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Covid, i vaccini nasali e la nuova frontiera per arginare la pandemia. Science: “Dodici composti in fase di sviluppo”

Dopo il primo “miracolo” con lo sviluppo a tempo di record di vaccini che hanno arginato l’epidemia più violenta della storia recente (nel 2021 nel mondo quasi 20 milioni di vite sono state salvate secondo un recente studio pubblicato su The Lancet), la nuova frontiera per avere la meglio su Sars Cov 2 e le sue sempre più efficienti e pericolose varianti sono i vaccini nasali. Solo così, secondo molti autorevoli ricercatori, si potrà ottenere l’effetto sterilizzante, bloccare il contagio e ottenere quindi una migliore prevenzione della malattia Covid-19. Come viene segnalato in un articolo su Science firmato dagli scienziati Usa Eric Topol (Scripps Research) e Akiko Iwasaki (Yale) al momento sono almeno dodici i vaccini nasali in fase di sviluppo clinico e quattro hanno raggiunto studi randomizzati di fase III, controllati quindi con placebo. Tre sono a vettore virale, un quarto è un vaccino a subunità proteica e c’è anche in fase 1, il vaccino AstraZeneca. A questa lista vanno aggiunti anche lo studio del team di Yale, coordinato dalla professoressa Iwasaki, che a febbraio ha pubblicato i primi esiti dei loro test sui topi e quello recentissimo di un vaccino a base di batteriofagi.

Ma perché è così importante andare oltre quello che la comunità scientifica, a fronte di enormi investimenti e altrettanti guadagni per le case farmaceutiche, è riuscita a ottenere con uno sforzo senza precedenti? Il virus continua a mutare in modo molto efficiente e la ricalibrazione dei composti è naturalmente più lenta: l’altissima protezione garantita dai vaccini attuali riguarda morte e malattia grave, ma non il contagio. E prima Delta e poi Omicron hanno prodotto una quantità di infezioni superiore a quelle del ceppo originario. Per questo nei giorni scorsi in un editoriale il Washington Post parlava della “dolorosa necessità” di una nuova generazione di vaccini che blocchino il contagio.

L’immunità mucosale è ritenuta la chiave per raggiungere questo obiettivo e la nuova frontiera da attraversare. Sars Cov 2 continua a mutare e i vaccini ricalibrati su Omicron 1 dovranno fare i conti con Omicron 5 o con la mutazione che viene chiamata Centaurus e che – dopo essersi diffusa oltre il 23% in India – è sbarcata in Europa, Italia compresa. Ma quando i vaccini saranno pronti – benché sicuramente efficace scudo – saranno comunque un passo indietro rispetto al virus. E abbiamo visto come nel corso del tempo prima con Delta e poi con Omicron unico come la protezione si sia ridotta. Senza contare che anche chi è stato contagiato dalle prime versioni di Omicron si è infettato con quelle più recenti.

Ma perché nonostante i virus ci infettino passando per le superfici mucose la maggior parte dei vaccini viene somministrata con una puntura? La risposta la forniscono i due scienziati Usa Topol e Iwasaki ovvero che questi tipi di vaccini non sono mai stati particolarmente performanti. Questo però era valido per il passato perché come spiegano nell’articolo uno studio recente – pubblicato lo scorso 20 luglio su Science – firmato tra gli altri dagli scienziati del Koch Institute for Integrative Cancer Research del Massachusetts Institute of Technology sono state “suscitate risposte immunitarie a livello sia locale che distale della mucosa” utilizzando una modifica degli antigeni. Un altro lavoro, pubblicato sulla rivista, da parte degli scienziati di alcune università statunitensi (Ohio, Virginia), con una sperimentazione sui topi, ipotizza che la combinazione di vaccinazione con composti a Rna messaggero e immunizzazione con adenovirus-S della mucosa induca “forti risposte anticorpali neutralizzanti, non solo contro il virus ancestrale ma anche contro la variante Omicron”. La nuova sfida al coronavirus è già iniziata.

