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Coronavirus, per i Länder tedeschi Natale e Capodanno con massimo 10 persone. In Francia alleggerimento in tre fasi

L’accordo sarà discusso domani alla riunione con la cancelliera Angela Merkel. Ma intanto i ministri-presidenti dei Laender tedeschi hanno trovato un’intesa per le misure di contenimento per Natale e Capodanno: dal 23 dicembre al primo gennaio sarà possibile ritrovarsi con altri nuclei familiari o altri singoli per un massimo di 10 persone, esclusi i ragazzi al di sotto dei 14 anni, mentre si invitano tutti i cittadini ad una quarantena preventiva auto-imposta prima delle festività.

Un elemento contenuto nelle bozze del documento che sarà discusso mercoledì e che prevede anche l’intenzione dei Land di prolungare il lockdown-light fino al 20 dicembre. Intanto i casi in Germania aumentano: nelle ultime 24 ore si sono registrati 13.554 tamponi positivi e 249 decessi, mentre nel giorno precedente i contagi erano stati 10.864. Con gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Robert Koch, sale a 942.687 il numero totale dei casi in Germania ed a 14.361 quello dei decessi provocati dal Covid.

La Francia invece, che ha annunciato la decisione sull’apertura o meno degli impianti sciistici entro 10 giorni, attende l’intervento del presidente Emmanuel Macron, in programma per questa sera alle 20. A tre settimane dall’entrata in vigore delle restrizioni, in mattinata il capo dello stato francese ha in programma di riunire un Consiglio di Difesa per fare il punto sulla situazione. Come per i suoi precedenti interventi pubblici, si prevedono alti indici di ascolto, anche se l’incertezza è meno forte questa volta e il quadro generale è stato anticipato. L’alleggerimento si farà in tre tappe, intorno al primo dicembre, prima di Natale e all’inizio del prossimo anno. Macron ha anticipato domenica di voler dare ‘chiarezza e coerenza” ma il premier Jean Castex – che descriverà le misure nel dettaglio giovedì pomeriggio – ha voluto sottolineare ieri sera che si va semplicemente verso un “leggero allentamento del confinamento”.

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Attentato Nizza, arrestato un 47enne: forse ha avuto contatti con il killer. Ministro Interno: “Aspettiamoci altri attacchi come questo”

Brahim Aoussaoui ha agito da solo, ma nonostante abbia dichiarato agli inquirenti di essere l’unico responsabile del feroce attacco alla cattedrale di Notre-Dame di Nizza, giovedì mattina, la polizia sta cercando di ricostruire la catena di contatti dell’uomo per capire se, invece, dietro di lui si nasconda una regia che lo ha guidato fino alla chiesa, coltello in mano, per sgozzare tre persone. Le autorità hanno infatti arrestato un uomo di 47 anni, secondo quanto riporta Bfmtv che cita fonti della polizia, sospettato di aver avuto contatti con l’attentatore il giorno prima dell’attacco.

Il governo, dopo le parole di ieri sera del presidente Emmanuel Macron che ha annunciato un rafforzamento della presenza militare sul territorio, con l’operazione ‘Sentinelle’ che passerà da 3mila a 7mila uomini, promette di entrare “in guerra” per estirpare le sacche di radicalismo diffuse nel Paese. “Non siamo in guerra contro una religione, ma contro un’ideologia, l’ideologia islamista”, ha dichiarato in un’intervista a Rtl il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin. “Siamo in guerra contro un nemico che è sia interno che esterno – ha aggiunto – Quando si è in guerra, si deve comprendere che ci sono stati e ci saranno altri fatti come questo attentato ignobile“.

Darmanin ha poi aggiunto che le autorità francesi hanno espulso 14 stranieri “radicalizzati” nell’ultimo mese e altre 18 “espulsioni” saranno eseguite nei prossimi giorni. Se “si deve lottare contro gli stranieri che si sono radicalizzati, questo non è il caso” dell’assalitore della basilica di Nizza, poiché non era noto né ai servizi francesi né europei, ha precisato.

Intanto, emergono particolari sull’identità delle tre vittime dell’estremista, due donne e un uomo. Quest’ultimo era il sacrestano della cattedrale, 45enne, padre di due ragazze. Mentre tra le donne, quella che ha tentato di rifugiarsi in un bar ed è poi morta per le ferite riportate è una 40enne di origini brasiliane, come confermato dal governo di Brasilia, che prima di morire ha detto ai suoi soccorritori: “Dite ai miei figli che li amo”. Della terza vittima, al momento, si sa solo che si tratta di una donna sui 60 anni.

