Archivio Tag: Liguria

Ponte Morandi, ancora melina da Toti e Bucci sulla costituzione di parte civile contro Aspi: il consiglio regionale rifiuta di votare l’odg M5s

Dopo il consiglio comunale di Genova, anche quello regionale della Liguria sceglie di non esprimersi sulla costituzione di parte civile dell’Ente nel processo penale per il crollo del ponte Morandi. Martedì la maggioranza di centrodestra ha rifiutato di mettere ai voti l’ordine del giorno del M5s che impegnava il Presidente e la giunta ad avanzare in giudizio – e non altrove – “la richiesta risarcitoria per i danni subiti in conseguenza del tragico evento”, ricordando che “la Regione e tutta la cittadinanza sono state gravemente danneggiate, sia sotto il profilo del danno patrimoniale che di quello non patrimoniale”. Si trattava dell’ultima occasione utile, perché l’udienza preliminare – in cui si formalizzano le richieste di costituzione di parte civile – è fissata al 15 ottobre prossimo, mentre il Consiglio non sarà più convocato per le votazioni fino alla fine del mese. La melina sull’argomento del governatore Giovanni Toti e del sindaco di Genova Marco Bucci dura ormai da mesi: anche a palazzo Tursi – sede dell’assemblea comunale del capoluogo – i consiglieri pentastellati denunciano un continuo insabbiamento dei propri atti aventi a oggetto la costituzione di parte civile, tra cui varie interrogazioni e la richiesta di una seduta monotematica.

La domanda è semplice: Regione e Comune entreranno nel processo, combattendo la battaglia giudiziaria al fianco delle vittime del disastro, o accetteranno un soddisfacente accordo stragiudiziale a molti zeri con Autostrade per l’Italia? Toti finora non si è sbilanciato: e nessuno lo immagina particolarmente ostile nei confronti della concessionaria, visto che in una delle intercettazioni agli atti delle indagini sulle barriere fonoassorbenti lo si ascolta offrirsi all’ex ad Giovanni Castellucci come “ambasciatore” per una “moral suasion” sul governo di allora allo scopo di evitare la revoca della concessione, in cambio di un contributo economico al salvataggio di Carige. Mentre lo staff di Bucci, a precisa domanda del Fatto, da un lato rispondeva che “il sindaco ha dichiarato in tutte le sedi che il Comune si costituirà parte civile”, ma dall’altro precisava: “Non si esclude che l’amministrazione possa accettare un risarcimento congruo“. E il sindaco, intervistato dal Secolo XIX sul rifiuto di una discussione in assemblea, aveva ammesso in modo candido: “Ci sono cose che in Consiglio possono essere dette e altre no”.

Ma cosa è successo in assemblea regionale? L’ex candidato governatore per centrosinistra e 5 Stelle, Ferruccio Sansa – oggi capo dell’omonimo gruppo – denuncia che una volta aperta la discussione sull’ordine del giorno, i consiglieri di centrodestra “hanno fatto ostruzionismo, intervenendo uno per uno e sostenendo che ci volesse più tempo per parlare di un argomento così delicato. Poi, una volta arrivate le 18, hanno abbandonato l’aula in massa, sostenendo che la seduta dovesse essere tolta. Non hanno nemmeno il coraggio di dire apertamente che sono contrari”. In effetti, il voto avrebbe rischiato di mettere i consiglieri di maggioranza in una posizione assai scomoda, stretti tra l’impopolarità di un “no” difficile da spiegare e il rischio di votare un atto che avrebbe avuto effetti vincolanti sulle scelte della giunta. “Promettere di mettere la mozione al primo punto del prossimo consiglio votante è una vergognosa presa in giro, visto che non servirà più a nulla”, attacca il primo firmatario, il capogruppo M5s Fabio Tosi. Duro anche il Pd: “Vedere la destra fuggire per un atto che doveva essere doveroso per la nostra Regione è un’immagine molto triste“.