Lo studio su Science del Koch Institute

Lo studio su Science/2

Lo studio su Lancet

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De Luca contro Speranza: “Totalmente inesistente, è solo un raccomandatore. Covid? Da settembre avremo valanghe di contagi”

Duro attacco del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca contro il ministero della Salute, Roberto Speranza. Nel corso della diretta video del venerdì su Facebook, il politico campano accusa Speranza di essere ‘totalmente inesistente’: “Si presenta ormai come un raccomandatore. Non prende decisioni, ma raccomanda. Raccomanda la prudenza, raccomanda l’uso delle mascherine, raccomanda la vaccinazione, raccomanda l’apertura di reparti ospedalieri per l’aumento del covid. Si è accorto persino a Roma che il covid è aumentato. Un raccomandatore. Ecco, questa è la nuova funzione assunta del sedicente ministro della Salute del nostro Paese”.

De Luca ironizza anche sul documento odierno di Roberto Speranza: “Tra le cose ridicole che provengono dal ministero della Salute, c’è questo comunicato con cui il ministero scopre che già da 4 settimane abbiamo raggiunto 586 casi di positività ogni 100mila abitanti e che i tassi di occupazione dei posti letto in area medica e di terapia intensiva sono preoccupanti. Questo comunicato dice che i posti letto sono occupati per il 9,2% e le terapie intensive per il 2,5%. Sono dati falsi, sono molto più alti“.

Il presidente campano aggiunge: “Tutti i dati che vengono pubblicati sono falsi perché sottodimensionati per almeno il 50%. E sono totalmente falsi anche i dati registrati dal ministero della Salute perché i calcoli vengono fatti su posti letto di ricoveri ordinari e di terapia intensiva che sono del tutto virtuali. Ma siamo un Paese nel quale l’abitudine a dire la verità, a partire dai fatti e non dalle esigenze della politica politicante, è uno stile di lavoro che non esiste. E quindi dobbiamo accontentarci della politica come farsa permanente”.

De Luca fa un raffronto tra la situazione di luglio del 2021 con quella di quest’anno: “Lo scorso anno avevamo 208 casi di positività; oggi ne abbiamo 13.214. Nel 2021 nella prima settimana di luglio avevamo 218 ricoveri in reparti ordinari; quest’anno sono 606, cioè il triplo. Nel 2021 avevamo 17 ricoveri in terapia intensiva, oggi 34, cioè il doppio. Lo scorso anno c’erano 7055 persone in quarantena, quest’anno 15.785. Il dato più preoccupante riguarda le terapie intensive, perché indica che cominciamo ad avere casi di contagio pesante – continua – Siamo in una situazione seria. Tra quelli contagiati oggi, registriamo un boom enorme di casi in età pediatrica. E la cosa ancora più preoccupante è che cominciamo ad avere personale sanitario contagiato. Abbiamo, insomma, un aumento enorme di contagi. Se la tendenza oggi è questa, ho il dovere di dirvi che da settembre in poi avremo una valanga di contagi e una situazione di grandissima pesantezza. E rischiamo di ricominciare a settembre coi problemi riguardanti le scuole, i trasporti, i centri commerciali”.

Il politico si appella ai campani: “Ognuno di noi sia consapevole della situazione. Poi, per carità, non possiamo avere un carabiniere a ogni angolo di strada. Al punto in cui siamo diventa determinante il senso di responsabilità e di consapevolezza di ogni cittadino. Ho anche il dovere di dirvi che questa stupidaggine secondo cui il covid ora è poco più di un raffreddore è una grande idiozia, perché ci sono tante persone a letto con febbre alta da oltre 15 giorni. In più – conclude – occorre vaccinarsi oggi con la quarta dose se si ha più di 80 anni e se si è paziente fragile. Non aspettiamo settembre per il nuovo vaccino, perché a settembre non arriverà niente di nuovo. Dico anche alle famiglie, ai genitori, ai nonni: dobbiamo ricominciare a limitare le feste, i festini, gli incontri. E vediamo anche di estendere l’uso della mascherina nei luoghi chiusi, nelle feste e nei festini che si fanno e si faranno e quando c’è assembramento”.

