Archivio Tag: New York

Malcolm X, la figlia Malikah Shabbaz trovata morta in casa. La polizia: “Cause naturali”

E’ stata trovata morta dalla figlia, nella loro casa di Brooklyn, a New York. È quello che è successo a Malikah Shabazz, la figlia di Malcolm X. Lo ha reso noto il dipartimento di polizia di New York alla Cnn, specificando che la donna, 56 anni, è stata trovata priva di sensi e che le forze dell’ordine hanno parlato di una morte che sembra dovuta a cause naturali.

Quando il leader per i diritti degli afroamericani fu assassinato nel 1965 a New York, la moglie Betty Shabaz era incinta proprio di Malikah, la più giovane delle sei figlie di Malcolm X, ha ricordato Bernice King, figlia di Martin Luther King Jr., in un post su Twitter: “Sono profondamente rattristata dalla morte di Malikah Shabazz. Il mio pensiero va alla sua famiglia, i discendenti della dottoressa Betty Shabazz e Malcolm X. Riposa in pace, Malikah“. Solo pochi giorni fa la Corte suprema di New York aveva scagionato Muhammad A. Aziz, 83 anni, e il defunto Khalil Islam, due delle tre persone condannate per l’assassinio dell’uomo simbolo dei diritti civili. L’omicidio avvenne dopo l’accusa pubblica di infedeltà rivolta da Malcolm X al fondatore della Nation of Islam, Elijah Muhammad, quando lasciò l’associazione musulmana nel 1964.

(Nella foto Malikah è a sinistra, a destra la sorella Ilyasah)

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Uragano Ida a New York, due agenti si tuffano sott’acqua per salvare una famiglia intrappolata: il recupero non va a buon fine – Video

La furia dell’uragano Ida, sulla costa orientale degli Stati Uniti, ha causato più di 50 morti. Danni e vittime anche a New York. La polizia ha diffuso il video del tentativo di soccorso, da parte di due agenti, che dopo aver ricevuto una telefonata di emergenza hanno provato a salvare la vita a una famiglia rimasta intrappolata in un seminterrato allagato. Nonostante gli sforzi, ha fatto sapere il dipartimento di New York, i due poliziotti hanno si sono imbattuti nei corpi senza vita dei tre componenti della famiglia.

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Coronavirus, a New York morti seppelliti in una fossa comune: decine di lavoratori assunti per scavare

A New York sono stati 7mila i morti di coronavirus, 4mila solo nell’ultima settimana. I corpi non reclamati vengono sepolti ad Hart Island, nel Bronx, luogo dove riposa chi non ha parenti o la cui famiglia non è in grado di sostenere le spese per il funerale e la sepoltura. Giovedì ne sono stati interrati circa 40. Decine di lavoratori sono stati assunti a contratto proprio per scavare una grande tomba che potesse contenere chi ha perso la vita a causa del Covid-19.















Qui, di norma, una volta alla settimana i detenuti del carcere di Rikers Island seppelliscono in media 25 cadaveri. Ma il numero ha iniziato ad aumentare a marzo con la diffusione del nuovo coronavirus a New York, diventata l’epicentro della pandemia. E ora si stima che sull’isola, al largo del Bronx, vengano seppelliti una ventina di corpi al giorno, cinque giorni la settimana. Si ritiene che il numero delle sepolture sia quadruplicato nella Grande Mela dall’inizio della diffusione del Covid-19.

“Queste sono persone per le quali, in due settimane, non siamo stati in grado di rintracciare nessuno che dicesse’ conosco quella persona, amo quella persona, mi farò carico della sepoltura“, ha detto alla Cnn Freddi Goldstein, ufficio stampa del comune di New York. “Sono persone che hanno zero contatti con la famiglia”.

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Coronavirus, positiva una tigre dello zoo di New York: contagiata probabilmente da un dipendente

Una tigre dello zoo del Bronx, a New York, è risultata positiva al test del coronavirus. A darne notizia la fondazione Wildlife Conservation Society che lavora in tutto il mondo a progetti mirati per tutela della vita naturale. I risultati del tampone sono stati confermati dal Servizio veterinario nazionale.