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Attentato Nizza, dalle minacce di al-Qaeda agli attacchi di Erdogan a Macron e Charlie Hebdo: la Francia è di nuovo nel mirino dei jihadisti

Il fondamentalismo islamico mondiale ha scelto l’obiettivo da colpire: la Francia. E se si deve cercare una data d’inizio della nuova campagna jihadista in territorio francese, il primo settembre rappresenta inevitabilmente uno spartiacque. È quello il giorno in cui ha avuto inizio il processo nei confronti dei 14 imputati per la strage nella redazione del settimanale parigino Charlie Hebdo e anche la data scelta dalla rivista per ripubblicare le vignette sul Profeta Maometto che causarono l’ira dei gruppi jihadisti internazionali e dei loro adepti. A nemmeno due mesi da quel giorno, con il Paese di nuovo scosso dall’attentato alla cattedrale di Notre-Dame di Nizza, dove un uomo armato di coltello ha sgozzato tre persone al grido di “Allah Akbar”, la Francia non ha conosciuto tregua: le promesse di vendetta da parte di al-Qaeda, un attentato sotto la vecchia sede del settimanale, la feroce decapitazione del professore Samuel Paty per mano di un estremista ceceno, la nuova campagna di attentati all’estero lanciata dallo Stato Islamico. E poi lo scontro a distanza tra il presidente Emmanuel Macron, che ha parlato in difesa della libertà di espressione nel Paese, e i presidenti di Turchia ed Egitto, Recep Tayyip Erdoğan e Abdel Fattah al-Sisi, che invece parlano di “offesa” al mondo musulmano, con il Sultano che ha querelato Charlie Hebdo per l’ultima vignetta che lo vede protagonista e paragonato la condizione dei musulmani in Europa a quella degli ebrei durante il nazismo.

Erdogan contro Charlie Hebdo: fomenta l’islamismo per nascondere le difficoltà interne
Il presidente turco ha un problema enorme in patria che non sa come risolvere: una terribile crisi della valuta che ha portato la Lira ai minimi storici. Una situazione economica che, aggravata dalla pandemia di coronavirus, ha fatto perdere sostegno interno al leader dell’AkParti. E lui, come già successo in passato, ha tentato di esternalizzare il problema. Lo ha fatto prima con le provocazioni riguardo alle esplorazioni nel Mediterraneo orientale, ha poi replicato la strategia fomentando di nuovo il conflitto in Nagorno-Karabakh al fiano dell’Azerbaigian che, in Turchia, presenta anche risvolti nazionalisti in funzione anti-armena. Adesso stimola il nazionalismo islamico turco ergendosi a difensore dei diritti della Umma, la comunità islamica mondiale, dopo la pubblicazione delle vignette e i primi attentati jihadisti in Francia.

Dopo Nizza, il governo di Ankara ha raddrizzato il tiro dicendosi “solidale con il popolo francese contro il terrorismo e la violenza”, ma le dichiarazioni dei giorni scorsi hanno contribuito a far crescere la tensione. Le parole che hanno dato origine allo scontro risalgono al 24 ottobre, quando l’uomo forte di Ankara, dopo che il presidente francese aveva promesso una stretta sull’Islam radicale e una riforma per rendere compatibile la religione ai “valori della Repubblica”: “Qual è il problema di Macron con l’Islam ed i musulmani? – aveva dichiarato – Deve fare delle cure per la sua salute mentale. Cosa si può dire a un capo di Stato che tratta in questo modo milioni di membri di una minoranza religiosa nel suo Paese? Prima di tutto, che ha bisogno di un controllo mentale”.

Da lì è nato un botta e risposta tra il leader turco, sostenuto anche dal suo omologo egiziano (“la libertà di espressione si ferma quando offende i sentimenti di oltre 1,5 miliardi di persone”), dal premier pakistano Imran Khan e da alcuni Paesi del Golfo come l’Arabia Saudita, e le cancellerie europee che hanno condannato le frasi di Erdoğan, tutto a pochi giorni dall’uccisione di Samuel Paty. E l’offensiva del presidente non si è fermata: il 26 ottobre ha fatto un “appello alla Nazione, non comprate più prodotti francesi“. E ancora, dopo aver chiesto all’Ue di fermare Macron e “l’islamofobia”, ha dichiarato che “in Europa contro i musulmani si sta compiendo una campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale”. Fino al 28 ottobre, quando è uscita la nuova copertina del settimanale satirico parigino che raffigura il leader sul Bosforo intento ad alzare la gonna di una donna in abito islamico. La risposta di Erdoğan non si è fatta attendere: “Sono convinto che annegheranno nell’odio dell’Islam e della Turchia che hanno alimentato. È la dimostrazione che l’Europa sta ritornando alla barbarie. Sono delle canaglie“, ha dichiarato prima di querelare la testata e dichiarare che “Macron vuole di nuovo le Crociate”.

La chiamata alla armi dello Stato islamico e le promesse di vendetta di al-Qaeda
I messaggi dei due principali gruppi fondamentalisti islamici a livello mondiale non avranno certo la stessa cassa di risonanza delle dichiarazioni di fuoco del presidente turco, ma sanno come arrivare al cuore dei soggetti più radicalizzati sparsi per l’Europa. I primi a promettere vendetta sono stati gli uomini del gruppo fondato da Osama bin Laden. Dopo la ripubblicazione delle vignette su Maometto, la formazione guidata da Ayman al-Zawahiri ha atteso la data simbolica dell’11 settembre per tornare a minacciare la Francia: nel numero 3 del magazine qaedista One Ummah, oltre alle celebrazioni per i 19 anni dagli attentati che colpirono gli Stati Uniti, era contenuta “una nuova introduzione su Charlie Hebdo” che “pagherà il prezzo” per la pubblicazione delle vignette, di nuovo.