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Covid, da lunedì diventano 6 le Regioni in zona gialla. Niente evento di Capodanno a Bologna, in Trentino super Green pass anche al bancone

Sei Regioni e 12 milioni di italiani passeranno il Natale in zona gialla. L’ufficialità arriverà venerdì con l’ordinanza del ministro Roberto Speranza e la misura entrerà in vigore come di consueto lunedì prossimo, ma i numeri danno la certezza del passaggio in zona gialla da lunedì di Liguria, Marche, Veneto e della provincia di Trento – salvo variazioni all’ultimo dovute però ad un aumento di posti nei reparti da parte delle Regioni e non ad un miglioramento dei dati – che si andranno ad aggiungere a Friuli Venezia Giulia, Calabria e provincia di Bolzano. È la conferma dei contagi in crescita e della pressione sugli ospedali che aumenta in tutta Italia, con gli amministratori locali che intanto introducono nuove restrizioni per le festività, il periodo che temono di più, viste anche le incognite legate alla variante Omicron. Infatti, Bologna si aggiunge alle altre città che già hanno rinunciato a un evento in piazza per Capodanno: il Comune ha deciso di annullare la festa in Piazza Maggiore. Mentre sempre in Trentino il presidente Maurizio Fugatti prova già ad aumentare le restrizioni e firma un’ordinanza che prevede l’obbligo di super Green pass anche per consumare al bancone. La stretta è valida fino al 15 gennaio.

“Da lunedì la Liguria sarà in zona gialla per le prossime due settimane. Secondo il report del 16 dicembre l’incidenza media settimanale ogni 100mila abitanti si attesta a 313 (314 Savona, 235 Spezia, 647 Imperia, 229 Genova) mentre i posti letto occupati in area medica sono al 17% e quelli in terapia intensiva sono al 12%“, scrive in una nota il governatore Giovanni Toti, che è anche assessore alla Sanità in Liguria. “Un dato che ci aspettavamo – prosegue – vista la circolazione del virus nei giorni scorsi e che conferma come ci troviamo nel picco della quarta ondata. Fortunatamente grazie ai vaccini, gli ospedali e le terapie intensive sono occupate di un terzo rispetto allo scorso anno e questo – ha concluso Toti – ci permette di non avere situazioni di allarme negli nostri ospedali”.

Oltre ai contagi, però, anche i ricoveri sono in aumento e il timore è che la pressione sulle strutture sanitarie possa aumentare, specialmente se cene e feste durante le festività natalizie causeranno nuovi focolai. Per questo sindaci e governatore stanno sempre più scegliendo la linea della prudenza e anche Bologna annulla il Capodanno in piazza Maggiore. “Una decisione che assumiamo con senso di responsabilità e che credo sarà compresa dai cittadini bolognesi – spiega il sindaco Matteo Lepore – In un momento in cui i contagi tornano a salire e nel quale chiediamo a tutti di vaccinarsi e proteggersi, compresi i nostri bambini e bambine, dobbiamo evitare occasione di potenziali contagi o situazioni non coerenti”. In Emilia-Romagna anche Parma e Reggio Emilia hanno annullato i consueti festeggiamenti in piazza per il passaggio all’anno nuovo. Rimini ha deciso di non tenere il tradizionale Concertone ma manterrà eventi diffusi in città e dj set con ingressi probabilmente contingentati.

Anche in Trentino i sindaci hanno deciso di comune di accordo di annullare gli eventi in piazza per la notte di San Silvestro. Ma ora arriva un’ulteriore stretta, decisa dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti. La sua ordinanza prevede l’obbligatorietà, dal 17 dicembre e fino al 15 gennaio 2022, del possesso del Green pass rafforzato per poter effettuare nei locali consumazioni al banco. Nel provvedimento si legge che “sul territorio provinciale, nell’ambito dell’attività di ristorazione o di somministrazione di pasti e bevande, svolta da qualsiasi esercizio, compresi gli operatori agrituristici ed enoturistici, anche gli avventori che consumano al banco al chiuso devono essere muniti del cosiddetto ‘Green Pass rafforzato’”.