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Autostrada A12, il viadotto valle Ragone chiude ai mezzi pesanti: traffico in tilt nel Tigullio. Il Mit: “Frenate tir possono deformare le pile”

La chiusura dell’autostrada A12 Genova-Livorno ai mezzi superiori ai 35 quintali sul viadotto di valle Ragone tra Sestri Levante e Lavagna, in provincia di Genova, ha causato situazioni di traffico fuori controllo nelle località del Golfo del Tigullio con gravi disagi per camionisti e residenti: si sono infatti formate code chilometriche a Lavagna verso Carasco e verso Sestri Levante. Lo stop ai tir è stato disposto dal ministero delle Infrastrutture dopo l’ispezione dell’ingegnere Placido Migliorino, secondo cui le frenate dei tir “possono deformare le pile e il sistema di appoggi”.

“C’è un problema alla verticalità del viadotto – spiega l’ispettore del Mit – per questo è stata decisa la limitazione. Le frenate dei mezzi pesanti potevano incidere su quelle problematiche aumentandole”. L’ingegnere ha trasmesso la relazione alla procura di Genova, che si occupa delle inchieste sulla gestione della rete autostradale. A chiederle all’ispettore sono stati gli stessi pubblici ministeri, così come successo negli altri casi.

Il sindaco di Lavagna ha disposto una serie di divieti di sosta lungo l’itinerario dei tir dall’autostrada in centro e viceversa per consentire un passaggio più agevole. A Sestri Levante risolti nella notte alcuni problemi di segnaletica che avevano indotto diversi camionisti a raggiungere Riva Trigoso anziché l’autostrada. I vigili presidiano le rotonde con l’aiuta anche di mezzi e personale della società autostrade. “Stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti soprattutto per il rischio che possa essere durevole in attesa dei lavori al viadotto. Ci auguriamo – dice la sindaca di Sestri Levante Valentina Ghio – che almeno al sabato e domenica il traffico pesante venga fermato”.

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Camogli, a un mese dal crollo del cimitero continua il recupero dei feretri. Comitato dei parenti: “Vogliamo notizie sui resti dei nostri cari”

A un mese dal crollo di una porzione del cimitero di Camogli, la squadra di recupero coordinata dall’ingegnere del comando dei Vigili del Fuoco di Genova Francesco Filipponi assieme agli incursori del Comsubin che ha recuperato 320 tra feretri e resti umani. In questi giorni sono iniziati gli scavi con le pale meccaniche dopo alcune verifiche onde evitare che lo spostamento dei detriti possa generare ulteriori cedimenti della falesia franata lo scorso 22 febbraio.

Non è ancora chiaro il numero esatto delle salme disperse, in quanto la lista dei loculi, che il Comune di Camogli non ha ancora ricostruito completamente, non sembra comprendere alcune sepolture di nuclei familiari. Per questo il comitato di parenti denominato “Caligo su Camogli”, come l’inusuale fenomeno atmosferico di ‘nebbia sul mare’ che ha avvolto i giorni del crollo, chiede maggiore chiarezza nelle comunicazioni con i familiari, che in molti casi non sono ancora riusciti a capire se le salme dei propri parenti sepolte nel cimitero siano rimaste coinvolte dal crollo, siano state recuperate e/o come procederanno a una ricollocazione nelle prossime settimane.

Anche in considerazione delle molteplici denunce dello stato di abbandono e incuria del cimitero, la Procura di Genova ha aperto un fascicolo per frana colposa per ora a carico di ignoti, che mira a verificare eventuali carenze nella manutenzione e nello svolgimento di lavori che erano stati fatti da poco.

“Insieme alla Asl faremo il possibile per riconoscere le salme anche il test del dna – aveva dichiarato il sindaco di Camogli nelle ore immediatamente successive al crollo – stiamo valutando di attivare anche un supporto psicologico per quelle persone che comprensibilmente hanno subito uno choc da quanto avvenuto”. A oltre un mese dai fatti, pur nella consapevolezza della complessità delle operazioni, molte delle persone che avevano parenti, amici e affetti nella porzione franata del cimitero restano in attesa di aggiornamenti.

