Archivio Tag: Rai 1

Domenica In, Luciana Littizzetto saluta in diretta Barbara D’Urso: l’espressione di Mara Venier è impagabile

Tra gli ospiti di Mara Venier a Domenica In nella puntata di oggi 7 novembre, anche Luciana Littizzetto. L’attrice comica torinese si è lasciata andare ad una lunga intervista tra pubblico e privato. ‘Lucianina’ – così come ama soprannominarla Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa – è solita alternare momenti più profondi ad altri più leggeri. Ed è proprio uno di questi, all’inizio della chiacchierata, ad essere diventato virale su Twitter.

“Tu come stai? Come sei bella!”, ha esordito la padrona di casa. “Sono qui in una specie di sgabuzzino ma sono pronta per te, ho messo le luci della D’Urso (Barbara, la conduttrice della rete avversaria, ndr), me le sono fatte sparare in faccia”, ha detto. Poi, la frase che ha scatenato la reazione di Mara: “Salutiamo Barbarona”. Silenzio. Allora Littizzetto ha ripreso la parola: “No, senti… sono contenta perché dobbiamo sempre vederci ma poi è un casino. Non potresti spostare Domenica In e farlo il sabato? Sabato In”. E la conduttrice di casa ha chiuso il siparietto: “Eh sì, tu stasera sei da Fabio. Non riusciamo mai ad incastrare”.

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Oggi è un altro giorno, Marco Liorni: “Mia figlia Emma aggredita in strada. Un adulto le ha detto delle cose orrende”

Tra gli ospiti di Oggi è un altro giorno nella puntata in data odierna 28 ottobre, anche Marco Liorni. Il noto conduttore ha ripercorso i successi in televisione partendo in realtà dall’infanzia, da quel desiderio diventato realtà, poi lavoro: “Da bambino andavo in giro con un registratore facendo che finta che fosse una radio“, ha esordito. Poi ha parlato dei primi amori, del matrimonio con Giovanna Astolfi (cui è legato dal 1997, ma si sono sposati nel 2014) e dei tre figli: Niccolò (avuto da una precedente relazione), Viola ed Emma. Proprio quest’ultima, ora 17enne, in passato è stata vittima di un’aggressione verbale in strada da parte di un uomo, tanto che il conduttore è intervenuto in prima persona.

“Un adulto per strada le ha detto cose molto gravi, sono sceso di casa di corsa per raggiungerlo e dirgliene quattro ma per sua fortuna non sono riuscito a raggiungerlo. Le aveva detto una cosa orrenda“, ha raccontato. “Bravo. E lei si è sentita rassicurata da questo tuo intervento?”, ha domandato la padrona di casa Serena Bortone. Il conduttore romano ha replicato: “Mah, non lo so. Sicuramente si è sentita rassicurata dal fatto di averne parlato molto. Lei aveva bisogno di capire cosa fanno questi adulti che per strada dicono queste cose. Per lei è stato un momento traumatico, un’aggressione. Sì, un’aggressione è la parola che più si avvicina a quello che è stato”. Infine ha concluso: “Non so se lo avrei denunciato però ecco, avrei voluto parlarci un momento“.

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Marcell Jacobs a Ballando con le Stelle? “Sì, ma a una condizione”. Ecco quale

Tutti vogliono Marcell Jacobs. Dopo il trionfo a Tokyo 2020, sembra che il campione olimpico sia stato contattato anche da Milly Carlucci per Ballando con le Stelle. In una recente intervista rilasciata a DiPiù Tv, l’atleta ha detto: “Sono pronto per prendere parte a Ballando con le Stelle quando sarà il momento, farò il ballerino per una notte. Mi esalta l’idea di prendere parte al programma anche se non potrei mai fare il concorrente”. Poi ha spiegato: “Se scendessi in pista ogni settimana tutta la mia credibilità, tutto quello che di buono sono riuscito a fare alle Olimpiadi verrebbero messi a dura prova dall’esito dell’esibizioni. Ci sarebbe materiale per prendermi in giro”. Riuscirà la conduttrice di Rai 1 a convincerlo? Dopo il dietro-front delle due ballerine storiche, Milly sta cercando di recuperare con il cast di concorrenti e Marcell Jacobs sarebbe davvero un colpo grosso.