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Covid, le misure anti-Omicron. Locatelli: “Ipotesi tampone ai vaccinati per i grandi eventi”

Solo vaccinati e guariti possono partecipare ai grandi eventi con il super Green pass, ma a breve potrebbero avere bisogno di esibire anche un tampone negativo. È “un’ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare”, ha spiegato il coordinatore del Cts e presidente del Css, Franco Locatelli, parlando a SkyTg24. Il governo valuta la possibilità di nuovi interventi restrittivi per fermare la crescita dei contagi e la diffusione della variante Omicron. “Va tutelato il vantaggio che è stato accumulato dal nostro Paese e soprattutto vanno protette le vite degli italiani”, ha ribadito lo stesso Locatelli. Ecco la ragione dell’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha introdotto l’obbligo del tampone anche per i vaccinati che dai paesi dell’Ue vengono in Italia. Ma non vanno esclusi anche altri interventi, a partire dall’obbligo di mascherina all’aperto, già ventilato nell’ultimo Consiglio dei ministri.

Il governo rischia di attendere troppo e ritrovarsi a breve nella stessa situazione di altri Paesi europei, dove i casi sono schizzati oltre i 50mila al giorno. Intanto, sei Regioni e 12 milioni di italiani passeranno il Natale in zona gialla e oggi si registra il nuovo record della quarta ondata con 26mila casi in un giorno. Per questo l’esecutivo non esclude ulteriori misure se la situazione dovesse peggiorare, a partire appunto dalla possibilità di introdurre l’obbligatorietà del tampone per i vaccinati che vogliono andare a vedere le partite in stadi e palazzetti, entrare in discoteca o assistere ad un concerto.

“Ci aspettiamo un aumento dei casi Omicron, ce lo dice il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) e ce lo dicono le esperienze che arrivano da altri paesi – sottolinea il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro – Siamo ancora nella battaglia e anche se abbiamo una condizione di crescita più controllata è pur sempre una crescita“. Il report settimanale di Gimbe certifica inoltre che da ormai due mesi la corsa del virus non accenna a rallentare tanto da portare “verso una pericolosa congestione degli ospedali”. I numeri in crescita trovano comunque conferma nel passaggio in zona gialla da lunedì di Liguria, Marche, Veneto e della provincia di Trento – salvo variazioni all’ultimo dovute però ad un aumento di posti nei reparti da parte delle Regioni e non ad un miglioramento dei dati – che si andranno ad aggiungere a Friuli Venezia Giulia, Calabria e provincia di Bolzano.

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Covid, in un mese 40% di contagi in più negli Usa. Licenziati 103 marines no vax. A New York raddoppiata la percentuale di positivi

Gli Usa fronteggiano una nuova nuova ondata di contagi provocati da covid: i nuovi casi del coronavirus Sars Cov 2 hanno registrato un incremento del 40% nell’ultimo mese con quasi 120.000 nuove infezioni al giorno e una media di 1.330 morti al giorno. A risentirne sono gli ospedali che registrano una impennata di ricoveri e in alcuni casi hanno i reparti vicino al limite di capacità. Difficilissima la situazione in moltissime terapie intensive che – secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità Usa – hanno il 78% dei letti pieni. Solo a Baltimora nel Maryland (poco meno del 70% della popolazione vaccinata) le ospedalizzazioni sono salite addirittura del 72% in sole due settimane.

E “Omicron diventerà senza dubbio presto la variante dominante in Usa”, ha detto oggi l’immunologo Anthony Fauci. Il consigliere della Casa Bianca ha spiegato: “La variante Omicron ha quella che definiamo la capacità di raddoppio in tre giorni”. Ossia i contagi raddoppiano ogni tre giorni. Da oggi inoltre stanno scattando una dopo l’altra le cancellazioni di lezioni in presenza in varie scuole e college del Paese. Alcune università stanno mantenendo gli esami di fine anno in persona – sempre con prova di vaccinazione da parte degli studenti – ma stanno eliminando tutte le attività non strettamente accademiche. È il caso di Princeton e della New York University. In allerta la Cornell University dove sono stati scoperti 903 casi di cui una “alta percentuale” sono causati da Omicron.