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Savona, arrestato 22enne accusato di terrorismo suprematista: “Propaganda di estrema destra aggravata dal negazionismo”

È accusato di aver costituito un’associazione con finalità di terrorismo e di aver fatto propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo. Per questo la polizia ha arrestato, nell’ambito di un’operazione negli ambienti della destra radicale contigui al terrorismo di matrice suprematista in corso in tutta Italia, un ragazzo di 22 anni di Savona. Nell’ambito del blitz, gli uomini delle Digog di Genova e Savona e del Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, coordinati dalla Procura di Genova, stanno eseguendo 12 perquisizioni nei confronti di persone legate al 22enne nelle città di Genova, Torino, Cagliari, Forlì-Cesena, Palermo, Perugia, Bologna e Cuneo. Il giovane arrestato è stato condotto in carcere, come da ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova.

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Coronavirus, la Svizzera inserisce la Liguria nelle lista delle zone rosse. Quarantena obbligatoria per chi proviene dalla regione

Chi torna in Svizzera dalla Liguria dovrà passare obbligatoriamente dieci giorni in quarantena. A deciderlo è l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) che ha aggiornato l’elenco degli Stati e Regioni a rischio elevato di contagio da coronavirus. Insieme alla Liguria, nella lista delle “zone rosse” sono state incluse anche Gran Bretagna, Portogallo, Belgio. La nuova misura entrerà in vigore da lunedì 28 settembre. In totale sono 59 le zone ora soggette all’obbligo di quarantena. La lista include anche Danimarca, Irlanda, Islanda, Slovenia, Ungheria e Marocco, i territori della Bretagna e i land Alta e Bassa Austria, 18 regioni della Francia. Chi entra in Svizzera da uno dei Paesi e regioni dovrà passare dieci giorni in isolamento.

Non è mancata la replica della Regione Liguria, che ha scritto al console generale di Svizzera in Italia e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, allegando la documentazione dell’azienda sanitaria ligure Alisa. Nella lettera la Regione invita “le autorità svizzere a tornare su una decisione che risulta falsata da dati disomogenei sul territorio regionale” oppure a limitare le prescrizioni alle sole aree regionali maggiormente colpite dal contagio. Secondo la Regione, la misura della Svizzera rientra in un meccanismo automatico che scatta nel caso in cui in un territorio si superino i 60 casi su 100mila abitanti in 14 giorni. “Nel caso della Liguria – si legge nella nota – questa soglia corrisponde a una media di 70 casi al giorno“. Una soglia che nei giorni scorsi è stata superata solo nella provincia di La Spezia, un aumento dei contagi legato al cluster individuato nella città e che, secondo le autorità liguri, sarebbe già in diminuzione.

“Invitiamo la Svizzera a considerare il territorio ligure non come un unicum, ma segmentato nelle varie aree di penetrazione e circolazione del virus”, ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti. “Il provvedimento preso dalla Svizzera non mi preoccupa, sapevamo tutti i contorni. Non sono gli svizzeri a doverci dire la portata della circolazione del virus in Liguria – continua Toti – È alta in alcune zone. Ritengo squilibrato considerare l’intera Liguria una situazione omogenea”, conclude il presidente. Nelle ultime 24 ore, sono 73 i nuovi positivi al coronavirus registrati su 2.753 tamponi effettuati. I casi positivi totali salgono a 3.029, mentre sono 162 i pazienti ospedalizzati, 17 dei quali ricoverati in terapia intensiva. Nelle ultime ore si è verificato un decesso: si tratta di una donna di 95 anni nello Spezzino.

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Liguria, ‘tra divieti e strade chiuse, raggiungere Genova sta diventando un incubo’

Pur non essendo cattolico – ma anzi subendo il fascino di altre religioni come lo Shinto – nei giorni scorsi ho scoperto che almeno un cero devo portarlo anch’ io a Giovanni Nepomuceno martire, il Santo protettore dalle frane e dalle alluvioni, perché la sera di giovedì scorso, dopo una giornata di pioggia torrenziale avevo attraversato proprio il ponte della A6 che sarebbe crollato domenica.

Tornavo da Ceva dove avevo proiettato il documentario Crisi complessa (girato con Mario Molinari e Giovanna Servettaz), in cui si racconta la crisi industriale del savonese. Bene uno dei problemi – denunciati sia dal sindacato che da confindustria – è proprio la crisi delle infrastrutture che oggi, sta trasformando non solo il savonese ma l’intera Liguria in un arcipelago di enclavi sempre più isolate.