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Raffaella Carrà, ascolti record per la puntata di Techetechete dedicata a lei. Problemi tecnici per la messa in onda di ‘Carramba! Che sorpresa’”

“Sto guardando con emozione Carramba! Che Sorpresa su Rai 1, sarebbe bello intitolare l’Auditorium Rai del Foro Italico alla grande Raffaella Carrà“, questo il messaggio social pubblicato in serata da Milly Carlucci. Una proposta che ha ricevuto fin da subito molti consensi, dopo la scomparsa di Fabrizio Frizzi l’azienda di Viale Mazzini decise di intitolargli gli Studi Dear. L’Auditorium di Roma, adibito inizialmente a sala da concerti e luogo dell’Accademia della Musica, dal 1995 ospita trasmissioni televisive: “Carramba! Che Sorpresa” fu tra i primi show ad essere trasmessi dal Foro Italico.

Una collaborazione proseguito per moltissimi anni, lo stesso Auditorium che ospita dal 2005 lo show di Milly Carlucci “Ballando con le Stelle” e nei mesi scorsi ha trovato casa anche la seconda edizione de “Il Cantante Mascherato”. L’ammiraglia Rai per ricordare la Carrà ha rivoluzionato la sua programmazione, dopo aver comunicato la notizia a “Estate in Diretta”, trasmettendo una puntata speciale di “Techetechetè” dal titolo “Grazie Raffaella” e a seguire la riproposizione del primo appuntamento di “Carramba! Che sorpresa” andata in onda nel 1995.

Riproposizione ostacolata da alcuni problemi tecnici. Dopo l’emozionante puntata di “Techetechetè” sono partiti i rulli di promo d’emergenza, alcuni addirittura del mese scorso, e poi un’altra puntata del programma a base di teche. A Viale Mazzini avrebbero avuto problemi nello scaricare la trasmissione in onda venticinque anni fa, riproposta non nel formato originale in 4:3 ma in 16:9. I problemi sono stari risolti e la trasmissione è stata trasmessa con circa mezz’ora di ritardo, precisamente in onda dalle 21.56. Appuntamento visto da 2.581.000 spettatori con il 13,8% di share.

L’annuncio della scomparsa arrivata nel pomeriggio ha incollato il pubblico alla tv con uno spostamento in massa su Rai1 dove “Estate in Diretta” ha raggiunto il 25,2% di share con 2.334.000 telespettatori. Ascolti record anche per “Techetechetè” dedicato alla Carrà visto da ben 4.509.000 spettatori con il 22,3% di share.

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Il Cantante Mascherato, vince il Pappagallo: ecco chi si nascondeva dietro la maschera. La Farfalla seconda stupisce tutti

Francesco Facchinetti lo aveva capito da un po’. E anche gli altri giudici all’ultimo voto si sono convinti all’unanimità: dietro la maschera del Pappagallo c’è Red Canzian. Il cantante ha vinto l’ultima edizione dello show di Rai 1 “Il Cantante Mascherato” che nelle ultime settimane ha tenuto incollati milioni di italiani, vincendo spesso la sfida degli ascolti anche contro il Grande Fratello Vip.

Seconda la Farfalla che, fino all’ultimo minuto, ha confuso sia la giuria, composta oltre che da Facchinetti, anche da Flavio Insinna, Patty Pravo, Costantino della Gherardesca e Caterina Balivo. Anna Tatangelo? Silvia Mezzanotte? No. Sotto allo stravagante costume c’era Mietta che, una volta svestiti i panni della farfalla, si è detta felicissima di aver partecipato al programma.