A questa promessa di vendetta si è poi unita, nei giorni scorsi, la nuova chiamata alle armi da parte dello Stato Islamico che, come già successo in passato, ha lanciato una campagna ribattezzata Answer the call che invita tutti i combattenti all’estero a sferrare attacchi, in special modo contro le prigioni al fine di liberare i detenuti islamisti, come successo già nella Repubblica Democratica del Congo. L’ennesimo invito al martirio, al sacrificio in nome dell’Islam, che ha portato la Francia al centro del mirino dei fondamentalisti islamici.

Twitter: @GianniRosini

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Coronavirus, picco di casi in Francia: 13.500 in 24 ore. La Germania torna ai numeri di aprile. Uk, Jonhson pronto a nuove restrizioni

In Francia i numeri sui contagi continuano a fare paura, con lo spetto di un nuovo lockdown che incombe sull‘Europa. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 13.498 nuovi casi, ha reso noto la sanità pubblica in serata. Per il secondo giorno consecutivo è stata così superata la soglia dei 13mila casi, quasi 300 in più rispetto a ieri, con 58 nuovi focolai segnalati.

Nell’ultima settimana i casi di coronavirus sono cresciuti esponenzialmente in praticamente tutti i Paesi del Vecchio Continente e la tanto temuta “seconda ondata” del virus sembra essere imminente oltre che, come ha rilevato il premier britannico Boris Johnson, inevitabile. Tanto che il premier si dice pronto a maggiori restrizioni, ma a Londra un migliaio di manifestanti contrari alle misure di lockdown, alle mascherine e al distanziamento sociale per l’epidemia di coronavirus, in nome dello slogan “Resist and Act for Freedom” (Resisti e agisci per la libertà) si è radunata a Trafalgar Square, dove ci sono state tensioni e qualche tafferuglio con la polizia. Ma i dati preoccupano, e per due giorni consecutivi si batte il record di contagi in 24 ore: sono stati registrati 4.422 nuovi casi, 100 in più rispetto al giorno precedente. È il numero più alto dall’8 maggio. Il bilancio complessivo è di oltre 390mila casi. Le nuove vittime sono 27, 41.759 in totale.

In Germania, intanto, sono stati registrati quasi 2.300 nuovi casi, come non accadeva da aprile, mentre in Francia i contagi e i decessi (balzati a 13.215 e 123, record di questa fase) sono tripli rispetto al Regno di Elisabetta. La Spagna è stata costretta ad annunciare un nuovo giro di vite persino nella capitale Madrid. Preoccupano anche la Repubblica Ceca, la Danimarca, l’Olanda: quest’ultima, ha detto il premier Mark Rutte, studia “misure regionali” dopo i quasi 2 mila casi di giovedì, molti dei quali nelle città più grandi, il quarto record consecutivo di contagi giornalieri. Anche la Grecia è pronta a una stretta su Atene.

A preoccupare non è solo l’aumento dei contagi ma soprattutto il numero di ospedalizzati, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi. Per questo i governi stanno intervenendo con provvedimenti sempre più restrittivi delle libertà di movimento, incalzati dai moniti dellOrganizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che parla di “grave situazione contagi in Europa” chiedendo così ai vari Paesi un approccio diverso, prendendo come esempio positivo la Svezia, criticata nei mesi scorsi da numerosi esperti per le mancate restrizioni messe in campo dal governo, soprattutto in tema di sostenibilità e coinvolgimento dei cittadini: “Bisogna riconoscere – ha detto la funzionaria Catherine Smallwood – che la Svezia ha evitato l’incremento di casi” nell’ultimo periodo “che si sta verificando in altri Stati, in particolare in Europa occidentale, e penso che ci siano lezioni da imparare dall’approccio svedese, in particolare sulla sostenibilità e il coinvolgimento dei cittadini“.

E non va meglio oltre i confini europei: sono oltre 951mila i morti in tutto il mondo e più di di 30,5 milioni di casi confermati. Secondo gli ultimi dati della John Hopkins University sono stati altri 230.884 i contagi mondiali nelle ultime 24 ore. Il Brasile sale a 4,4 milioni di contagi – terzo dopo Usa (6,7) e India (5,3) – e Israele apre le celebrazioni del Capodanno ebraico sotto la cappa di un secondo lockdown nazionale già operativo (primo Paese del pianeta a ricorrervi), oltre che di dati da record mondiale di casi in rapporto alla popolazione.

Germania – Sono quasi 2.300 i nuovi contagi da coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Germania, il livello più alto dallo scorso aprile. Lo riferisce il Robert Koch Institut (Rki), il centro epidemiologico tedesco: si tratta di 2297 infezioni, portando il numero complessivo a 270 mila. Sono 6, sempre nelle 24 ore, i decessi registrati, per un totale di 9.384. I guariti, sempre stando al conteggio del Koch Institut, sono 239mila. Il livello più alto di contagi giornalieri era stato registrato tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, con circa 6.000 infezioni. In agosto solo una volta si era tornati a superare i 2.000 contagi al giorno.