La tigre malese si chiama Nadia, ha 4 anni ed è il primo animale a risultare contagiato negli Usa. Sotto osservazione anche altre tre tigri (la sorella Azul e due esemplari di tigre siberiana) e tre leoni africani ospitati nella stessa struttura: tutti hanno mostrato sintomi simili a quelli di Nadia, a partire da una tosse secca e da una crescente inappetenza, spiegano gli esperti. I sospetti su chi abbia potuto trasmettere il virus al felino ricadono su di un membro dello staff del Bronx Zoo addetto alla cura dei grandi animali, inizialmente asintomatico ma che di recente ha mostrato alcune difficoltà respiratorie legate alla presenza del Covid-19.
I problemi di Nadia sono iniziati intorno al 27 marzo e ora l’animale sta ricevendo gli adeguati trattamenti. Non si teme per la sua vita e le previsioni dei veterinari sono di una pronta guarigione. Nessun test è stato effettuato sugli altri animali sotto osservazione perché nei felini è necessario ricorrere all’anestesia generale che comporta molti rischi per la loro vita.

Al momento non c’è alcuna prova che i grandi felini, altri animali esotici o anche gli animali domestici possano trasmettere il virus e infettare un essere umano. Comunque, hanno chiarito i responsabili del Bronx Zoo, “adeguate misure preventive” sono state messe in campo per tutto lo staff che si occupa degli animali ospitati nella grande struttura di 107 ettari e realizzata nel 1899. Misure volte anche a proteggere gli altri animali presenti. Nessun pericolo invece per il pubblico, visto che lo zoo, come gli altri giardini zoologici di New York (compreso quello dentro il Central Park di Manhattan) è chiuso dal 16 marzo a causa della pandemia.
Il Dipartimento dell’agricoltura americano ha quindi rassicurato che non ci sono rischi per nessuno.

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New York, attacco con machete in casa di un rabbino: cinque feriti, due gravi. Arrestato l’aggressore. Cuomo: “Tolleranza zero”

E’ entrato nella casa del rabbino Chaim Rottenberg a Monsey, a circa 50 chilometri a nord di New York, nella settima giornata delle celebrazioni di Hannukkah, la festa ebraica delle luci. Aveva il viso coperto da sciarpa, in mano un machete con cui ha seminato il panico fra i presenti, ferendone almeno cinque, tutti ebrei chassidici. Due sono in condizioni gravi. L’aggressore, un uomo afroamericano, che era riuscito a scappare dall’abitazione vicina alla sinagoga nonostante i tentativi di fermarlo, è stato arrestato dalla polizia. L’episodio si inserisce in una serie di attacchi antisemiti che si sono verificati negli ultimi giorni a New York: incidenti che hanno fatto alzare la guardia e rafforzare i controlli di polizia nell’area di Brooklyn, quella più colpita. Il mese scorso, un ebreo ortodosso è stato pugnalato a pochi passi da una sinagoga locale mentre camminava per le preghiere del mattino.

“Stavo pregando per la mia vita”, ha dichiarato al New York Times il testimone Aron Kohn, 65 anni, descrivendo il coltello usato dall’aggressore come “della dimensione di un manico di scopa”. Yossi Gestetner, co-fondatore dell’Orthodox Jewish Public Affairs Council per la regione della Hudson Valley, ha riferito al Nyt che uno dei feriti è figlio del rabbino. “In casa c’erano molte dozzine di persone”, ha detto Gestetner. Al momento le ricostruzioni sono tutte parziali: si sa che alcuni dei feriti sono stati colpiti ripetutamente, uno almeno sei volte, un altro in pieno petto ed è quello nelle condizioni peggiori. Un’altra persona è rimasta ferita solo leggermente a un dito.

“Un atto spregevole e codardo”, ha commentato il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo. “Voglio essere chiaro: l’antisemitismo e l’intolleranza sono ripugnanti e abbiamo assolutamente tolleranza zero per tali atti di odio”. “Monitoriamo le informazioni che arrivano da Monsey”, afferma la polizia anti-terrorismo di New York. Condanna l’attacco anche il procuratore di New York, Letitia James: “C’è tolleranza zero per atti di odio di qualsiasi tipo, continueremo a monitorare la situazione”. “Dopo gli attacchi dell’ultima settimana a Brooklyn e Manhattan spezza il cuore vedere ancora violenza. La comunità ebraica ha bisogno di maggiore protezione”, afferma il numero uno dell’Anti-Defamation League.

Da Israele, il presidente Reuven (Ruvi) Rivlin ha espresso il suo “choc e sdegno” per l’attacco. “L’ascesa dell’antisemitismo non è solo un problema ebraico, e certamente non è solo il problema dello Stato di Israele”, ha affermato in una nota. “Dobbiamo lavorare insieme per affrontare questo male, che sta rialzando la testa ed è una vera minaccia in tutto il mondo” ha concluso.

foto da Twitter

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