Ieri ho chiesto a un’amica di Fb, Marina Ottonello, che a Masone, in Vallestura, ha un negozio di piante e oggettistica, di raccontarmi com’è oggi la sua giornata.

***

Dopo la caduta del ponte Morandi – mi scrive – e con la chiusura prima totale e ora a corsie ridotte di alcuni tratti dell’autostrada, il viaggio per Genova sta diventando sempre più un incubo. Se prima partivo alle 5 stamattina, ora ho anticipato la sveglia alle 4. Alle 4,20 ho imboccato il mitico Turchino un po’ con la paura delle code e un po’ con quella di sprofondare letteralmente nel vuoto. Alle 5,45 sono arrivata al mercato fiori e velocemente ho comprato. Appena partita si è messo a piovere a dirotto, facevo la gimkana fra un divieto, una strada chiusa, un vigile che al buio provava a dare indicazioni, un bidone della spazzatura piazzato in mezzo alla strada con un lampeggiante come avviso di pericolo, un triangolo sistemato su una presunta buca…

Finita la gimkana, sempre al buio, finalmente sono entrata in autostrada e alle 7,40 ero finalmente a Masone. La giornata di lavoro doveva iniziare ma la fatica più grossa l’avevo già fatta: raggiungere Genova! Al ritorno c’era pure la nebbia! Pensa a chi deve andarci tutti i giorni per lavoro! Pensa a chi debba raggiungere un ospedale: noi in valle non ne abbiamo più. C’è solo una guardia medica a Campo Ligure… Anche la statale per Ovada è chiusa per frane.

La linea ferroviaria Acqui Terme-Genova, è sempre incasinata mentre la linea degli autobus Atp continua a tagliare le corse. Penso che siamo tutti tesi e spaventati da questa Italia che va a rotoli. Anni fa Alessandro Baricco descriveva Masone come il posto più piovoso d’Italia: “Dalle mie parti – scriveva – è un nome famoso. Quando proprio ti va tutto storto, ma storto davvero, da noi si dice: poteva andarmi peggio, potevo essere nato a Masone… Tutte le nebbie e le nubi d’Italia arrivano lì, si stoppano contro la montagna e, incapaci di un salvifico scatto di reni che le porterebbe al mare, lì si fermano, e lì si lasciano morire: esattamente sopra, e dentro, Masone. Tre chilometri e una galleria più in là è già sole, e mare, e donne, e felicità. Lì, è purgatorio. In realtà avrebbe potuto vivere con grande dignità la propria jella metereologica, tranquillo nella sua valletta solitaria, senza che nessuno ne sapesse nulla; ma neanche questo, gli hanno concesso: ci han fatto passare l’autostrada, a Masone, quattro corsie dal mare e verso il mare, piene di gente che va e viene, ci hanno messo anche l’uscita col casello così è tutto un carosello di asfalto che gira, e sopra le nuvole, e tu che attacchi il tergicristallo e pensi poteva andarmi peggio, potevo nascere a Masone”. […]

Beh, io non lo sono triste a Masone perché amo la vita di paese, ma non posso dimenticare che negli anni settanta i miei nonni in poco tempo furono sfrattati dopo una vita di sacrifici per fare posto al casello di Masone e adesso, dopo aver pagato quarant’anni di pedaggi, mi fa davvero arrabbiare non avere una strada praticabile in tranquillità.

Basterebbe poco, un po’ meno avidità un po più rispetto. Mi sono dilungata troppo lo so… ma oltre che la mia opinione questa è la realtà. Ciao buonanotte. Marina.

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Maltempo, frane ed esondazioni in Liguria: 122 sfollati. Una dispersa nell’Alessandrino. Il Po supera il livello di guardia in Piemonte

In Liguria ci sono 122 sfollati e 374 persone sono rimaste isolate a causa delle frane. Mentre ora a preoccupare è la situazione del Po che ha superato il livello di guardia: nel Cuneese Cardé è finita sott’acqua, decine le abitazioni allagate. Sempre in Piemonte, nella provincia di Alessandria, una donna di 52 anni è dispersa: l’auto su cui viaggiava è finita nel fiume Bormida a Sezzadio. È rimasta intrappolata nel mezzo, mentre gli altri due occupanti, un uomo di 62 anni e una donna di 31, sono riusciti a liberarsi. L’auto è stata trascinata via dalla piena.