Regno Unito – Boris Johnson trascorrerà il weekend valutando se decidere nuove restrizioni anti Covid dopo aver detto che il Regno Unito “ora sta assistendo ad una seconda ondata”. Negli ultimi giorni i contagi hanno sfiorato la quota di 5 mila al giorno (+32% dalla settimana scorsa) per la prima volta dallo scorso 8 maggio. Nelle ultime 24 ore i contagi hanno toccato quota 4.422. Per questo, secondo quanto riporta la Bbc, il governo britannico sta valutando il divieto degli incontri tra gruppi familiari diversi e la riduzione degli orari di apertura per pub e ristoranti. Al momento già 13,5 milioni di britannici, circa un quinto della popolazione, sono soggette a restrizioni varate nei giorni scorsi per cercare di rallentare la marcia del virus. Venerdì il premier aveva detto che non “vuole adottare misure di lockdown” ma che è necessario rafforzare quelle di distanziamento. “Chiaramente quando guardiamo a quello che sta succedendo ci si chiede se si debba fare di più della regola del sei fissata lunedì“, ha aggiunto riferendosi alla provvedimento che vieta le riunione di oltre sei persone.

Spagna – La Spagna rimane il Paese più in crisi: nelle ultime due settimane qui sono morte 825 persone, in media 60 al giorno, e i reparti di rianimazione ospitano già 1331 dei 10 mila ricoverati per Covid. A preoccupare è soprattutto l’area di Madrid: per questo da lunedì 37 distretti saranno soggetti al lockdown per frenare l’aumento del Covid-19. Il provvedimento riguarda oltre 850mila persone, che saranno sottoposte a restrizioni per i viaggi e agli assembramenti. I residenti potranno lasciare la loro zona solo per andare al lavoro, a scuola o per assistenza sanitaria. Gli incontri sociali saranno limitati a sei persone, i parchi pubblici saranno chiusi e le attività commerciali dovranno abbassare la saracinesca entro le 22. La Spagna ha il maggior numero di casi di coronavirus in Europa, e Madrid è di nuovo la regione più colpita. Secondo i dati della Johns Hopkins University, i nuovi casi sono 625.651 e i tassi di infezione nella regione di Madrid sono più del doppio della media nazionale, come afferma il governo spagnolo. Il Paese era già stato tra i più colpiti dalla prima ondata di infezioni con 30mila morti.

Francia – Cresce l’allarme Coronavirus in Francia, dove nelle ultime 24 ore sono stati individuati 13.215 nuovi contagi, una cifra record mai toccata dalla primavera scorsa quando il Paese era in pieno lockdown, a cui si aggiungono 123 morti. Positivo anche il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, mentre continuano a esplodere mini focolai in tutto il Paese, in particolare nelle università. Macron: “Abbiamo una cosa sola da fare, batterci, batterci, batterci”, ma al momento si tende ad escludere un nuovo lockdown totale.

Russia – Il numero di casi di coronavirus rilevati nell’ultimo giorno in Russia ha superato le 6.000 unità per la prima volta dal 19 luglio. Lo ha detto il quartier generale operativo per combattere la diffusione del coronavirus. Secondo la sede centrale, la crescita giornaliera è stata dello 0,56%, il numero totale di persone infette ha raggiunto quota 1.097.251. Il numero di morti è invece aumentato di 144 casi contro i 134 del giorno precedente e ha raggiunto un totale di 19.339 persone. Secondo il centro il numero totale di morti è l’1,76% di tutte le persone infettate in Russia.

India – Per più di cinque settimane l’India ha segnato il record giornaliero dei casi nel mondo. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 93.337 nuovi casi, portando il totale a oltre 5,3 milioni contagi su quasi 1,4 miliardi di abitanti. Per quanto riguarda i decessi, sono stati 1.247 in un giorno. Gli studiosi prevedono che entro poche settimane diventerà il Paese più colpito dalla pandemia, superando gli Stati Uniti. Il governo del primo ministro Narendra Modi ha dovuto affrontare aspre critiche da parte dell’opposizione in Parlamento per la gestione della pandemia che ha lasciato milioni di persone senza lavoro. Più di 10 milioni di lavoratori migranti hanno abbandonato le grandi città e sono tornati nei loro villaggi con l’annuncio del lockdown, lo scorso 24 marzo. Questi spostamenti hanno causato la diffusione del virus in tutto il Paese, specialmente nelle zone rurali e più povere.

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Coronavirus, Francia: fuga da Parigi. Germania: “Pandemia può durare 2 anni. Rispetto misure o milioni di infetti”. Volkswagen ferma produzione. Usa, Ohio cancella le primarie

A Parigi, come in Italia lo scorso fine settimana, i francesi affollano le stazioni dei treni per lasciare la capitale dopo il discorso alla nazione del presidente Emmanuel Macron, che ha annunciato restrizioni simili a quelle del nostro Paese e della Spagna. Parigi ha annunciato anche lo stanziamento di 45 miliardi di euro per sostenere imprese e lavoratori e fare fronte all’emergenza coronavirus. In Germania Volkswagen è pronta a sospendere la produzione in molte fabbriche nel Paese e in Europa, e il presidente del Robert Koch Institut tedesco, Lothar Wieler, ha dichiarato che “da oggi il rischio per la popolazione tedesca per il contagio sarà classificato come alto”. Ad oggi l’istituto registra 6012 casi positivi ufficiali, “ma noi sappiamo che i casi sono certamente di più. I test – ha aggiunto – vanno fatti in modo molto strategico”. Wieler ha inoltre sottolineato che “le misure adottate per il contenimento in Germania vanno rispettate altrimenti nel giro di pochi mesi milioni di persone saranno contagiate, e questo va assolutamente evitato”. La diffusione, come in altri Paesi – Italia inclusa – va rallentata per consentire al sistema sanitario di reagire, e per evitare che molti malati in condizioni gravi arrivino allo stesso tempo nelle strutture sanitarie. “Le pandemie vanno avanti a ondate, questo è noto. La pandemia da Coronavirus, stando alle nostre valutazioni, potrà durare due anni. Ovviamente tanto più presto arriverà il vaccino tanto meglio è. Bisogna capire se protegga effettivamente contro la malattia e se è sicuro sul fronte di altri possibili effetti collaterali”, ha concluso.