Durante l’ultima puntata sono stati svelati anche i misteriosi concorrenti rimasti in gara. Il primo ad essere eliminato è Orsetto che al momento del “giù la maschera” sorprende tutti: è Simone Montedoro, l’attore romano classe 1973 conosciuto per aver interpretato il ruolo del capitano in Don Matteo. Quasi unanime la giuria su Lupo: ad indossare la maschera è Max Giusti che con i suoi indizi aveva fatto scattare la scintilla soprattutto a Caterina Balivo.

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Io e te, il gesto di Pierluigi Diaco con Katia Ricciarelli fa infuriare il web: “Te lo potevi risparmiare”. Ecco cosa è successo

Pierluigi Diaco ha creato lo scompiglio sui social nel corso dell’ultima puntata di Io e te. Il conduttore si è lasciato andare ad un gesto spontaneo nei confronti di Katia Ricciarelli, opinionista fissa del programma di Rai 1, ma sui social è scoppiata la polemica. Proprio in apertura della trasmissione, Diaco ha accolto Katia Ricciarelli facendole il baciamano. Poi, prevedendo le possibile critiche, ha subito precisato: “Avrete colto il mio baciamano a Katia. Ma noi siamo congiunti televisivi, piano piano ci possiamo avvicinare…”. Ma questo non è bastato a placare le critiche sui social: “In tempo di covid bisogna mantenere il distanziamento sociale”, ha commentato un utente su Twitter. E ancora: “Non ci si può toccare…”, “È contro le norme, te lo potevi risparmiare”, “Non si fa!”.

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L’Eredità, tra i concorrenti c’è Bernardo Cherubnini: è il fratello di Jovanotti, la rivelazione di Flavio Isinna

Colpo di scena a L’eredità. Tra i concorrenti in gara nella puntata di giovedì 12 marzo c’era infatti anche Bernardo Cherubini, il fratello di Lorenzo, in arte Jovanotti. A rivelarlo è stato il conduttore, Flavio Insinna, che quando l0 ha annunciato ha letto il suo nome con finto stupore spiegando al pubblico chi era. Bernardo, 56 anni, si è qualificato per il “triello” ma poi non è riuscito ad arrivare ai “calci rigore” e, di conseguenza, al gioco finale della “ghigliottina”. Lo rivedremo comunque in gara stasera, 13 marzo.

Bernardo Cherubini è nato il 1 maggio 1963 a Roma e ha tre anni in più di Jovanotti. I due hanno anche una sorella, Anna, mentre il loro fratello primogenito, Umberto, è morto nel 2007 in seguito a un incidente aereo nei pressi di Latina. Le puntate de L’Eredità di questi giorni sono state tutte registrate prima dello scoppio dell’epidemia di coronavirus in Italia e andranno in onda regolarmente fino al 22 marzo. Poi, dal momento che le registrazioni sono state sospese a causa del forfai delle “professoresse” Caterina Calemme, Daisy Mancini, Sara Arfaoui e Ginevra Francesca Pisani, Rai 1 trasmetterà delle repliche del quiz preserale.

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Nilde Iotti, la fiction di Rai 1 è un pasticciaccio: Anna Foglietta omaggia la compagna di Togliatti ma ne fa un’acciughina magrissima – RECENSIONE