Proprio a New York la percentuale di persone positive al Covid è raddoppiata in tre giorni fra il 9 e il 12 dicembre: un balzo che – secondo uno dei consiglieri del sindaco uscente Bill de Blasio – indica il diffondersi della variante Omicron. “Non abbiamo mai visto prima questo a New York”, ha twittato Jay Darma, professore alla Cornell e consigliere per la salute pubblica. Negli ultimi sette giorni la città ha registrato una media di 2.899 di casi positivi al giorno.

Intanto gli Usa procedono con i licenziamenti degli appartenenti alle forze armate che rifiutano il vaccino diventato obbligatorio. Il corpo dei marines ha cacciato 103. La notizia, riportata dalla Cnn, arriva nello stesso giorno in cui l’esercito ha annunciato di aver rimosso per lo stesso motivo sei ufficiali, compresi due comandanti, e che quasi 4.000 soldati si sono opposti all’immunizzazione. La percentuale di vaccinati nelle forze armate Usa è comunque alta: circa 98% nell’esercito e nella marina, 97,5% per l’aviazione e 95% per i Marines. Due giorni fa l’Air Force aveva congedato 27 piloti agli inizi di carriera e quindi giovani: nessuno di loro ha cercato un’esenzione religiosa o sanitaria. L’Air Force aveva concesso al suo personale fino al 2 novembre per la vaccinazione e in migliaia di sono rifiutati o hanno cercato di ottenere qualche tipo di esenzione. Gli Stati Uniti hanno superato le 800mila vittime.

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Coronavirus, i dati: 21.042 nuovi contagi e 96 morti. Il tasso di positività in aumento al 3,7%

Sono 21.042 i nuovi casi di positività al coronavirus comunicati dal ministero della Salute sabato 11 dicembre, frutto di 565.077 tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Sono inoltre 96 i morti in un giorno, ieri erano stati 118. Il tasso di positività è al 3,7%, in aumento rispetto al 2,86% di ieri. Sono invece 818 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 2 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 76. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 6.539, 56 in più da venerdì.

Sono 273.882 gli attualmente positivi al Covid in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, 10.734 in più nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.206.305, i morti 134.765. I dimessi e i guariti sono invece 4.797.658, con un incremento di 10.205 rispetto a ieri.

Una settimana fa, sabato 4 dicembre, venivano registrati 4.410 casi in meno, nonostante fossero stati processati circa 70mila tamponi in più. L’aumento dei ricoveri era di +43 unità, contro il +56 di oggi. Soprattutto, si registrano 59 nuovi ingressi in terapia intensiva e 75 morti, mentre dopo una settimana sono saliti rispettivamente a 76 e a 96. Il confronto settimanale sarà completo con i dati di domenica, ma già si nota che oltre all’aumento dei contagi è considerevole anche l’incremento delle ospedalizzazioni. Da lunedì a sabato i ricoverati nei normali reparti sono aumentati di 942 unità.

Veneto e Lombardia superano i 4mila nuovi contagi giornalieri, comunicando rispettivamente 4.062 e 4.024 casi. Sono però le due Regioni che effettuano più tamponi: 112mila in Lombardia, 92mila in Veneto. Lazio, Emilia-Romagna, Campania e Piemonte sono le altre Regioni con più di mille nuovi positivi nelle ultime 24 ore: anche in questo caso, però, bisogna tenere conto del numero di test effettuati e della popolazione residente. Nelle Marche, ad esempio, vengono comunicati 565 casi, ma con appena 7mila tamponi effettuati.