LIGURIA – In tre ore sono caduti 100 millimetri di pioggia. È la zona del Savonese quella più colpita dal maltempo nella notte tra sabato e domenica. La situazione peggiore ad Albisola Superiore dove il rio Basco è esondato. Ci sono sfollati, fa sapere l’amministrazione comunale, che segnala anche frane che hanno isolata la frazione di Ellera. Savona città sabato sera era allagata nella parte più vicina al mare. Tra Altare e Mallare ci sono altri 14 sfollati, tra i quali due disabili, a causa di una frana che minaccia le loro abitazione. In provincia di Genova, nel Comune di Sant’Olcese, 9 persone sono state sfollate per uno smottamento boschivo che si è avvicinato alle abitazioni.

L’autostrada A10 è chiusa per un frana tra Varazze e Arenzano in direzione Genova. In Liguria è ancora in allerta rossa, fino alle 12 a Genova e fino alle 15 nelle province di Savona e Imperia. Il governatore Giovanni Toti su Facebook ha segnalato le situazioni più critiche: “Ancora piogge con allagamenti e disagi diffusi, soprattutto su Savona, Val Bormida e Genova. Vi raccomandiamo di limitare il più possibile gli spostamenti e di prestare la massima attenzione – ha aggiunto Toti – Seguite tutti gli aggiornamenti tramite i siti di riferimento tra cui quello di Regione Liguria e allertaliguria.gov.it. Grazie ancora una volta ai previsori, ai volontari e a tutti coloro che stanno lavorando senza sosta per la nostra sicurezza”.

PIEMONTE – Nella provincia di Alessandria invece un’auto con a bordo tre persone è finita nel fiume Bormida: due dei tre occupanti, che sono riusciti a liberarsi e sono stati soccorsi dai vigili del fuoco, sono stati trasferiti in ospedale. Mentre una donna di 52 anni risulta dispersa. L’auto è stata trascinata via dalla piena: sul posto stanno intervenendo i carabinieri con un elicottero nel tentativo di rintracciare il veicolo. Non è chiara al momento la causa dell’incidente, avvenuto sulla strada provinciale 186 in prossimità del comune di Sezzadio.

Intanto la piena del Po ha superato la soglia di guardia e ha raggiunto il livello di 4 metri e 13 centimetri. Sott’acqua è finito Cardè, il primo paese della pianura Padana nel Parco del Po Cuneese. La piena ha invaso il centrale corso vittorio Emanuele II, mentre nelle vie laterali l’acqua ha raggiunto anche il metro d’altezza. Decine le abitazioni che hanno subito allagamenti. Allagati anche i Murazzi e il Borgo Medievale a Torino, dove causa maltempo è stata annullata la maratona, in programma questa mattina.

La Ferrero ha fermato per sabato e domenica, in via precauzionale, la produzione dolciaria nello stabilimento di Alba per il rischio che il fiume Tanaro, già esondato in alcuni punti a Niella Tanaro, possa tracimare. Alzate anche le paratie a protezione dell’azienda.

VENEZIA – Nel frattempo un nuovo allarme per l’acqua alta spaventa Venezia. Secondo quanto rende noto il Centro maree del comune, il livello dell’acqua ha superato di poco i 130 centimetri intorno alle ore 9.30 e un altro picco di 120 cm è atteso alle ore 21.35. La Centrale operativa della Polizia locale informa che a causa dell’acqua alta è stato chiuso temporaneamente il ponte votivo per la Basilica della Salute. “La marea si è fermata, il picco attorno ai 130-135 cm alle 9.30. Ringrazio tutti gli operatori del ICPSMVenezia che tengono la città informata con le previsioni. Un servizio che ci permette di essere preparati nonostante la sequenza di eventi straordinari di questi giorni”, scrive su Twitter il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

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