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Whirlpool, partono le lettere di licenziamento. Ieri l’allarme dei sindacati: “Il governo non ha alcun progetto concreto”

Il gruppo Whirlpool ha iniziato l’invio delle lettere di licenziamento per i 340 dipendenti dello stabilimento di Napoli. I licenziamenti erano stati rimandati di alcune giorni ma ora la vicenda, da tempo oggetto di serrate trattative tra sindacati, governo e multinazionale statunitense, sembra essere giunta al suo epilogo. “Le comunichiamo il recesso della nostra Società del rapporto di lavoro con Lei intercorrente con effetto immediato al ricevimento della presente“, si legge nella missiva in cui viene aggiunto “Le precisiamo che restano confermate le offerte di un incentivo all’esodo pari a 85mila euro lordi, inclusivo al corrispettivo per le rinunce, in alternativa al Suo trasferimento presso l’unità produttiva di Cassinetta di Biandronno (VA)”. Alcune settimane fa i sindacati hanno presentato un ricorso contro la decisione dell’azienda di procedere ai licenziamenti. Il giudice si è riservato “per i prossimi giorni” una decisione in merito al processo.

Ieri sera al termine dell’incontro presieduto dalla viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde i sindacati hanno diffuso una nota in cui hanno spiegato che “Il Ministero dello Sviluppo economico non è stato in grado di assicurare quella continuità occupazionale ai lavoratori della Whirlpool di Napoli che pure aveva a più riprese promesso”. Il governo, raccontano i sindacati, “si è inizialmente schermito dietro al fatto che Whirlpool avrebbe ritirato la disponibilità ad effettuare un trasferimento di azienda, ma poi è emerso che nemmeno da parte governativa c’è alcun progetto concreto che preveda di scongiurare i licenziamenti e di assicurare la continuità occupazionale. Anzi l’unico percorso prospettato da parte del ministero dello Sviluppo economico prevede che la riassunzione dei lavoratori, che nel frattempo evidentemente verrebbero licenziati, partirebbe dopo sei mesi dalla data di perfezionamento del piano di investimenti del consorzio, al momento previsto per il 15 dicembre”. Si tratta di un percorso, concludono i sindacati, “che evidentemente non scongiura i licenziamenti e tradisce le promesse fatte

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Whirlpool, Fiom: “Il governo ha preso in carico la vertenza, lavora a una norma per impedire la fuga delle multinazionali”

E’ arrivata la conferma che Palazzo Chigi ha preso in carico la vertenza. Il governo, il Mise e il ministero del Lavoro stanno definendo una norma che impedisca alle multinazionali di “andarsene quando lo decidono”. Lo ha annunciato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil, dopo l’incontro al Mise sulla Whirlpool. Ma la norma, ammesso che con una norma si possa modificare la decisione annunciata da tempo, “devono farla entro i 65 giorni”, ha continuato Tibaldi, dato che l’azienda ha già avviato la procedura di licenziamento. La sottosegretaria al Mise Alessandra Todde ha confermato che si sta lavorando “ad un progetto che sarà condiviso al più presto. Le trattative sono delicate e non possiamo permetterci altri ritardi o passi indietro. Stiamo parlando con interlocutori seri con spalle robuste, e siamo consapevoli che i tempi scorrono”.

Dal Mise si sottolinea come la decisione dell’azienda di non accettare le 13 settimane di cig gratuita sia stata “molto grave”, e si ribadisce come le istituzioni abbiano preso in carico “il piano di reindustrializzazione, ma c’è bisogno ancora di tempo”. Nel giorno del nuovo sciopero, con un’adesione del 100% negli stabilimenti del gruppo di Pero, Varese, Melano, Siena, Fabriano, Comunanza, Carinaro e Napoli, le produzioni si sono fermate in tutti i siti, in particolare a Varese dove è stato organizzato un presidio davanti allo stabilimento. A Roma si sono ritrovati i dipendenti provenienti da tutti gli stabilimenti, che dalla stazione Termini hanno raggiunto il Mise, dove una delegazione è stata ricevuta dai viceministri Gilberto Pichetto Fratin e Alessandra Todde.

I sindacati hanno ribadito che “non va abbandonato l’obiettivo di mantenere Whirlpool in Italia”. La linea delle parti sociali è semplice: in base all’accordo siglato nel 2018 l’azienda ha ricevuto incentivi e fondi dal governo e non può chiudere così Napoli, visto che in Italia registra quasi il 20% di utili. Di qui la richiesta di “essere convocati entro sette giorni con Invitalia per un tavolo di verifica”. Il fine è quello di “dimostrare, dati alla mano, la sostenibilità e la competenza dello stabilimento di Napoli, a partire dalla produzione di lavatrici”. Come sottolinea Tibaldi, “proprio oggi la Whirlpool ha annunciato di aver aumentato i propri utili, compresi quelli fatti in Italia, addirittura del 20%”.

Tibaldi ha risposto poi alle affermazioni dell’ad per l’area Emea, Luigi La Morgia ricordando che l’azienda “ben due volte al Mise, a fronte della nostra richiesta di sospendere la procedura di licenziamento, si è rifiutata di utilizzare la cassa integrazione per poterci confrontare e trovare una soluzione”. E “la seconda bugia è che lo stabilimento di Napoli non è redditizio, nel 2018 si è firmato un piano industriale che prevedeva di portare nuove produzioni a Napoli“. Inoltre, “l’anno scorso Whirlpool ha fatto dividendi e il sito partenopeo ha lavorato a pieno regime e ha contribuito a distribuire soldi ai soci americani”.

Le organizzazioni sindacali si dicono pronte a sedersi al tavolo di confronto, solo “se verranno ritirati i licenziamenti”. Altrimenti, l’obiettivo è quello di “andare fino in fondo per affermare giustizia e dignità” per i lavoratori dello stabilimento di Napoli. “Qualunque cosa si farà a Napoli, lo si farà con l’accordo dei lavoratori”. Oltre a farsi carico della vertenza, il governo ha anche fatto sapere che sta lavorando a delle misure che presenterà ai sindacati quando saranno finalizzate. Intanto, continuano le iniziative di protesta dei lavoratori “fino a quando non ci sarà una soluzione” perché “i contratti, gli accordi, si rispettano” conclude Tibaldi.

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Whirlpool, i lavoratori bloccano le partenze dell’aeroporto di Capodichino: il video della protesta

Blitz di protesta dei lavoratori Whirlpool all’aeroporto di Capodichino. Gli operai dello stabilimento di via Argine da alcuni minuti stanno bloccando il percorso di accesso alle partenze nello scalo partenopeo, impedendo ai viaggiatori di espletare le operazioni di imbarco. I lavoratori espongono striscioni e scandiscono slogan contro la multinazionale che ieri ha annunciato il via alle procedure di licenziamento collettivo per i 320 lavoratori della Whirlpool di via Argine.

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