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Omicron: efficacia vaccino crolla, ma risale al 75% con tre dosi. Le previsioni che spaventano Londra: “Almeno 25mila morti entro aprile”

Un crollo dell’efficacia per AstraZeneca ed un calo significativo per Pfizer. Due dosi di vaccino contro il Covid non sono sufficienti a scongiurare il contagio da variante Omicron: il dato emerge dal nuovo rapporto della Health Security Agency, l’agenzia britannica per la sicurezza sanitaria. La buona notizia, però, è che la cosiddetta dose booster alza significativamente la protezione fino a circa il 75%. Lo studio si è basato sull’analisi di 581 casi da variante Omicron e migliaia di Delta: viene stimata una trasmissibilità molto elevata e una crescita esponenziale dei casi. La conclusione è che entro Natale nel Regno Unito si potrà arrivare a oltre un milione di infezioni. Ma non è l’unico data a spaventare il governo di Londra: uno studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine prevede tra le 25mila e le 75mila vittime entro aprile, ovvero nei prossimi 5 mesi.

Le prime analisi nel Regno Unito rispetto alle varianti Omicron e Delta confermano che i vaccini sono meno efficaci a fermare la nuova variante. Secondo le stime dell’Hsa, due dosi di Astrazeneca non offrono protezione dal contagio con Omicron, mentre la protezione con due dosi Pfizer si abbassa a circa il 40%. In entrambi i casi, però, la terza dose fa risalire la protezione dal contagio al 75%. È ancora troppo presto, invece, per capire se ci sia un calo anche nella protezione dal rischio di una malattia grave. Per ora, l’agenzia britannica per la sicurezza sanitaria ha comunque confermato che i vaccini offrono una buona protezione contro casi gravi di Covid per i quali è necessario il ricovero.

Il rapporto britannico segnala anche un aumento del numero di reinfezioni: il 7% dei casi di Omicron riguarda persone che avevano già contro il coronavirus, mentre questo dato si ferma allo 0,4% per quanto riguarda Delta. Ma il confronto che più preoccupa è quello che riguarda la trasmissibilità: il 19% dei casi di Omicron ha provocato focolai familiari contro l’8,5% con Delta. Per questo motivo, come la variante Delta è diventa in breve tempo quella predominante, l’agenzia britannica stima a questo punto che entro la metà di dicembre oltre la metà dei casi nel Regno Unito saranno della variante Omicron. I contagi crescono esponenzialmente, con un tempo di raddoppio a tre giorni. Per questo, conclude l’agenzia, se la crescita dovesse continuare immutata si potrà arrivare a oltre un milione di infezioni entro la fine del mese.

Sulla scorta di questi dati, il governo di Boris Johnson si interroga sulla necessità di adottare nuove restrizioni, oltre al “Piano B” appena entrato in vigore. E a mettere ulteriori pressioni su Downing Street arriva lo studio riportato oggi dal Guardian: gli esperti della London School of Hygiene & Tropical Medicine stimano che nello scenario più ottimistico (bassa fuga immunitaria di Omicron dai vaccini e alta efficacia dei booster), si prevede un’ondata di infezioni che potrebbe portare ad un totale di 175.000 ricoveri ospedalieri e 24.700 decessi tra il primo dicembre di quest’anno e fine aprile 2022. Lo scenario più pessimista preso in esame dagli esperti (elevata fuga immunitaria dai vaccini e minore efficacia dei richiami) prevede un’ondata di infezioni che rischia di portare a un picco di 492.000 ricoveri ospedalieri (circa il doppio di quello registrato a gennaio 2021) e 74.800 decessi entro aprile.

I due scenari, specifica lo studio, non tengono conto di ulteriori misure restrittive che potrebbero essere introdotto. Gli esperti però sottolineano la necessità di nuove strette, perché ritengono che indossare la mascherina e lavorare da casa non siano restrizioni sufficienti. Nonostante le incertezze su Omicron “queste prime proiezioni aiutano a guidare la nostra comprensione dei potenziali futuri in una situazione in rapida evoluzione”, ha sottolineato Rosanna Barnard, che ha co-diretto la ricerca, precisando che “il nostro scenario più pessimistico suggerisce che potremmo dover sopportare restrizioni più rigorose per garantire che il servizio sanitario nazionale non sia sopraffatto: è fondamentale che i responsabili delle decisioni considerino il più ampio impatto sociale di queste misure, non solo l’epidemiologia”.

