liberarsi. L’auto è stata trascinata via dalla piena.

LIGURIA – In tre ore sono caduti 100 millimetri di pioggia. È la zona del Savonese quella più colpita dal maltempo nella notte tra sabato e domenica. La situazione peggiore ad Albisola Superiore dove il rio Basco è esondato. Ci sono sfollati, fa sapere l’amministrazione comunale, che segnala anche frane che hanno isolata la frazione di Ellera. Savona città sabato sera era allagata nella parte più vicina al mare. Tra Altare e Mallare ci sono altri 14 sfollati, tra i quali due disabili, a causa di una frana che minaccia le loro abitazione. In provincia di Genova, nel Comune di Sant’Olcese, 9 persone sono state sfollate per uno smottamento boschivo che si è avvicinato alle abitazioni.

L’autostrada A10 è chiusa per un frana tra Varazze e Arenzano in direzione Genova. In Liguria è ancora in allerta rossa, fino alle 12 a Genova e fino alle 15 nelle province di Savona e Imperia. Il governatore Giovanni Toti su Facebook ha segnalato le situazioni più critiche: “Ancora piogge con allagamenti e disagi diffusi, soprattutto su Savona, Val Bormida e Genova. Vi raccomandiamo di limitare il più possibile gli spostamenti e di prestare la massima attenzione – ha aggiunto Toti – Seguite tutti gli aggiornamenti tramite i siti di riferimento tra cui quello di Regione Liguria e allertaliguria.gov.it. Grazie ancora una volta ai previsori, ai volontari e a tutti coloro che stanno lavorando senza sosta per la nostra sicurezza”.

PIEMONTE – Nella provincia di Alessandria invece un’auto con a bordo tre persone è finita nel fiume Bormida: due dei tre occupanti, che sono riusciti a liberarsi e sono stati soccorsi dai vigili del fuoco, sono stati trasferiti in ospedale. Mentre una donna di 52 anni risulta dispersa. L’auto è stata trascinata via dalla piena: sul posto stanno intervenendo i carabinieri con un elicottero nel tentativo di rintracciare il veicolo. Non è chiara al momento la causa dell’incidente, avvenuto sulla strada provinciale 186 in prossimità del comune di Sezzadio.

Intanto la piena del Po ha superato la soglia di guardia e ha raggiunto il livello di 4 metri e 13 centimetri. Sott’acqua è finito Cardè, il primo paese della pianura Padana nel Parco del Po Cuneese. La piena ha invaso il centrale corso vittorio Emanuele II, mentre nelle vie laterali l’acqua ha raggiunto anche il metro d’altezza. Decine le abitazioni che hanno subito allagamenti. Allagati anche i Murazzi e il Borgo Medievale a Torino, dove causa maltempo è stata annullata la maratona, in programma questa mattina.

La Ferrero ha fermato per sabato e domenica, in via precauzionale, la produzione dolciaria nello stabilimento di Alba per il rischio che il fiume Tanaro, già esondato in alcuni punti a Niella Tanaro, possa tracimare. Alzate anche le paratie a protezione dell’azienda.

VENEZIA – Nel frattempo un nuovo allarme per l’acqua alta spaventa Venezia. Secondo quanto rende noto il Centro maree del comune, il livello dell’acqua ha superato di poco i 130 centimetri intorno alle ore 9.30 e un altro picco di 120 cm è atteso alle ore 21.35. La Centrale operativa della Polizia locale informa che a causa dell’acqua alta è stato chiuso temporaneamente il ponte votivo per la Basilica della Salute. “La marea si è fermata, il picco attorno ai 130-135 cm alle 9.30. Ringrazio tutti gli operatori del ICPSMVenezia che tengono la città informata con le previsioni. Un servizio che ci permette di essere preparati nonostante la sequenza di eventi straordinari di questi giorni”, scrive su Twitter il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

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