Guardando all’altra sponda dell’Atlantico, in Ohio il governatore Mike DeWine, ha deciso di rinviare le primarie previste per oggi che si tengono però in Florida, Illinois e Arizona. La Cina intanto ha registrato ieri un solo caso a Wuhan, focolaio del coronavirus, e altri 20 di contagio di ritorno. In tutto i contagi “di ritorno” sono 143.

Francia – Ad annunciare il maxistanziamento per imprese e lavoratori è stato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. Le Maire, parlando alla radio Rtl, ha aggiunto che il governo stima un calo dell’1% del pil nel 2020. Secondo il ministro la lotta contro il coronavirus è “anche una guerra economica e finanziaria violenta che durerà a lungo”. Le Maire si è detto pronto a ricorrere a “tutti i mezzi” compresa la nazionalizzazione per “proteggere” le imprese francesi minacciate dalla crisi. Il ministro della Salute Olivier Véran ha confermato che sono state adottate “le stesse misure di contenimento in vigore in Italia e Spagna“, anche se alcuni provvedimenti variano marginalmente, ad esempio sul tipo di esercizi commerciali che possono restare aperti”. E come è successo in Italia con la fuga da Nord a Sud, anche a Parigi – scrive Bfmtv – i francesi affollano le stazioni dei treni per lasciare la capitale.

Belgio – Cinque persone sono morte ieri facendo raddoppiare il numero dei decessi nelle ultime 24 ore: adesso si contano 10 morti. Ieri in mattinata le autorità sanitarie nel bollettino quotidiano avevano infatti riferito di cinque morti. Il centro di crisi nazionale ha già segnalato 172 nuove infezioni ieri mattina.

Usa – Cancellate le primarie democratiche in Ohio, anche se il governatore Mike DeWine ha annunciato che il segretario di Stato cercherà una via giudiziaria per estendere le opzioni di voto.

Cina – I morti sono stati 13, di cui 12 nella provincia dell’Hubei – di cui Wuhan è capoluogo – e uno in quella di Shaanxi. Tra i casi mortali, nove sono stati rilevati a Pechino, tre a Shanghai e nel Guangdong, e uno nelle province di Zhejiang, Shandong, Guangxi, Yunnan e Shannxi. I contagi di ritorno sono così saliti a 143. Il primo gruppo di personale sanitario di 3.675 unità, tra medici e infermieri, sta facendo rientro a casa dopo aver lavorato nell’Hubei. A Wuhan, focolaio dell’epidemia, è operativa da oggi la quarantena obbligatoria di 14 giorni e a proprie spese per tutti gli arrivi dall’estero. Le autorità di Wuhan hanno deciso di far riprendere gradualmente la registrazione dei matrimoni.

Scontro Usa-Cina – La Cina accusa Donald Trump di infangare il Paese dopo che il tycoon ha scritto “virus cinese” in un tweet, per imputare al coronavirus i danni alle industrie e al business Usa. In conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang ha detto che la Cina “si oppone con forza” all’uso di quelle parole. Oms e comunità internazionale “sono chiaramente contrari a legare il virus a Paesi e regioni specifici”, ha affermato Geng, notando che tutti si oppongono “alla creazione di un marchio infamante. Gli Usa dovrebbero prima prendersi cura delle loro questioni”.

Finlandia – Dichiarato lo Stato di emergenza: scuole chiuse. La premier Sanna Marin ha annunciato che oggi il governo approverà formalmente un piano in 19 punti che permetterà anche la chiusura immediata dei confini se sarà necessario, con l’esclusione dei cittadini finlandesi che rientreranno nel Paese – come il governo chiede loro di fare – e per merci e forniture sanitarie. La chiusura delle scuole è prevista da domani fino al 13 aprile, ma la misura non prevede gli asili anche se Marin ha esortato le famiglie a tenere, se possibile, i bambini a casa. Chiusi anche musei, biblioteche, teatri e centri sportivi. I dipendenti pubblici saranno invitati quando possibile a lavorare da casa. Alle persone ultra settantenni viene raccomandato di evitare i contatti con altre persone. Il ministro delle Finanza, Katri Kulmuni ha detto che il governo sta preparando uno stanziamento straordinario da 27 miliardi di dollari per l’emergenza. In Finlandia ci sono 272 casi di coronavirus registrati.