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Biglietti per i mezzi pubblici solo con il Green Pass, apertura ministro Giovannini: “Dialogo con aziende, forse a breve le sperimentazioni”

Biglietti per il trasporto pubblico locale acquistabili solo con il green pass. È questa l’idea al vaglio del governo e che potrebbe conoscere a breve una prima sperimentazione, secondo quanto annunciato in mattinata dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, intervenuto a Rainews24. “Stiamo dialogando con tutte le aziende di trasporto in questa prospettiva”, ha dichiarato il membro dell’esecutivo guidato da Mario Draghi che, per spiegare l’idea alla base della nuova proposta governativa ha preso ad esempio le regole valide negli impianti sciistici: “Le faccio l’esempio del Dolomiti Superski, che è uno skipass molto usato in cui l’utente carica ogni giorno il proprio green pass e automaticamente questo autorizza solo chi ha il green pass”.

Resta il nodo della fattibilità, con i sistemi informatici di acquisto dei ticket che dovranno essere adattati alle nuove direttive dell’esecutivo. Ma sulle possibilità di successo il ministro vuole rassicurare tutti: “Stiamo studiando dei meccanismi, credo ci siano le condizioni per farlo, siamo abbastanza ottimisti che nelle prossime settimane possano iniziare le sperimentazioni”. Tornando sull’esempio dello skipass, il ministro ha rimarcato che “fare questo sui mezzi di trasporto sarebbe possibile”, anche se ci sono alcuni ostacoli da superare. Uno è la capacità di applicazione del sistema “tutti i giorni”. L’altro è legato a “un tema di privacy”. Ma l’applicazione del piano rimane “importante perché migliorerebbe il servizio ovunque, qui parliamo di e-ticket, biglietti elettronici, e nelle app che vengono sempre più usate ci sono tante informazioni ausiliarie. Ci consentirebbe di far fare un salto di qualità al sistema di trasporto pubblico locale su cui vogliamo investire”, ha aggiunto.

Giovannini ha poi parlato di successo dei controlli a campione effettuati negli scorsi giorni. Il ministro ha dichiarato che sono andati “molto bene, come ha detto la ministra Lamorgese bisogna ringraziare i nostri concittadini perché sono stati estremamente cooperativi. Oggi avremo il quadro dei controlli e delle multe di ieri, ma sui treni regionali Trenitalia ha controllato oltre 600 convogli e 27mila persone e di queste 900 sono state bloccate, il 3,2%. Sono controlli che avvengono sulle piattaforme”. Il ministro ha poi concluso dicendo che questa “è un’indicazione interessante perché abbiamo i dati regionali e potremo capire anche nei prossimi giorni dove ci sono le maggiori criticità. Di quei 900 a cui è stato impedito di salire, circa 600 erano in Campania, circa 100 in Toscana e poi via via. Il meccanismo dei controlli può essere raffinato e migliorati anche sulla base dei dati che man mano raccogliamo”.

Sul tema green pass è intervenuto anche il sottosegretario ai trasporti del Movimento 5 Stelle, Carlo Sibilia, che respinge l’idea di una deroga per gli studenti sui mezzi pubblici: “Sull’obbligo di certificazione verde semplice per gli studenti sui mezzi pubblici non abbiamo intenzione di operare deroghe – ha detto ospite di The Breakfast Club su a Radio Capital – Anzi, bisogna continuare su questa linea. Lo strumento sta funzionando, c’è stata una grande risposta da parte dei cittadini e poche multe, quindi va mantenuto. Su 70mila persone controllate ci sono state solo 130 multe e pochissime denunce. Va fatto un plauso ai cittadini italiani per il rispetto delle norme nel primo giorno di super green pass”.

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“Un ricovero al minuto per il Covid”: l’allarme del ministro della Salute francese. Nuova stretta: discoteche chiuse per 4 settimane

In Francia ogni minuto viene ricoverato un paziente a causa del coronavirus. È l’allarmante dato sulla diffusione del Covid 19 reso noto dal ministro della Salute Olivier Véran durante l’ultima conferenza stampa sulla pandemia, al termine del Consiglio di Difesa. Il ministro ha fatto sapere che la “variante Omicron è molto più contagiosa della Delta”, anche per questo la circolazione del virus risulta essere superiore al picco registrato durante la terza ondata.