Quel pasticciaccio bruttino di Storia di Nilde. Gira e rigira la ruota delle fiction tv Rai, ma il risultato non cambia mai. La patina sottilissima ad ottundere profondità e rotondità dei personaggi è un must. Le fiction Rai, a parte rarissimi casi, sono tutte fotograficamente identiche. Il cosiddetto stampino. Ma per rifare la vita, o almeno un quarantennio di politica attiva dagli anni quaranta ai settanta, di Nilde Iotti, una delle donne comuniste più importanti e rivoluzionarie d’Italia, ecco la grande novità stilistica: il rimescolamento dei linguaggi con montaggio alternato. Attenzione. Una roba che a confronto Ejzenstejn era un dilettante. Storia di Nilde, infatti, è una fiction tricefala. Una parte esile esile e sbrodolante retorica recitata e ricostruita in vitro (lo stampino di cui sopra), una parte di documentario con veri filmati d’epoca, una incomprensibile e inutile parte di interviste documentarie vis a vis con testimoni e conoscitori della storia. Il tutto mescolato come un cocktail impazzito. Lo spiazzamento per la “novità” non è comunque da poco. Anche perché il coefficiente di difficoltà così si alza.

E infatti Storia di Nilde vince il premio Gadda del pasticciaccio. Intanto inquadriamo il tentativo storico culturale di fondo: mostrare la modernità e contemporaneità femminile e femminista della Iotti. Le sue lotte per la parificazione di genere pre ’68, la sua relazione clandestina con Togliatti proprio nei mesi della Costituente e dell’attentato di fronte all’ipocrita moralismo sociale dell’epoca, la vita da first lady assieme a “il Migliore”, il cammino politico sulle proprie gambe tra il vicino Berlinguer, le lotte studentesche (è forse la seconda o terza volta che nella storia il ’68 appare di fianco al nome della Iotti ndr) e le battaglie etiche degli anni settanta (referendum divorzio e aborto). Il tentativo, appunto, è quello di isolare l’icona, di farne un’eroina solitaria chiaroscurando “il partito”.

Però un conto, infatti, è dare del troglodita o dell’omofobo a un democristiano come Giovanni Leone, ma quando la critica si prova ad estenderla a Pietro Secchia o ad altri figure più ombrose del passato comunista a Botteghe Oscure l’operazione è un tantino più azzardata e faticosa. Il problema di fondo è che non si può di certo incolpare il Partito Comunista Italiano di possibili arretratezze a livello socio-culturale durante gli anni 50 e 60. Proprio perché il PCI con la sua immensa forza emancipatrice per le classi più povere ha contribuito alla crescita etica di questo paese come nessun altro. È un dato di fatto storico incontrovertibile. E lo ha fatto dimostrando che i diritti civili si possono ottenere con esteso consenso popolare soltanto dopo aver ottenuto un’emancipazione economica e quindi sociale. Così se con Storia di Nilde si tenta di rileggere un passato storico “collettivo” attraverso una singola figura, e inserendolo nell’evo contemporaneo da individualismo spinto, il cortocircuito percettivo è assicurato. Non aiuta poi la parte pura di fiction che fa acqua da tutte le parti.

Lo script è una sequela di frasi solenni, momenti topici, apici continui, esemplificati da personaggi esangui, imparruccati e spinti ad una recitazione caricaturale (si veda il Berlinguer arruffato e banale di Vincenzo Amato). Tanto che l’attesa è sempre per quegli splendidi filmati d’epoca – alcuni piuttosto rari – che rinvigoriscono il tessuto e il respiro del racconto. Solo che appena riesci a godere un attimino del travolgente impeto della storia reale in bianco e nero e subito ti vengono appioppate vuote e didascaliche interviste a ex compagni di partito della Iotti (c’è pure Napolitano versione panama sulle ventitre), a giornalisti e storici che sanno molto ma che finiscono nei tagli e ritagli di montaggio a non spiegare nulla. Insomma la ratio che ha spinto alla tripartizione espositiva della narrazione rimane un mistero. E la povera Iotti nelle mani di una pur volenterosa Anna Foglietta finisce per essere un’acciughina magrissima (una sardina?), simil nervosa madamina ottocentesca piemontese, quando invece Nilde era una partigiana e contadina emiliana, scorza dura e cervello finissimo, personaggio austero e autorevole, perentorio e irreprensibile. Insomma se proprio si doveva scomodare la Iotti ci si poteva impegnare molto di più.

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