Venezuela – Di fronte all’aumentare dei casi di coronavirus, arrivati a 33, il presidente Nicolas Maduro ha proclamato “una quarantena sociale” in tutto il Paese per impedire la diffusione del virus. Inoltre, Maduro ha detto che la Cina ha già assicurato sostegno ed aiuto al Paese con l’invio di personale e materiale sanitario ed ha anche ringraziato il governo cubano per l’assistenza ricevuta. “Per ogni caso di Covid-19, vi sono altri 27 da scoprire”, ha aggiunto spiegando la necessità di rompere “la catena della trasmissione ed isolare gli infettati: quello che stiamo facendo è giusto”, ha concluso. Il sistema sanitario venezuelano è gravemente compromesso dalla tracollo economico che ha spinto milioni di persone a lasciare il Paese.

Afghanistan – Decine di pazienti tenuti in quarantena a Herat hanno spaccato i vetri delle finestre e attaccato il personale sanitario per evadere dall’ospedale dove erano tenuti in isolamento per contenere la diffusione del coronavirus in Afghanistan. Secondo quanto riferito ad al-Arabiya da Abdul Hakim Tamana, responsabile della direzione sanitaria della provincia di Herat, sono 38 le persone che sono riuscite a scappare. Erano tutte rientrate da poco all’Iran e tra loro c’era almeno un caso confermato di Covid-19.
Intanto sono saliti a 22 i casi confermati di Covid-19 in Afghanistan, come ha riferito il ministero della Sanità di Kabul. La maggior parte è stata registrata a Herat.

Egitto – Salgono a 166 i contagiati, quattro i decessi. In un solo giorno si sono verificati 40 nuovi casi e due morti. Le ultime due vittime sono un egiziano di 50 anni entrato in contatto con una donna morta la scorsa settimana a causa del Covid-19 e un tedesco di 72 anni morto in un ospedale di Luxor, dove un battello da crociera sul Nilo era stato posto in quarantena. Di qui la decisione del premier egiziano Mostafa Madbouly di sospendere i collegamenti aerei da e per l’Egitto “dal 19 ak 31 marzo”, come ha annunciato nel corso di una conferenza stampa trasmessa in tv. Prevista, nel frattempo, la sanificazioni di ospedali e attrazioni turistiche.

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Coronavirus: Francia, deputato contagiato: è in rianimazione. Prima vittima in Uk. Usa, 14 morti. Infermieri americani: “Carenza di preparazione”. Costa Fortuna bloccata al largo di Phuket

Oltre 400 contagi in Germania e Francia, dove il deputato 68enne Jean-Luc Reitzer di Les Republicains – il partito dell’ex presidente Nicolas Sarkozy – è risultato infetto ed è stato ricoverato in terapia intensiva. Il 25 febbraio era in Aula mentre questa settimana era assente. Contagiato anche un barista dell’Assemblea, che si trova in auto-isolamento, mentre è sospetto un lavoratore del ristorante del Parlamento. Entrambi i locali, che sono in Rue de l’Université 101 a Parigi, oggi restano chiusi. E oltre ai passeggeri della Grand Princess, bloccati a San Francisco e in attesa dei risultati dei test per potere sbarcare, anche gli oltre duemila a bordo della Costa Fortuna restano al largo di Phuket, in Thailandia. Al momento il paese consiglia e non impone l’isolamento ai turisti italiani, ma gli ultimi giorni hanno visto una successione di messaggi contrastanti sul tema da parte del governo di Bangkok, sempre molto attento a preservare la propria immagine agli occhi dei turisti stranieri, dato che il settore turistico rappresenta una parte fondamentale del Pil. Sulla Costa Fortuna ci sono 64 connazionali.

Prosegue l’emergenza coronavirus nel mondo, mentre negli Usa dove le vittime sono finora 14, il contagio si è esteso a 14 Stati – il National Nurses United (Nnu), il più grande sindacato degli infermieri americano che conta 150mila iscritti, ha denunciato una carenza di preparazione ed equipaggiamento in molti ospedali e cliniche del Paese per fronteggiare l’emergenza del coronavirus. Da un sondaggio cui hanno risposto in 6500, sono emersi risultati “allarmanti”, ha detto la direttrice del Nnu, Bonnie Castillo: solo il 29% ha riferito che c’è un piano per isolare i potenziali pazienti contagiati nei loro posti di lavoro, il 23% ha ammesso di non sapere neppure se c’è un piano, oltre un terzo ha rivelato di non avere accesso alle maschere protettive e la metà non ha ricevuto alcuna informazione sul coronavirus dai datori di lavoro. Sul fronte istituzionale però Trump, oltre a smentire i dati dell’Oms sulla mortalità in base a una sua “impressione”, cerca di tranquillizzare: “Tutti devono state calmi. Andrà tutto bene, speriamo che non duri troppo a lungo”, ha detto in un dibattito su Fox News, dove ha però sottolineato, come elemento “che gli piace”, che “la gente ora sta negli Usa, spende i suoi soldi negli Usa“. La Corea del Sud, che ieri per l’Organizzazione mondiale della Sanità forniva dati incoraggianti e una curva in calo dei contagi, ne registrati altri 196 rispetto all’ultimo bollettino del pomeriggio di ieri, per un totale di infezioni salito a 6.284. I decessi sono saliti a 42. La Cina ha riportato 30 nuove vittime, 143 nuove infezioni e 16 cosiddetti “contagi di ritorno”, i casi importati da persone arrivate nel Paese. I 4 segnalati a Pechino arrivano tutti dall’Italia. Nel complesso, sono 3.042 le persone decedute in Cina per il Covid-19. Sono tutti collegati all’Italia i quattro nuovi casi “importati” di coronavirus segnalati a Pechino e confermati dalle autorità cinesi.