Anche per questi numeri la Francia ha quindi deciso di correre ai ripari annunciando una nuova stratta. Il primo ministro Jean Castex ha fatto sapere che le discoteche saranno chiuse per quattro settimane a partire da venerdì. Il premier ha anche auspicato un rafforzamento del telelavoro nelle imprese private, da praticarsi due-tre giorni a settimana nel privato e tre giorni nel pubblico e ha invitato a limitare la convivialità nella vita privata e a rinunciare a festività natalizie, seminari e feste di pensionamento al lavoro. Alle scuole elementari si passa al livello 3 del protocollo, con mascherine anche a ricreazione e misure per evitare affollamenti a mensa.

Secondo Véran ora è necessario “frenare, frenare, frenare” la diffusione della variante Omicron, a oggi identificata in 25 casi in Francia, di cui 21 importati soprattutto dall’Africa australe e quattro trasmessi sul suolo francese. La facilità di diffusione della variante, infatti, “potrebbe causare un’ondata dentro un’ondata”. Tuttavia, per il momento, “nulla ci dice” che la variante “sia più pericolosa”, quindi, al momento, “nulla giustifica un cambiamento nella strategia vaccinale”. Entro il 15 dicembre, ha fatto sapere ancora il ministro, più di 15 milioni di francesi avranno avuto la terza dose del vaccino anti-Covid.

Per quanto riguarda il vaccino ai bambini, il primo ministro ha fatto sapere che la campagna partirà il 15 dicembre per gli under 11 a rischio, mentre per gli altri si partirà attorno al 20 dicembre. Al momento, ha fatto sapere Veran, ci sono ottanta bambini ricoverati per conseguenze del coronavirus, di cui 15 in terapia intensiva.

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Vaccino, terza dose anche per chi è guarito dal Covid da almeno 5 mesi: la circolare del ministero

Coloro che sono guariti dal coronavirus non saranno esentati dalla dose booster del vaccino. A chiarire i dubbi di chi, allo scadere dei 5 mesi dalla seconda iniezione o dalla diagnosi di infezione da Sars-Cov-2, si chiedeva se fosse opportuno prenotarsi per la terza somministrazione è una circolare del ministero della Salute con la quale si chiarisce che questa sarà disponibile anche per coloro che hanno già contratto il Covid. Nel documento si ribadisce anche il consiglio di vaccinarsi entro 12 mesi dalla guarigione per chi non si è mai vaccinato e di fare comunque la seconda dose se l’infezione è stata contratta entro i primi 14 giorni dalla prima somministrazione.

Sono oltre 5 milioni in Italia, secondo gli ultimi dati della sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi di Covid registrati dall’inizio della pandemia e tra di loro si contano anche persone che avevano già ricevuto il vaccino. Per un’ampia fetta di popolazione era quindi sorto il dubbio sul quando fare la dose booster. Questa la risposta della circolare ministeriale, firmata dal direttore generale della prevenzione del ministero Gianni Rezza: “Visto il parere del Comitato tecnico scientifico, nei soggetti vaccinati prima o dopo un’infezione è indicata la somministrazione di una dose di richiamo, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 5 mesi dall’ultimo evento, da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione”.

Ai fini del completamento del ciclo primario di vaccinazione, il ministero sottolinea che nei guariti che non sono stati vaccinati entro i 12 mesi dalla guarigione “è indicato procedere il prima possibile con un ciclo primario completo, ovvero due dosi di vaccino bidose o una dose di vaccino monodose”. Nei soggetti che contraggono un’infezione da Sars-CoV-2, entro il 14esimo giorno dalla prima dose di vaccino, “è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose entro 6 mesi dalla documentata infezione”. Trascorso successivamente un intervallo minimo di almeno 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale è “quindi indicata la somministrazione di una dose di richiamo, ai dosaggi autorizzati”.

L’articolo Vaccino, terza dose anche per chi è guarito dal Covid da almeno 5 mesi: la circolare del ministero proviene da Il Fatto Quotidiano.

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