Vaccino anti Covid, Pfizer: entro martedì in Italia il secondo carico delle 450mila dosi. In Spagna e altri 7 Paesi ritardi nelle consegne

La società farmaceutica Pfizer ha comunicato a otto Paesi europei che la prossima consegna di vaccini contro il Covid-19 subirà un lieve ritardo a causa di problemi di carico e spedizione rilevati nel suo stabilimento di Puurs in Belgio. Per l’Italia però tutto prosegue regolarmente e il secondo carico delle 450mila dosi del farmaco arriverà nel nostro Paese entro martedì. Non si esclude che possano esserci dei ritardi nella consegna in alcune Regioni, legati però al maltempo che potrebbe rendere difficile raggiungere velocemente alcuni territori.

La Pfizer, che consegnerà con i propri mezzi i vaccini in 300 punti sparsi in Italia ha quindi garantito, secondo quanto scrive l’Ansa, che per l’Italia non c’è alcun ritardo e il piano di consegna andrà avanti come previsto. La stessa cosa non si può dire per la Spagna. Il governo di Madrid infatti questa mattina ha spiegato che Pfizer-Spagna l’aveva informata “che la consegna della spedizione di vaccini nel Paese è rinviata da lunedì a martedì“.

Oltre alla Spagna, non è stato riferito quali altri Paesi siano vittima dei ritardi. Secondo la casa farmaceutica, “la situazione è già risolta”, anche se “la prossima consegna dei vaccini sarà ritardata di qualche ora e arriverà in Spagna martedì 29 dicembre, per il proseguimento della vaccinazione su tutto il territorio nazionale”. Le prime 9.750 dosi del vaccino Pfizer-BionTech sono arrivate in Spagna sabato dal Belgio in due contenitori, gli stessi che sono stati inviati a ciascuno Stato membro dell’Unione Europea per questa “prima consegna simbolica“, come spiegato questa domenica dall’amministratore delegato di Pfizer Spagna, Sergio Rodríguez. Questa prima consegna di vaccini sarà ampliata a partire da martedì con altre 350mila dosi, una quantità che verrà distribuita alla Spagna ogni lunedì per le prossime 12 settimane fino a raggiungere un totale di 4,5 milioni.

Intanto il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha spiegato che in Germania aumenteranno i centri di produzione del vaccino Biontech-Pfizer. “Stiamo lavorando insieme alla Biontech-Pfizer, affinché ci possano essere degli ulteriori centri a Marburgo e in Assia“, ha spiegato alla Zdf, la seconda rete pubblica nazionale. Biontech ha acquisito il centro di produzione di Marburgo della Novartis. E stando all’impresa tedesca serviranno adesso solo piccoli adeguamenti per partire anche in questa sede con la produzione del vaccino anticovid.

Il caso delle prime dosi – Questo primo intoppo nelle consegne segue alle polemiche proprio per il numero di dosi distribuite nei vari Stati membri dell’Unione Europea per il Vaccine Day, il primo giorno della campagna di vaccinazione. In ogni Stato sarebbero dovute arrivare le 9.750 dosi simboliche, come successo in Spagna ma anche in Italia. In alcuni Paesi, tra cui la Francia ma soprattutto la Germania, è stato però consegnato anche un anticipo delle dosi previste per la settimana cominciata oggi. Così ogni Länder tedesco si è ritrovato con le sue 9.750 dosi, per un totale di circa 150mila dosi.

Il chiarimento di Speranza – Nella serata di domenica è arrivata la spiegazione del commissario Domenico Arcuri: Berlino “ha avuto 11mila dosi. Le 150mila che gli sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro paese arriveranno a partire dal 28 dicembre. Non c’è alcuna discriminazione“. Un chiarimento fornito anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che nella sua intervista a La Stampa in edicola oggi ha parlato di “una stupidaggine“. “Chiariamo subito un punto cruciale. Esiste un solo contratto di acquisto dei vaccini, firmato dalla Commissione Europea per conto dell’intera Unione”, spiega Speranza. La distribuzione delle dosi tra i vari Stati membri quindi “è gestita dalla stessa Commissione in base al numero di abitanti“. La nostra quota è del 13,45% del totale di tutti i vaccini che l’Ue ha acquistato. Nell’immediato però, ha aggiunto il ministro, “la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali: il giorno in cui viene fatta la comunicazione, la distanza dagli stabilimenti. Quelli Pfizer sono a Bruxelles, quindi in Germania arrivano prima che da noi. Ma la quota di dosi che spetta a ciascun Paese è fissa, per contratto”. Dunque, conclude Speranza, “non c’è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno. A regime, a noi spettano 470mila dosi a settimana e quelle saranno”.

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