Francia – Parigi rinuncia alla maratona primaverile e la rinvia al 18 ottobre. Anche la mezza maratona, che doveva tenersi il primo marzo, è stata rinviata a dopo la pausa estiva, il 6 settembre.

Regno Unito – La prima vittima è un’anziana con patologie pregresse deceduta al Royal Berkshire Hospital di Reading.

Usa – Sono 14 i morti e 228 i casi. Secondo Cnn solo nello stato di Washington 13 persone sono morte causa della diffusione del nuovo coronavirus. Jeff Tomlin, dirigente dell’EvergreenHealth di Kirkland, ha confermato il decesso nella struttura di 11 pazienti risultati positivi ai test. In precedenza la Cnn aveva riferito anche di una 80enne morta a casa e un 50enne deceduto al Harborview Medical Center nello stato di Washington. Un’altra persona è morta due giorni fa in California. Primo caso anche in Colorado: si tratta di un uomo sui 30 anni arrivato a Denver da un altro Stato e che ha sviluppato i sintomi due giorni dopo. Ora è in isolamento mentre la sua fidanzata è in quarantena. In California i paracadutisti della Guardia nazionale hanno portato sulla nave da crociera Grand Princess i kit per sottoporre a test per il nuovo coronavirus alcuni dei 3.500 passeggeri a bordo. Il test è stato effettuato su 45 persone dell’equipaggio e passeggeri, dopo che una persona che aveva partecipato a un precedente viaggio è morta per Covid-19 e altre quattro persone sono risultate infette. Alla nave sono stati vietati attracco e sbarco per precauzione, mentre in California i casi di contagio sono 49, di cui una persona morta. La compagnia di navigazione Princess Cruises ha spiegato che i risultati dei tamponi sono attesi oggi. La compagnia è la stessa della Diamond Princess, che era stata messa in quarantena in un porto giapponese la scorsa settimana: oltre 700 persone a bordo erano state contagiate. gng

Corea del Sud – Conferma che ieri nel Paese si sono registrati 518 nuovi casi di coronavirus per un totale di 6.284 persone infettate e 42 morti. I dati sono stati diffusi dai Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), come riporta l’agenzia Yonhap. La maggior parte dei nuovi casi si registrano nella sola città sudorientale di Daegu (367) e nella vicina provincia del Gyeongsang Settentrionale (123). Le vittime sono per lo più anziani con patologie pregresse.

Cina – Sono ormai 3.042 i morti in Cina a causa dell’epidemia di nuovo coronavirus. Nel gigante asiatico, come confermato dalle autorità sanitarie di Pechino, i casi di infezione sono in totale 80.552 (23.784 pazienti ancora ricoverati, 53.726 dimessi dagli ospedali e guariti più le vittime). Gli ultimi dati della Commissione nazionale per la salute relativi alla giornata di ieri parlano di 143 nuovi casi confermati e di altre 30 vittime, una nella provincia insulare di Hainan e 29 nella provincia di Hubei, la più colpita dall’epidemia. Ieri 1.681 persone sono state dimesse dagli ospedali della Repubblica Popolare. Al 5 marzo la Cina segnala 36 casi “importati” in totale: 11 nella provincia di Gansu, quattro a Pechino e uno a Shanghai.

Iran – Morto l’ex vice ministro degli Esteri, Hossein Sheikholeslam. Il diplomatico 67enne, numero due della diplomazia della Repubblica Islamica negli anni Ottanta, è deceduto in un ospedale di Teheran. Sheikholeslam è stato anche parlamentare, ambasciatore in Siria e consigliere per la politica estera del capo del Parlamento, Ali Larijani, e del ministro degli Esteri Javad Zarif.

Taiwan – Le autorità hanno chiesto a 103 persone di isolarsi in quarantena nelle loro abitazioni dopo essere state in contatto ravvicinato con un musicista australiano poi risultato positivo al coronavirus. L’uomo, arrivato il 23 a Taiwan da Londra via Singapore, ha suonato con l’orchestra nazionale per un evento in programma il 28 febbraio dopo essersi recato il 27 presso una clinica denunciando sintomi influenzali, febbre e tosse. Infine ha ripreso l’aereo per Adelaide via Brisbane. Quando è emersa la notizia del contagio, il Centro per il controllo delle epidemie ha stabilito che dovranno chiudersi in quarantena i 27 musicisti dell’Orchestra nazionale sinfonica di Taiwan, gli amici del musicista, gli spettatori, lo staff dell’albergo, equipaggio e passeggeri del volo che ha preso.

Argentina – Secondo caso “importato” di coronavirus in Argentina. Si tratta, si legge sul sito del Clarin, di un 23enne rientrato nel Paese il primo marzo da un viaggio nel nord Italia e attualmente ricoverato alla casa di cura Otamendi di Buenos Aires dopo aver manifestato il 3 marzo tosse, febbre e malessere generale. Al momento “le condizioni generali del paziente sono buone”, hanno fatto sapere i medici. Il 3 marzo l’Argentina ha confermato il primo caso di coronavirus, un uomo tra i 40 e i 45 anni rientrato da un viaggio in Spagna e Italia con un volo diretto da Roma a Buenos Aires.

Cisgiordania – Il presidente Abu Mazen ha proclamato lo stato di emergenza da questa mattina, dopo che ieri a Betlemme sono stati individuati 7 casi di coronavirus. Di conseguenza, scuole, località turistiche e luoghi di culto chiusi. Ai palestinesi è stato chiesto di ridurre gli spostamenti fra le città, in particolare a Betlemme. Il ministro israeliano della difesa Naftali Bennett ha imposto (“d’intesa con l’Autorità palestinese (Anp)”) il blocco cautelativo della città.: nessuno al momento può entrare o uscire, salvi casi di estrema necessità.

Filippine – Primo caso di trasmissione locale. Le autorità hanno confermato che è risultato positivo ai test per il nuovo coronavirus un 62enne che non ha lasciato mai il Paese. L’uomo è stato ricoverato il primo marzo per una “grave polmonite” e ieri è risultato positivo agli esami. Un altro filippino di 48 anni è risultato positivo dopo essere rientrato nel Paese da Tokyo. Entrambi sono ricoverati in ospedale in isolamento. In precedenza le Filippine avevano già confermato tre casi di contagio: tutti viaggiatori cinesi, uno dei quali è poi morto a causa dell’epidemia.

Guatemala – Dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’epidemia di coronavirus, nonostante qui non si sia registrato sinora nessun caso di Covid-19. “Durante il Consiglio dei ministri abbiamo deciso di dichiarare lo stato di calamità pubblica su tutto il territorio nazionale”, ha confermato via Twitter il presidente Alejandro Giammattei. Il relativo decreto entrerà “immediatamente” in vigore con la pubblicazione e, ha assicurato il presidente, “aumenteranno i controlli alle frontiere”. “Chiarisco che nel Paese non c’è un solo caso” di coronavirus, ha aggiunto. Nel vicino Messico sono cinque i casi.

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Salva Stati, Eurogruppo rinvia firma a gennaio 2020. Il presidente Centeno: “Raggiunto accordo di principio”

L’Eurogruppo ha raggiunto un accordo di principio su “tutti gli elementi della riforma” del Mes, incluse le “note esplicative” sulle clausole di azione collettiva (le cosiddette Cacs), su cui l’Italia si è battuta durante la riunione. A dirlo è stato lo stesso presidente, Mario Centeno, che ha così spiegato i motivi che porteranno a un rinvio del trattato: serve ancora lavoro tecnico su altri aspetti che sarà terminato nella riunione di gennaio. Dopodiché il testo sarà tradotto nelle diverse lingue nel corso del primo semestre 2020, e nel secondo semestre sarà ratificato.

Di fatto, quindi, i governi dell’area euro hanno trovato un accordo politico sul contenuto, ma servirà un piccolo rinvio ‘tecnico’. Il tutto mentre in Italia resta ancora infuocata la polemica politica sulla riforma. Anche in Francia, per la verità, c’è fibrillazione, con l’Eliseo che deve fare i conti con alcuni problemi con il valore legale del testo: da qui il sì convinto al rinvio, in modo da permettere un ulteriore lavoro tecnico. Non c’ ancora consenso, invece, sull’Unione bancaria, la cui discussione slitta assieme a gennaio.

Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno aveva già escluso la riapertura di una discussione sui contenuti, annunciando però che la firma del nuovo Mes avverrà nei primi mesi del 2020 e non nel summit di dicembre. Tempistica che darà modo anche ai Paesi di affrontare le loro discussioni parlamentari. Non è detto che all’Italia basti guadagnare un po’ più di tempo, ma comunque è un risultato per ora perché anche il summit dei leader Ue del 12-13 dicembre non dovrà prendere una decisione definitiva. “C’è una logica di pacchetto, rimaniamo vincolati a questa prospettiva”, ha ripetuto il premier Giuseppe Conte da Londra, rassicurando ancora una volta che difenderà gli interessi dell’Italia e ribadendo di non vedere rischi. Ma Matteo Salvini ha invece attaccato: “Da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso. E Conte dice invece che è aperto. Non mi stupirebbe l’ennesima bugia, bisogna fermare la firma contro qualcosa che è contro l’interesse nazionale“.

Per il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, al suo primo Eurogruppo, il Mes non va ritardato. “È questo il momento giusto per fare passi avanti” sia sul fondo che sull’Unione bancaria, perché “abbiamo lasciato alle spalle il momento di crisi più difficile e non siamo certi di come si svilupperà la situazione economica nei prossimi anni”. E rassicura gli italiani sulla riforma che “non danneggia né l’Italia né nessuno”. Gentiloni ha messo però in guardia sul terzo e ultimo pilastro dell’Unione bancaria, lo schema di assicurazione dei depositi: “Mi auguro che l’avvio della discussione sui depositi bancari (Edis, ndr) sia fatto col piede giusto”. Al momento, infatti, sul tavolo c’è ancora la proposta tedesca che comprende una diversa valutazione del rischio dei titoli di Stato detenuti dalle banche. Anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco rassicura sulla riforma del Mes, perché introduce modifiche “di portata complessivamente limitata”. La riforma, ha insistito, non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani.

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